tag:blogger.com,1999:blog-7931965472467990344.post3644472238846034638..comments2024-02-23T01:18:37.368-08:00Comments on NamasteOltre: FREE TIBET, non BRAND TIBET! UNA QUESTIONE REALE ED ATTUALEAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/02043311846587677185noreply@blogger.comBlogger6125tag:blogger.com,1999:blog-7931965472467990344.post-82530819328202605192011-06-10T06:15:05.862-07:002011-06-10T06:15:05.862-07:00Gentile Mauro Crocenzi,
la ringrazio per avermi co...Gentile Mauro Crocenzi,<br />la ringrazio per avermi contattato. E' sempre un piacere poter discutere democraticamente.<br />Come ben può leggere dal mio intervento, ritengo la vostra tesi coraggiosa e originale, anche se non ne condivido alcuni aspetti. Dare per scontata la gravità della questione tibetana può essere infatti rischioso perchè si può incorrere in un'interpretazione che sposta il focus su un'altra posizione. Ritengo che Marco Restelli, autorevole voce italiana su questi argomenti, abbia semplicemente voluto esprimere la non condivisione di alcuni aspetti che emergono dal testo. Purtroppo la maggior parte degli italiani non è a conoscenza della situazione tibetana in tutta la sua complessità. La mia stessa analisi ha lacune e mancanze.Credo che trovare una posizione valida e inalterabile sia molto difficile. Discuterne però, diffondere informazioni, è di fondamentale importanza. Se ne discute per ottenere condivisione e informazione. <br />Grazie ancora per questo interessante confrontoAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/02043311846587677185noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7931965472467990344.post-33651616027158233852011-06-10T03:48:12.935-07:002011-06-10T03:48:12.935-07:00Gentile Sonia,
sono Mauro Crocenzi, coautore del t...Gentile Sonia,<br />sono Mauro Crocenzi, coautore del testo da lei introdotto nel post. Di seguito riporto alcune precisazioni a completamento di questo scambio a distanza. Mi scuso in partenza per la lunghezza del testo e mi offro disponibile a un confronto diretto via mail se vorrà portare avanti la discussione.<br />In realtà mi viene da dire di condividere molti degli spunti sulla questione tibetana così come da lei introdotta in questo post. Le intenzioni di Brand Tibet non sono quelle di porsi smentire alcuni eventi storici supportati da documentazioni accurate. Il testo non si pone in una diatriba pro/anti cinese o pro/anti tibetana non perché la nostra posizione sia la negazione dell’esistenza di una questione tibetana o quella delle responsabilità in merito del governo cinese. La questione politica, l’occupazione militare, le violazioni di diritti umani in Tibet sono sotto gli occhi di tutti e sul tema non abbiamo sentito la necessità di aggiungere parole alle tante già scritte da studi ben più autorevoli del nostro. Penso, ma non solo, ai vari rapporti a cui fa riferimento Marco Restelli –seppure con molto poco rispetto per la nostra onestà intellettuale.<br />Brand Tibet non è un libro sulla questione tibetana, proprio perché volevamo restare fuori da quelle operazioni di marketing e meccanismi propagandistici a cui siamo stati avvicinati da Marco Restelli. Proprio vivendo da alcuni anni nell’ambiente accademico degli studi tibetani so bene quanto schieramenti facili e riscritture politiche della storia possano risultare ben vendibili se ben rivestite sotto forma di analisi obiettiva dei fatti. <br />Brand Tibet nasce in primis come una riflessione critica sulle società occidentali –per quanto possa essere ammissibile il ricorso a una categoria così generale- e sul loro modo di avvicinarsi alla diversità. Abbiamo provato a fare questo prendendo in esame la società italiana a noi contemporanea e riconducendola a modelli di rappresentazione orientalistica del Tibet di origine coloniale. A sostegno delle nostre tesi abbiamo citato studi che riteniamo –e non solo noi- autorevoli (ora come ora mi vengono in mente opere di Goldstein, Tsering Shakya, Klieger, Kvaerne, Huber, Wang Lixiong, Lopez solo per citare i nomi più famosi) ma che hanno avuto ben poca diffusione in Italia non essendo stati tradotti in italiano ed essendo principalmente di origine accademica. Partendo da questi studi il nostro tentativo è stato quello di evidenziare come il governo esule tibetano e il governo cinese siano stati influenzati entrambi da modelli interpretativi di matrice orientalistica, contribuendo a un naturale inasprimento della questione tibetana.<br />Mi preme ribadire che dire questo non significa negare gli effetti devastanti delle politiche cinesi in Tibet, ma semplicemente ipotizzare alcune reponsabilità politiche del governo esule in rapporto alla natura irrisoluta della questione tibetana e soprattutto mettere in discussione un modello di “civilizzazione” occidentale troppo spesso dato per scontato tra la nostra opinione pubblica e responsabile –direttamente o indirettamente- della morte e della sofferenza di molte persone nel mondo.<br />In conclusione mi preme ringraziarla per l’attenzione che ha dato al nostro lavoro e per gli spunti critici che personalmente prendo sempre come una possibilità di crescita personale. Spero invece che Marco Restelli possa dimostrarsi in futuro quanto meno più cauto verso persone di cui non sa nulla e cercare di assumere una visione più approfondita prima di esprimere giudizi su persone che mettono sforzi, ideali e sacrifici prima di un calcolo di visibilità e ritorno economico. Mi creda, se avessi voluto fare soldi avrei fatto tutt’altro piuttosto che scrivere brand tibet o lavorare per China files. A tal proposito un ringraziamento anche a sinonapoletano per l’apprezzamento del lavoro tutt’altro che facile che portiamo avanti in due paesi dove per motivi diversi è tutt’altro che facile provare a fare informazione.<br />Mauro Crocenziintizarhttps://www.blogger.com/profile/08440151255807013312noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7931965472467990344.post-36959931149830798932011-06-08T09:11:33.962-07:002011-06-08T09:11:33.962-07:00Sono in accordo con te. Ritengo infatti interessan...Sono in accordo con te. Ritengo infatti interessante la prospettiva di analisi se ci si ferma a riflettere su quanto fa realmente l'Occidente. Una critica a tale dinamica è più che legittima infatti.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/02043311846587677185noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7931965472467990344.post-64734363132995051912011-06-07T21:03:41.601-07:002011-06-07T21:03:41.601-07:00Premetto che concordo con tutto quello che ha scri...Premetto che concordo con tutto quello che ha scritto Sonia, anni di scrittura di articoli sul Tibet testimoniano la mia presente premessa. Conosco Simone Pieranni, lavora a Pechino e dirige un'ottima agenzia informativa, molto ma molto antigovernativa e soprattutto pro diritti civili. Le tesi del libro servono a guardare la situazione da una prospettiva diversa, non in antitesi al pacifismo giusto anti cinese, ma cercando di dare una lettura diversa. Parliamo di Tibet perchè c'è la repressione o perchè c'è Richard Gere, il Dalai Lama e gli altri? Se fosse vero la prima ipotesi, allora allo stesso modo dovremmo parlare anche degli altri paesi dove ci sono repressioni, dove si calpestano i diritti più basilari. io ho letto il libro in questa ottica, non condividendo comunque molte cose.sinonapoletanohttp://partecinesepartenopeo.wordpress.comnoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7931965472467990344.post-85840099228728279682011-06-07T06:00:20.796-07:002011-06-07T06:00:20.796-07:00Grazie a te Marco. Mi interesso al Tibet da qualch...Grazie a te Marco. Mi interesso al Tibet da qualche anno e ogni giorno riesco a sorprendermiAnonymoushttps://www.blogger.com/profile/02043311846587677185noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7931965472467990344.post-47206675557177137872011-06-05T12:30:30.187-07:002011-06-05T12:30:30.187-07:00cara Sonia, ti sono veramente grato - e penso lo s...cara Sonia, ti sono veramente grato - e penso lo siano tutti i lettori di questo blog - per questa bellissima analisi della situazione tibetana, incrociata con la recensione del libro Brand Tibet. Libro verso il quale, secondo me, sei stata fin troppo "gentile", definendo la sua tesi originale ma poco condivisibile. Libri del genere sono, quelli sì, becere operazioni di marketing, ignari delle più elementari informazioni di base sul Paese (mi chiedo quali libri di storia abbiano letto i due autori, e se abbiano mai letto i rapporti di Amnesty International).<br />Ma direi che tu hai rintuzzato con molta competenza ed eleganza i loro bislacchi argomenti - degni della più trita propaganda politica del governo cinese.<br />Ancora complimenti dunque, continuerò a leggerti con piacere.<br />MarcoMilleOrientihttps://www.blogger.com/profile/07575808317253882334noreply@blogger.com