giovedì 14 ottobre 2010

Usa e India: la logica del potere e il terrorismo economico

Rusdhie confronta India e Italia attraverso due forme di potere del passato. A. Rroy ( L'Impero e il vuoto. Conversazioni con David Barsamian, Guanda, 2004) riflette dialetticamente sui nuovi "Imperi" accostando, quasi impercettibilmente, Stati Uniti e India.
Dove risiede oggi il vero Capitalismo?
Quanto si discosta la Globalizzazione dal Colonialismo?
Quante forme di terrorismo esistono?
Quanta  responsabilità hanno coloro che si sentono sfruttati? E i governi che li rappresentano?
La Roy pensa ad Alta voce. Una sorta di intervista-monologo!
Attacca il terrorismo economico e la globalizzazione sfrenata. In India tutto questo ha varie facce. Uno sguardo critico spetta anche al comunalismo degli ultimi decenni.
Ma la polemica costruttiva e intelligente è rivolta anche verso le multinazionali, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale che finanzia assurdi progetti di dighe in India. Uno spreco di denaro che provoca danni ambientali, povertà e scarsissimi risultati a paragone delle aspettative: un esempio la valle del Narmada e i suoi assurdi progetti.

L'Impero per eccellenza è quello americano. Gli Usa sono in realtà l'espressione di un popolo sospettoso, isolato e competitivo; un paese che vive isolato e aggredisce per paura di essere aggredito.

Ma il potere malato è anche all'interno dell'India.
Le logiche di intolleranza e razzismo serpeggiano anche nel subcontinente; attraverso lo Shin Seva, l'RSS e VHP espressioni del comunalismo e della lotta anti islamica.

Anche in India, come in America, l'Impero cerca un capro espiatorio. Una vittima parzialmente colpevole da attaccare preventivamente o da usare come responsabile di tutti i mali. Non è l'Afghanistan degli Usa ma il Pakistan!

Veri e concreti sono gli episodi di terrorismo. Dagli anni 90 in poi la violenza avanza anche in India. Ma il modello in risposta alla violenza è quello altrettanto violento.

Il potere crea i presupposti per giustificare il suo agire.
L'uso della violenza repressiva o accusatoria giustifica una violenza presunta o data come certa. Spesso non si ha tempo di verificare.

Il potere non vuole sapere o cercare la verità perchè pensa di conoscerla.

Il potere si sente comunque legittimato e istiga odio e vendetta così  come è insito nella natura umana, quella natura che l'umanità ama definire così per giustificare le proprie azioni.
Allora diventa lecito anche il massacro musulmano nel Gujarat nel 2002 o la strage sikh a Chittisingh-pura nel 2000

Pochi giorni fa il Times of India ha pubblicato un articolo in merito alla questione del terreno conteso tra indù e musulmani nella città di Ayodhya. Il tribunale di Allahabad ha deciso che lo spazio, dove fino al 1992 sorgeva la moschea di Babri, sarà diviso tra le due comunità. A quanto pare il ricorso è quasi scontato.

E' interessante la coincidenza in merito al tribunale di Allahabad, lo stesso che negli anni settanta ha accusato Indira Gandhi di illeciti elettorali. Da quell'episodio si aprì l'era del Governo autoritario del Congress

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