Quando si parla di caste anche i più ignoranti pensano all’
India. Il termine casta significa “puro”
e viene definito per nascita, per jati.
Chi appartiene ad una famiglia hindu appartiene anche alla sua casta, al suo varna, il suo colore.
Secondo il Manu smirti,
l’Esposizione dottrinale del dharma attribuita al progenitore della stirpe
umana Manu, le caste si sarebbero determinate dallo smembramento di Parusa,
l’uomo primordiale, l’uomo cosmico che, recitano i i Veda,
fu sacrificato per dare origine al mondo manifesto. Le caste principali sono
essenzialmente quattro.
1- I Brahmani sono
l’emanazione della bocca di Parusa. A loro è affidato il potere della parola. Equivalgono
generalmente alla casta sacerdotale e/o che detiene il potere politico. Hanno
diritto di dare, ricevere, sacrificare, studiare e trasmettere. Genericamente
praticano il vegetarianesimo. Il loro varna, colore di riferimento, è il
bianco.
2-Gli Ksatriya
sono l’emanazione delle braccia di Parusa. Rappresentano la nobiltà guerriera e
sono destinati alla protezione del popolo. Il loro varna di riferimento è il
rosso.
3- I Vaisya sono
l’emanazione delle cosce di Parusa e corrispondono alla casta dei contadini e
degli artigiani. Il loro varna di riferimento è il giallo
4- I Sudra sono l’emanazione dei piedi di Parusa. Sono
addetti alle mansioni più umili e il loro compito è servire per sempre.
Al di fuori di questa quadripartizione troviamo i fuori
casta, gli avarna, detti anche dalit (oppresso) intoccabili o paria. Essi rappresentano circa il 24%
della popolazione e comprendono genericamente le comunità tribali originarie,
gli adivasi,
gli omosessuali, gli eunuchi, gli zingari, gli handicappati o coloro che hanno
alterazioni mentali insieme a coloro che hanno malattie infettive gravi.
Vengono inoltre considerati paria anche tutti i an-arya, nati fuori dall’India. Gli intoccabili hanno una serie di
divieti e preclusioni come quella di entrare nei templi, portare i sandali
davanti a coloro cha appartengono ad una casta alta, bere nello stesso
contenitore di un brahmano e così via.
Il sistema castale è noto come vanashrama dharma o sistema dei quattro colori. In india ci sono
circa 4000 caste e sottocaste. Solitamente si identifica l’appartenenza dal
cognome paterno, ma tale sistema non è sempre valido.
I tratti distintivi dell’appartenenza ad una casta sono: l’endogamia,
l’ereditarietà della professionalità, la commensalità espressa in norme e tabù.
Ogni hindu deve rispettare la propria casta tramite l’osservanza (achara)
e avere sempre il giusto discernimento nell’agire ( vichara). Nascere in una casta
inferiore è cansiderata una punizione per le cattive azioni, e dunque il
cattivo karma, accumulato nelle vite precedenti. Se i sudra si ribellano alla
loro condizione rischiano di peggiorare il ciclo del loro samsara, delle loro reincarnazioni: la loro condizione di
svantaggio sociale potrebbe peggiorare nelle vite successive.
Dal 1950 l’India ha introdotto una legge (l’Articolo 17) che
vieta il concetto di intoccabilità e ciò che ne deriva. Nel 2007 è stata fatta una proposta di legge
per alzare al 27% la quota gli impieghi pubblici riservati agli appartenenti
alle caste basse. Anche se la legge indiana proibisce la discriminazione di
casta, il sistema castale è ancora molto forte. Secondo l’India human development survey, nel 2014 i matrimoni tra persone
di caste diverse sono stati solo il 5% del totale. Oggi, in India, un dalit
subisce un sopruso da una casta superiore ogni quindici minuti: stupri,
assassini, sevizie o totale mancanza di rispetto e sicurezza. Ovviamente nelle
comunità di villaggio questi episodi sono molto più comuni, ma le grandi città
non sono esenti da tali fenomeni. I membri del panchyat, il consiglio di villaggio, infliggono spesso punizioni
disumane verso i dalit che hanno trasgredito qualche norma di casta o hanno
assunto atteggiamenti non adeguati. Spesso queste punizioni sono estreme e si
concludono tragicamente. I fuori casta sono genericamente esclusi dalla vita
sociale ma ciò non si verifica sempre, soprattutto negli ultimi anni. Basti
ricordare che il dalit K.R.Narayan è stato presidente dell’India dal 1997 al
2002, così come sono dalit molti politici e uomi influenti indiani. Dagli anni
80’ il Bsp, il Partito della società maggioritaria si batte per il
riconoscimento dei diritti delle sottocaste le quali, effettivamente, non sono
una minoranza in India, tutt’altro!
Il quadro occupazionale legato alle caste oggi è un po’
cambiano. I brahmani non sono più solo sacersoti ed intellettuali. Spesso
ricoprono ruoli politici importanti o sono inseriti preponderatamente nel
sistema giudiziario e burocratico amministrativo. A detenere il potere
economico sembrano invece essere i vaisya. Le norme a favore dei dalit
funzionano solo marginalmente. Si tratta spesso di persone che non hanno terra
in proprietà (70%) o che non hanno accesso all’istruzione superiore (solo il
30% può permettersi studi universitari). Va dunque da sé che l’accesso a
incarichi lavorativi importanti risulta a prescindere difficoltoso, se non
impossibile. Gandhi riteneva che il sistema delle caste indiano garantisse
ordine e armonia; voleva un sistema castale senza gerarchie e aborriva l’intoccabilità.
E’ davvero impossibile eliminare la gerarchia dal concetto di casta stesso?