giovedì 26 settembre 2013

L'amore in India: da Bollywood alla scelta di mammà

Sunil è incredulo e divertito. Al secondo piano del  Gandhi Smirti trasciniamo insieme le immagini sul video touch screen interattivo del Museo. Parlare in hindi con me lo diverte tantissimo. Il suo capo gli passa accanto e lo guarda severo. Sta perdendo tempo!
Ma Sunil è affascinato e divertito. Per lui è assolutamente non comune parlare hindi con una straniera, con una donna per di più. Si sorprende del fatto che io lo ascolti e abbia qualcosa da dirgli.
E' meraviglia e perplessità quella sul suo volto quando gli dico che in Occidente non ci sono i matrimoni combinati, che tendenzialmente ognuno è libero di scegliere da solo chi amare e chi sposare.
Sunil è scettico e sarcastico. Come può esistere un amore del genere? Non ha nessun senso.
E' questa l'opinione di un giovane poco più che ventenne indiano oggi riguardo all'amore.
A breve, nel 2015, sposerà Sunita, la ragazza della stessa casta che sua madre ha scelto per lui. E' felice ma preoccupato. Sunita non mostra alcun interesse per lui. E' una bella ragazza. Mi mostra orgoglioso la sua foto sul cellulare. E' carina Sunita, ed è istruita. Ma Sunil è preoccupato perchè Sunita non gli parla. Non nutre nessun slancio nei suoi riguardi e l'ultima volta che si sono incontrati, sotto il controllo di due parenti di lei, gli ha addirittura detto che lo sposa solo perchè deve, che se fosse per lei continuerebbe a studiare o si cercherebbe qualcuno da amare. Come nei film.
Eh si, la nuova India passa attraverso i film. Fino a qualche tempo fa Bollywood presentava storie strappa lacrime dove l'amore era  "quello che si sceglie". Questa tipologia di amore è spesso contrastato, infelice, impossibile. Ma il più delle volte si arriva ad un sereno Happy End.Basta pensare a film come Om shanti Om, Veer Zaraa, Swades, Ek Deewana tha e chi più ne ha più ne metta.
Il cinema allora era un posto per sognare. Il luogo dove si poteva seguire il cuore e il sentimento.
Gli amori cinematografici possono forse alterare un sistema sociale precostituito e diffuso?
Così sembra. E' di pochi giorni fa la notizia di una coppia di giovani indiani innamorati appartenenti a caste diverse. Il loro sentimento reciproco e il diniego famigliare al coronamento del loro sogno li ha portati a fuggire. La ragazza è stata punita con la morte.
Il cinema allora sembra rispondere a queste emergenze. L'amore sullo schermo può essere anche puro, proveniente dal profondo del cuore, scelto senza condizionamenti. La storia può essere anche tormentata e difficile, ma l'happy end non è più scontato. La tragicità del finale lancia un chiaro messaggio ai giovani: potete anche sognare l'amore che viene dal cuore, ma a vostro rischio e pericolo. Si tratta di un sentimento incerto, rischioso, non duraturo e asolutamente pericoloso. Film come Jannath 2, Raanjhnaa, Lootera sono solo alcuni esempi di tale nuova dinamica. La tragicità ha sempre avuto un valore catartico nelle rappresentazioni dei sentimenti umani. A tale valore però sembra aggiungersene uno sociale. La via della felicità è quella del matrimonio combinato. L'amore forse non c'è ma, con il tempo, forse arriverà. Oppure no. Ma le famiglie di origine saranno soddisfate comunque.Una triste considerazione.
Nelle Leggi di Manu si definisce Gandharva "l'unione volontaria di una fanciulla e del suo amante". Tale unione "ha per causa il desiderio e per fine il piacere sessuale" (Leggi di manu III, 32).
Quello Gandharva è il sesto tra gli 8 matrimoni hindu e spesso consiste nel rapimento della sposa con il consenso dei genitori. Non consola sapere che il settimo e l'ottavo sono atti di pura violenza.
Il riferimento a tale rito si trova anche in un bellissimo romanzo di Narayan, Il pittore di insegne. Anche in questo caso la storia finisce male, malissimo.
Il tasso di divorzi, decuplicato negli ultimi 20 anni, riguarda prevalentemente i matrimoni non conmbinati.
Il matrimonio combinato è invece sicuro e protetto. I giovani indiani deludono difficilmante le aspettative e le scelte della loro famiglia. Accettare un compagno significa garantire un equilibrio familiare che non riguarda solo esclusivamente il nuovo nucleo che si viene a creare.
Sunil mi guarda accigliato: Esiste davvero l'amore?

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