Quello attuale è un momento politico delicato in Nepal. L'incertezza e l'instabilità accentuano sempre più la nostalgia verso i passati "bei" tempi monarchici. Molto nepalesi pensano sarebbe opportuno tornare all'
ancien regime, nonostante la guerra civile e i tentativi di formare una "vera" Repubblica compiuti fino ad oggi. Ma il principe ereditario
Paras Shah non dà certo il buon esempio. Qualche giorno fa è stato sorpreso dalla polizia tailandese, in un resort di Phuket, in
possesso di 3 grammi di marijuana. Il principe ha passato una notte in carcere ed è uscito su cauzione. La polizia ha perquisito la sua stanza perchè chiamata per dirimere una violenta
querelle con la sua compagna thailandese, una discussione accesa ed animata che ha portato all'intervento delle forze dell'ordine. I nepalesi sembrano molto più interessati all'identità della donna che alle vicessitudini legali del blasonto erede. Pare, comunque, che la donna abbia ammesso la sua colpa. Il suo compagno regale ha deciso invece di affrontare il processo. Il possesso di droga leggera per uso personale non è particolarmente grave in Thailandia. Ma il nostro Paras non è certo nuovo alle forze del'ordine. Nel 2010 era stato arrestato per detenzione ed uso improprio di armi da fuoco in Terai: il principe aveva discusso con un amico, figlio di un ministro nepalese, ed aveva "giustamente" pensato di imporre il suo punto di vista con una pistola. Un'alternativa bizzarra è dunque quella della corona nepalese. Paras Shah è diventato erede dopo la
strage regale compiuta nel 2001 dal cugino Dipendra nella quale morirono il re Birandra Nikram , sua moglie Aishwarya, lo stesso Dipendra e alltri 7 membri della famiglia. Quella notte, per una serie di coincidenze curiose, c'erano tutti i membri della famiglia eccetto Paras e suo padre Gyanendra. Su questa vicenda circolano in Nepal le versioni più incredibili e variegate, a metà strada tra la spy story e la fantascienza genetico-chirurgica. A condire tutto c'è l'immancabile masala del "complotto politico" o l'alta volontà dei servizi segreti. Ancora oggi la maggiore attrazione nella bellissima Kathmandu, per i turisti nepalesi è la visita del palazzo reale dove si è compiuta la strage. Lasciare la città senza aver infilato il dito in uno dei buchi lasciati dai proiettili nel muro della sala da biliardo, uno dei più macabri ambienti della scena del crimine, equivale ad andare a Roma e non vedere il Colosseo o San Pietro.
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