martedì 25 ottobre 2011

Nepal: ex guerriglieri come burattini

ekantipur


Nonostante il piano di smilitarizzazione iniziato dal nuovo governo di Kathmandu, il destino degli ex guerriglieri maoisti rimane ancora incerto.
L'assorbimento di questi all'interno dell'esercito regolare o della società è indubbiamente difficile. 
Gli stessi ex combattenti, circa 19.000, sono stanchi! Sono costretti a rimanere nei campi, supportati dallo Stato, senza la possibilità di uscire per cercare un lavoro. Una situazione frustrante che non può durare a lungo.
Nonostante la collaborazione con l'Onu, una ventina di campi rimangono ancora pienamente sotto il controllo degli ex guerriglieri. Tale situazione preoccupa sensibilmente la popolazione che non  riesce ancora a cancellare la guerra civile con un colpo di spugna. Per il momento il disarmo continua in un clima di tensione sociale e politico. In verità sembra solo che i guerriglieri-burattini siano stanchi di essere strumentalizzati e, arrivati a questo punto, sarebbero pronti ad accettare qualsiasi incarico lavorativo.
Nel frattempo gli ex capi dell'esercito si intrufolano nei ministeri più importanti, come quello delle finanze. 
Undici ex capi militari sono stati nel recentemente accusati di crimini di guerra dall'Alta corte di Patna, nello stato del Bihar , in India. Tra essi ci sono anche ex ministri del governo Prachanda. Situazione alquanto imbarazzante per il nuovo governo!


La crisi economica avanza. La produzione di riso si preannuncia scarsa così come i guadagli per la stagione turistica. L'anno per il Turismo non ha portato grandi miglioramenti. A primavera si aspettava l'autunno, l'Ottobre del sicuro business, ma adesso sembra si voglia già aspettare il prossimo anno. Con l'arrivo del freddo più pungente si chiuderà anche la stagione dei trekking. 
Quale grande novità ha apportato l'Anno del turismo? Un incredibile aumento dei  prezzi, sia per i turisti che per i nepalesi. Il biglietto di ingresso per Bhaktrapur, ad esempio, pare sia diventato quasi proibitivo anche per i più facoltosi tra i turisti.
Dopo gli incidenti aerei e il terremoto sembra che solo le festività riescano a dare un po' di verve ai poveri nepalesi!

lunedì 24 ottobre 2011

Tihar tra il Nepal e l'Italia!

amrita
Oggi in Nepal torna la seconda festivita' piu' importante dell'anno. Dopo i grandi festeggiamenti per Dashain- quest'anno un po' magri a causa della scarsita' di riso,nonostante l'anno del  turismo in corso- torna la festa di Tihar. Abbiamo gia' parlato dei complessi riti in occasione di questa festa.

In Nepal ci sono tanti nomi per Tihar: Dipawali, Bhai tika,Laxmi  puja, festival della luce. Il nome che mi piace ricordare e' Bhai tika.
Bhai significa fratello. La tika e' il segno resso di benedizione che le sorelle appongono ai fratelli in fronte.  Quello tra sorelle e fratelli e' un legame molto forte in Nepal.


Quest'anno Tihar e' strano. Tanti sono lontani da casa per lavoro: chi all'estero o chi in regioni lontane dal villaggio d'origine. Gli amici nepalesi mi scrivono sconsolati. E' come se passassimo il Natale in ufficio, lontani da casa.
Quest'anno anche io dovrei essere didi (sorella maggiore) ma la mia "famiglia" nepalese e' lontana. La abbraccio ccon calore.

giovedì 20 ottobre 2011

Musica indiana: seminario a Fondi (Latina)

Vi segnalo un interessante seminario vicino Roma


Seminari di Tabla, Introduzione alla Musica Indiana, 
Danza Bharatanatyam a Fondi (Latina)
30 ottobre - 06 novembre 2011



SEMINARIO: INTRODUZIONE ALLA MUSICA INDIANA Per principianti e studenti avanzati di Chitarra / Sitar / Sarod / Pianoforte / Compositori Docente: RICCARDO BATTAGLIA (sarod) 
- Tecniche di improvvisazione
 
- Analisi del raga
 
- Composizioni tipiche della musica strumentale indiana
 
- Esercitazioni pratiche
 
Il seminario mira ad illustrare le tecniche e l'estetica di base della musica indiana strumentale, con particolare attenzione all’abilità improvvisativa e alla struttura melodica e ritmica del raga. Le lezioni sono aperte sia a principianti sia a studenti avanzati. Possono partecipare studenti che si siano già avvicinati alla pratica della musica indiana attraverso il sarod, il sitar o qualsiasi altro strumento; oppure musicisti di qualsiasi genere (chitarra, pianoforte, composizione ecc.) che siano interessati a espandere il loro approccio alla tecnica strumentale /improvvisazione/ composizione attraverso la conoscenza delle tecniche di base della musica indiana. Visto l’approccio prevalentemente pratico del seminario, si richiede la partecipazione con strumento. Riccardo Battaglia, concertista e insegnante, dopo un pluriennale soggiorno in India, dove ha conseguito un Master's Degree in Musica Strumentale all’Università di Bombay, ha insegnato alla Bombay University, al Conservatorio di Enschede (Olanda), e oggi è docente di sarod e analisi del raga al Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza.
 



Il Teatro-Danza "Bharatanatyam" è uno dei gioielli della cultura Indiana. Momento di trasporto oltre i tempi, attraverso racconti danzati dove il ritmo, i gesti e la teatralità sono un universo vibrante in divenire. Questa danza millenaria fonda le sue origini nella filosofia Samkhya e nei rituali dei Templi Hindu del sud dell'India, sviluppandosi attraverso i secoli in una raffinata disciplina. Nella rappresentazione scenica indiana i testi poetici attingono al repertorio mitico che narra le gesta degli Dei. L’intenzione del suo linguaggio simbolico è d’inoltrarsi nei diversi stati d’animo facendo partecipe sia l’interprete che lo spettatore. La geometria delle linee, la velocità e la ricchezza ritmica s’intrecciano all’elaborato linguaggio delle mani e alla raffinata mimica del volto. In questa cultura il dialogo tra danza, musica, canto e poesia ci rivela uno spazio-tempo dove i linguaggi dell’arte continuano a vivere e a commuovere. Lo stage è aperto a chi già conosce il Bharatanatyam e a chi vuole iniziare o avvicinarsi a una nuova tecnica di teatro-danza.



Si prevedono due livelli e si lavorerà con i seguenti elementi:

- ADAVU base tecnica della danza
 
- MUDRA gesti delle mani
 
- SOLLUKUTTU linguaggio delle sillabe mnemoniche
 
- ABHINAYA
 
- COREOGRAFIA
 
- TEORIA
 

NURIA SALA GRAU
 
Nata a Barcellona, fin da giovane età la danza, il teatro e la musica fanno parte della sua formazione. Ha compiuto i suoi studi di danza classica e contemporanea in Svizzera (Losanna) e Francia (Parigi, Lione) studiando con Chantal De Launay, Kilina Cremona, Dominique e François Dupuy e altri noti maestri. In seguito si é specializzata in Bharatanatyam (teatro-danza classico indiano) formandosi con la Maestra Krishnaveni Lakhsmanan per 13 anni in India (Chennai) e in Italia, e con la Maestra Kamala Rani studiando nattuvangam e musica. Si è diplomata in Psicoterapia Umanista in Spagna, e si è sucessivamente formata come Danza Educatore in Italia. Dal 1989 si dedica all'insegnamento della danza, svolgendo parallelamente una notevole attività nei teatri e in diversi progetti artistici e culturali come danzatrice e coreografa. Integra nel lavoro creativo i diversi linguaggi e culture. Dialogo, confronto: indicano il modo originale in cui porta avanti la Danza. Docente di Danza Indiana Bharatanatyam al Conservatorio di Vicenza, nell’Istituto Yoga diretto da Gabriella Cella, nel suo studio Natya-Tala, molti workshop in Italia e all’estero…. Il suo lavoro è stato presentato in teatri Europei e Internazionali. Collaborazioni: Sandip Mallick, Vilas Patil, Flavia Bucciero, Madhuri Chattopadhyay, Brigitte Revelli, Chantal de Launay, Ghislaine de Montaudouin, Giuliana di Benardo, Amelia Cuni, Maresa Moglia, Federico Sanesi, Stephen James, Gianni Ricchizzi, Savitry Jaganat Rao, Ujwal Mukund Bole, Cristina Negro, Fausta Squatriti, Neela Bhagwat, Augusto Modigliani, Mirella Costa, Paolino Dalla Porta, Marilia Albanese, Melina Mulas, Astad Deboo, Barbara Friedrich, Luca Scarzela, Carla Sanguineti,Vicenzo Zitello, Francesca Cassio, Germana Giannini…
I SEMINARI si terranno nel bellissimo monastero della Madonna della Rocca a Fondi in provincia di Latina, immerso nel verde sul Monte Arcano e sede di una comunità monastica Benedettina nel XI secolo. L'intera struttura sarà messa a disposizione dalla parrocchia di S. Maria degli Angeli di San Magno, dove si svolgono attività culturali di rilievo.

Costi: € 540 vitto, alloggio e lezioni. L'unica spesa aggiuntiva è il lavaggio biancheria che costa 6 € per tutti i 6 giorni per chi non porta lenzuola, federe ed asciugamani. Le coperte chiaramente ci sono già. Costo delle sole lezioni: € 250.
 
Vitto ed alloggio per gli eventuali visitatori e accompagnatori: € 300.
 
Arrivo domenica 30 ottobre sera. Le lezioni cominceranno il lunedì mattina.
Partenza domenica 6 novembre mattina. Sabato sera è previsto il concerto finale nella bellissima chiesa di San Magno.

Come arrivare:
In auto uscita A1 Ceprano. In treno Stazione Monte San Biaggio – Linea Roma - Napoli

Per ulteriori informazioni : Carlos 0575 48172 - 348 7360081 info@naradasuoni.com - carlos@naradasuoni.com
Un Salutone e ... BUONA MUSICA !!!

martedì 18 ottobre 2011

Gosh di nuovo in Italia!

E così è ormai ufficiale: la Ibis di Un mare di papaveri tornerà sulle acque dell'Oceano Indiano per i lettori italiani. A Novembre uscirà per Neri Pozza l'attesissimo secondo romanzo di Amitav Ghosh.  Il titolo italiano è Il fiume dell'oppio ed è il secondo volume di una trilogia che  ha appassionato migliaia di lettori e cultori di letteratura anglo-indiana. Ringraziamo Anna Nadotti per la traduzione italiana.
La storia riprende dall'imminente naufragio con il quale si è concluso il primo romanzo. Qualcuno, tra il bizzarro e variegato equipaggio, manca all'appello. Più destini sembrano incrociarsi. All'orizzonte si scorge la guerra per l'oppio con le sue inutili stragi e pretese: una pagina di storia condita da un esotismo che non stanca mai perchè modulato dalla fluente scrittura di Ghosh.  . La storia partita da un fiume e sviluppatasi sul "nero Oceano" sembra tornare al suo punto di partenza, ma dal mare al fiume arriva in Cina e ci apre un nuovo scenario.
Aspettiamo, fiduciosi, di navigare ancora!

lunedì 17 ottobre 2011

Sikh centenario al traguardo: un nuovo eroe


La mia simpatia per i sikh non è mai stata un mistero, nemmeno per gli amici indiani.
Ma questa volta l'episodio di Fauja Singh mi ha davvero conquistata.
Si tratta di un sikh originario del Punjab che, all'età di 100 anni, ha partecipato alla maratona di Toronto arrivando  al  posto 3850 in circa 8 ore e mezza.
Corre da quando aveva 89 anni. Dice che correre lo fa stare ben. Per tenersi allenato mangia verdure e si tiene lontano dalle persone con il karma negativo.
Il suo motto è "Stay smiling and keep running" (sorridi e continua a correre). 
Un modello da seguire, soprattutto negli ultimi tempi.
La musica in sottofondo per il suo arrivo mi ricorda i viaggi sui mezzi locali in Punjab. Grandiosi i sikh, in India, in Italia e nel mondo!

sabato 15 ottobre 2011

L'India si incontra a Bologna


Un incontro insolito e piacevole quello di oggi a Bologna: 10 persone accomunate da uno stesso interesse: l'Oriente. Chi per lavoro, chi per passatempo, chi per viaggio o passione.
Questa volta non era uno schermo  a nascondere i nostri occhi e la condivisione.
Una passione nasce da occasioni diverse: un libro, un incontro, un evento speciale. Qualunque sia il motivo noi eravamo lì,  in dieci, davanti ad un thali vegetariano a chiederci cosa fa battere il nostro cuore o stuzzica la nostra curiosità.
Bologna: un punto di incontro comune. La strada di mezzo tra le nostre vite e l'interesse per quell'Asia vicina e lontana. Grazie a tutte: CristinaStefania,SilviaManuelaClara, Katia, Livia.
Spero di rivedervi presto. Per parlare di Oriente...magari davanti ad una tazza di chai! 

venerdì 14 ottobre 2011

IL TIBET E' LIBERO!

Qualche giorno fa la Cina ha festeggiato il Centenario della nascita del Partito. In una manifestazione pomposa e altisonante hanno sfilato tutti i grandi politici: i nuovi e i vecchi, quelli di sempre. A volte sembra non esserci una differenza temporale in Cina: le cose rimangono quasi inalterate. Si, certo, grande progresso economico ed industriale, ma le facce sembrano essere sempre le stesse così come gli ideali che “vorrebbero” veicolare!

Ma in Tibet, ovvero in Cina, si è festeggiato anche un altro importante anniversario: il 60esimo della LIBERAZIONE DEL TIBET. Non è uno scherzo, è proprio così. La Cina è convinta di aver liberato il Tibet dall’arretratezza e dal medievalismo religioso; dal vecchio e dall’obsoleto; dal vetusto e logoro sistema gerarchico del buddhismo. I tibetani ora sarebbero liberi perché inglobati nella Grande Cina! Noto paese libero e democratico!?!

 C’è davvero da festeggiare? Ovviamente il Governo ne approfitta per fare propaganda:  LA CINA HA RESO IL TIBET UN PAESE MODERNO ! Così sembrano recitare, quasi urlare, in maniera maleducata, i cartelloni pubblicitari in giro per Lasha. A vederli si direbbe che i tibetani sono felici; che tutto sommato è vero, si sta meglio e il progresso è arrivato davvero: grandi strade asfaltate, una città ipertecnologica, cellulari dalle funzioni quasi spaziali che hanno campo a 6000 metri, ristoranti di lusso, negozi cinesi ovunque. I simboli del potere campeggiano per le strade affollate e ricordano a tutti qual è il prezzo di questa strana libertà.

La libertà che si festeggia è quella di un paese che si è dovuto piegare; che deve mostrare bandiere che non gli appartengono nascondendo la propria. La libertà è quella di una cultura che viene calpestata ogni giorno e che sembra debba apparire silenziosa e docile.





C’è una cosa che i cinesi non hanno capito: che i tibetani hanno uno spirito libero, uno spirito che nessuno potrà mai uccidere o dominare, perché troppo selvaggio e ancestrale. Forse qualcuno a Lasha s è piegato, forse il tempo e la sofferenza hanno scavato solchi profondi nella memoria, ma la libertà, no, quella da festeggiare non può essere la libertà.



L’esercito, con 1000 armi e 1000 uniformi, pattugliando, controllando, ispezionando non riuscirà mai a piegare  fino in fondo chi nasce libero dentro.
Cosa si può desiderare di più? Sarà davvero questa la liberazione? Forse i tibetani si sono illusi per secoli?  Non era dunque il Nirvana che doveva liberarli, ma i cinesi! Che libertà!





Ebbene si, il Tibet è libero, è libero dentro:nonostante l’imposizione di una cultura non sua, di un’economia non sua; nonostante  il divieto di crescere culturalmente; nonostante il controllo forzato; nonstante le fughe; nonostante la disperazione e l’alcolismo. Il Tibet è libero perché dall’interno è immodificabile. La libertà è quella degli spazi sconfinati; del cielo dal blu imbarazzante; della perseveranza, della forza e del coraggio di un popolo che può piegarsi come giunco, ma che non si spezzerà mai.



martedì 4 ottobre 2011

Dashain 2068


Anche quest'anno siamo arrivati a questo momento di festività
Ho già parlato del significato di questa festa in Nepal qui
Non mi resta  che augurare a tutti gli amici lontani Happy Dashain