sabato 31 dicembre 2011

नया साल मुबारक हो!

Un caro augurio in risposta agli amici indiani, nepalesi e tibetani.
A tutti voi italiani l'augurio per un anno ricco di gioia e serenità

venerdì 16 dicembre 2011

Le donne indiane dove sono?

A Sunita, Agosto 2009
Recentemente alcune notizie provenienti dall'India ci fanno inorridire. In un ospedale di Haryana un gruppo di medici ed infermieri organizzava aborti selettivi di feti femminili.
Come si può giungere a tanta miseria culturale?

Quello della sex ratio è un problema di molti paesi dell'Asia. La Cina e la politica del figlio unico hanno indotto all'implementazione di un'orrida pratica già largamente diffusa nel paese. Attualmente alle coppie che hanno una bambina viene data un'altra possibilità. Si incrociano le dita e si spera che sia maschio. Si, perchè nelle campagne cinesi la nascita di una bambina, l'unica figlia prima di pagare una tassa per ulteriori figli, può essere una maledizione.

Solo nell'ultimo anno mancano all'appello 60 donne. Nascono 940 femmine ogni 1000 maschietti. In un paese come l'India che si appresta al miliardo e 300 milioni di abitanti, che nel 2020 supererà sicuramente la Cina,  che non ha problemi demografici, la scomparsa di queste 60 bambine è giustificabile solo con un'accurata selezione.Nel 2001 la sex ratio vedeva la presenza di 100 bambini e 94 bambine. Il rapporto attuale in Punjab è quello di 100 a 79,8.

E' vero, l'India è il paese di Sonia  e Indira Gandhi, il paese dei presidenti donne come Pratibha Devisingh Pati, delle leggi che garantiscono, o cercano di garantire quote rosa adeguate in ambito lavorativo e politico. Sonia Gandhi sta premendo affinchè si approvi una legge che garantisca il 33% di incarichi parlamentari.
Ma l'India è il paese dove le donne subiscono ancora umiliazioni e vessazioni indicibili.

- In Rajastan il 56 % delle donne si sposa sotto i 15 anni di età
-Molte donne, rimaste vedove, sono spinte dalle famiglie a scegliere la Sati, la morte sul rogo del marito per essere poi santificate e ricordate come "brave mogli". Il governo ha addirittura emanato una legge, già nel 1929, che scoraggia i testimoni e i sostenitori di tali immolazioni. Il tredicesimo giorno dopo la Sati si celebra una cerimonia di santificazione per la donna pura che ha scelto di seguire il marito anche in morte. Spesso queste immolazioni sono veri e propri suicidi perchè la condizione vedovile indiana è alquanto difficile. Su questo interessante argomento ci sarebbe tanto da dire; un film, Water di D. Metha, ne mette in luce  le caratteristiche.
-Molte vengono stuprate da zii o parenti più o meno prossimi
-Altre vengono picchiate, bruciate o indotte al suicidio per mantenere la dote che hanno portato in caso o poter sposare un'altra donna. A volte le torture peggiori vengono inflitte dalle suocere

E' vero, forse tutto questo avviene solo nei villaggi isolati e poco evoluti culturalmente. Ma di quale cultura parliamo? Sono dunque forse fortunate le bambine che si decide di non far nascere?
Oggi questo fenomeno non è legato solo ai villaggi,  sta aumentando drasticamente anche nelle grandi città. Nel 2030 i maschi indiani saranno il 20% in più rispetto  alle femminucce.


Perchè scompaiono le bambine?
Perchè una bambina rappresenta solo un peso per la famiglia: vestirla, nutrirla, istruirla, vengono considerati gesti inutili, senza frutto, perchè quella bambina, il prima possibile, abbandonerà la casa dei genitori per entrare nella casa del futuro marito. Un matrimonio rappresenta, per le famiglie indiane di bassa estrazione sociale, una spesa ingente e gravosa, la spesa più importante e pesante. Spesso alcune famiglie si indebitano  spaventosamente per poter presentare una dote adeguata. Scarsa dote, scarso marito. Scarso marito, poco onore per la famiglia. E l'onore in India è importantissimo.
Dal 1961  la dote sarebbe, in teoria, abolita, illegale. Di fatto non è cambiato nulla, fatta eccezione per i Nair del Kerala.
Avere un figlio maschio, comunque, è considerato un segno di fortuna e prosperità. il figlio maschio continua il nome della famiglia, rappresenta forza e virilità e si prende carico dei genitori anziani. Ricordiamo inoltre che nella tradizione hindu il figlio maschio è colui  che accende il rogo funebre dei genitori.

Le bambine allora scompaiono: con un'ecografia fetale è possibile stabilire in pochi minuti il sesso del nascituro. In altrettanti pochi minuti, nei tempi giusti e legali, è possibile sbarazzarsi  di un feto indesiderata perchè gravoso.

Ma esiste anche una disuguaglianza durante la  vita.
Normalmente la mortalità femminile è inferiore rispetto a quella maschile. In alcuni paesi asiatici, tra i quali spicca l'India, il tasso di mortalità femminile diventa invece il più alto. Le bambine vengono malnutrite, non viene data loro assistenza medica adeguata, un'istruzione adeguata. Il rischio di morte tra  1 e 5 anni è del 50%. E'anemico  il 60 % delle donne indiane. L'India ha 6 volte più universitari della Cina ma  metà delle donne è analfabeta. 


"Le donne reggono metà del cielo" dicono i cinesi, ma la realtà asiatica sembra sconfessare questa affermazione. Ogni anno in Cina muoiono 39.000 bambine entro il primo anno di vita a causa delle scarse cure e della scarsa attenzione ad esse prestata. In India ogni due ore viene bruciata una donna. In Nepal centinaia di bambine vengono rapite e rivendute ai bordelli di Delhi o Calcutta.


Le donne, in realtà, se riuscissero a nascere e a sopravvivere, potrebbero essere una risorsa importantissima per molti paesi asiatici. Crescere, studiare e trovare un lavoro sono semplici cose che possono cambiare un sistema. ll Kerala ha già fatto questo passo avanti: la mortalità infantile è scesa, il livello di istruzione è salito e con esso lo sviluppo economico.


Le donne possono portare pace: l'assenza di donne, a lungo andare può portare a problemi di ordine sociale e civile. Nelle società dove le donne sono numericamente inferiori o emarginate prevale una cultura aggressiva e violenta. Il terrorismo sembra prevalere  nei paesi dove le donne hanno un livello culturale basso.


E' difficile proporre soluzioni, sopratutto da parte di una donna che si è ormai convinta del fatto che la sua condizione di donna la porta e la porterà irrimediabilmente verso condizioni di discriminazione quotidiana. Si può essere nati, sopravvissuti, istruiti ma, purtroppo, tristemente consapevoli e rassegnati.

martedì 13 dicembre 2011

Lumbini: la culla di Buddha profanata da orde di turisti?

Lumbini è sempre stata considerata una delle città più importanti per il  buddhismo.
Lontana dalle calche turistiche, affascina per la sua semplicità e immediatezza.
Molti lo ignorano, ma in questa piccola cittadina del sud  del  Nepal è nato il principe Siddhartha Gautama.
Nonostante il sito faccia riferimento alla giovinezza  del Buddha, dalla nascita fino ai 29 anni circa, i tesori che  vi si possono trovare non sono di certo inferiori a quelli di Kushinagar, Bodh Gaya e Sarnath.

Quella di Lumbini è una terra difficile, il distretto di Rupandhei si trova infatti nel Terai, caratterizzato da una fortissima  povertà. Ma i buddhisti hanno sempre considerato il sito come uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti. Una bellezza cruda, essenziale e vibrante quella di Lumbini. Un luogo avvolto in un tempo e in uno spazio lontani dai ritmi moderni. Anche i nepalesi  non buddhisti ne vanno fieri: Buddha is nepali!

Questa magia rischia però di essere interrotta. Qualche giorno fa i maoisti hanno preso un accordo con la Cina e l'Onu (Lumbini è patrimonio Unesco dal 1997) volto a trasformare il sito in un'attrazione turistica che richiami un folto numero di osservatori rumorosi e inconsapevoli. La manovra economico-turistica del governo maoista non sorprende perchè dal 2008 si sono avute molte iniziative in tal senso: la riduzione del costo per i permessi alle zone ad accesso limitato (per il Mustang si è passati da 500 $ a persona per 11 giorni ai 300 $ trattabili) o lo stesso Turism Nepal Year 2011. Il coordinatore delle attività di sviluppo per Lumbini è il nostro vecchio amico Prachanda, un politico che è lontano ere e reincarnazioni dal pur minimo significato di buddhismo. L'intervento e interesse cinesi non possono che preoccupare: basta ricordare cosa è diventato il Potala a Lasha  o il monastero di Sera. Il controllo cinese dei monasteri  tibetani nepalesi non è certo un mistero, così come la politica collaborazionista del governo nepalese; ne avevo già parlato qui e qui.
L'iniziativa, nonostante il buon proposito di sviluppo, non è piaciuta affatto  ai buddhisti nepalesi che hanno protestato davanti alla sede dell'Onu di Kathmandu.. Una fila di 200 (alcuni dicono 500) monaci che ha manifestato il  proprio dissenso. 


Da anni Lumbini è caratterizzata da assenza di strutture turistiche invasive. E' vietato costruire troppi alberghi  nelle immediate vicinanze del sito archeologico. Non c'è un aeroporto e la strada da Kathmandu (230 Km) non è delle migliori, così come quella dall'India, anche se molto vicina.
Shakun Sherchand, coordinatore dei buddhisti nepalesi spiega così le sue ragioni:


1. Lumbini development area must be declared as an autonomous peace zone. 

2. Marauding of Buddhist cultural heritage, historical sites and archeological treasures by unlawful acts must be deemed as crime against cultural heritage and must be stopped immediately.

3. Lumbini, Bouddha, Swayambu, Namabuddha and other important Buddhist religious sites must be declared as “peace zone”.

4. A separate Ministry for the development of Buddhist concerns in relation to religion, culture and its resources must be established under the representation of Buddhists only.

5. All Buddhist organizations, committees and functions under the Government of Nepal for Buddhist concerns which is affiliated with party politics without our consent will not be honored by its stake holders.

Come dargli torto?

martedì 6 dicembre 2011

Nepal: le risaie e il sogno dell'esercito in musica

Ormai possiamo dire che è sicuro. Gli ex guerriglieri maoisti sono stati assorbiti nell'esercito ufficiale.
Un processo lunghissimo quello per la pace. Un processo nel quale ha fallito l'ONU e che ha visto il successo  del neo-eletto  Baburam Bharattai. 
Ma cosa rappresenta l'esercito per un ragazzo nepalese? Me lo sono chiesta tante volte così come l'ho chiesto ai miei giovani amici nepalesi. In Nepal, in quel meraviglioso paese di terrazze verdi inondate di luce, la terra è la prima madre. Molti giovani possono avere come massima aspirazione quella di continuare il mestiere dei padri. L'agricoltura è la principale attività del paese. Tè, riso e canna da zucchero crescono tranquillamente sotto i 2000 mt. Ad altezze irrisorie per i canoni nepalesi. Non ci si può sorprendere nel vedere succose pesche a 3000  mt. In Nepal rientra negli standard di un sistema di culture che si sposta verso l'alto, verso le cime dove dormono  gli dei. A spostarsi con l'agricoltura c'è dunque anche il lavoro dei giovani. Ma la terra non basta a tutti.  Il lavoro nelle risaie è duro, scomodo e a volte poco redditizio.
Spesso le famiglie sono legate a sistemi fondiari dove il ricco padrone terriero vive da generazioni in città. 
Il contadino deve dunque sperare in un buon raccolto e in un prezzo di mercato generoso.
Negli ultimi anni però le importazioni dalla Cina e dall'India hanno reso sempre più difficile l'autosostentamento delle famiglie rurali. I prezzi dei prodotti alimentari di prima necessità sono sempre più elevati. La mancanza di incentivi e sussidi da parte dello Stato rende i costi di produzione altissimi. Basta un monsone troppo violento o troppo mite, l'arrivo di un prodotto competitivo dai concorrenti e l'aumento dei carburanti per avere tutti gli ingredienti utili a realizzare la miseria.
Cosa può fare dunque il giovane nepalese? Rimanere nel villaggio o tentare la fortuna in città? E in città? Quale fortuna cercare? Ormai il settore del turismo è saturo. Kathmandu sembra esplodere.
L'esercito è il sogno dei giovani nepalesi: un lavoro sicuro, statale, ben retribuito, non troppo rischioso (in Nepal sono finiti i momenti di tensione estrema e, comunque, di solito l'esercito picchia duro, non viene picchiato) e che assicura una positiva immagine sociale. 


Gli Kshatriya nella religione hindu sono i guerrieri, coloro che assicurano il governo e la difesa. Nel sistema castale generico rappresentano la seconda posizione più importante  dopo i Brahamani. Oggi in Nepal il sistema delle caste non è rigido  come in alcune zone dell'India ma i requisiti per entrare nell'esercito sono duri e  selettivi. Forti, prestanti, in salute  e sicuri di sè. Quanti giovani nepalesi, confusi e speranzosi  in arrivo dai villaggi rurali hanno tutte queste caratteristiche? Pochi.


Vi posto il video di un gruppo musicale piuttosto noto in Nepal. Un gruppo giovane, gli AD 1974, attivo nella salvaguardia dei più deboli e impegnato in attività  di volontariato e sostegno. Gli U2 nepalesi secondo un mio giovane amico nepalese. Nel video è visibile il sogno dell'esercito. Triste ma vera realtà.

giovedì 1 dicembre 2011

UN ANTIDOTO INDIANO

Ci sono momenti in cui nulla sembra girare. Per quei momenti esistono degli antidoti, vicini o lontani, nel tempo e nello spazio. Per tornare a sorridere  basta un click.