Dopo 239 anni di monarchia hindu il Nepal si dà una
Costituzione definitiva! Quella nepalese è una Costituzione composta di 308
articoli. Più di 7 anni per trovare un
accordo che, diciamolo pure, è davvero storico! L’Assemblea costituente ha
approvato il nuovo testo con 507 voti favorevoli e 25 contrari. Alcune
minoranze si sono astenute dal voto.. Uno Stato federale di stampo laico formato
da sette province. Il Rastriya
Prajatantra Party ha dunque fallito nell’impresa
di trasformare il Nepal in uno stato hindu. Il Presidente Ram Buran Yadav, nel
suo discorso di promulgazione, ha dichiarato che in Nepal la “sovranità è del
popolo”, chiarendo così che il paese ha definitivamente chiuso con la Monarchia.
Il nuovo testo costituzionale punta su democrazia,
federalismo, laicità e tutela delle minoranze svantaggiate, come quella madhesi
e tharu protagoniste delle violente proteste delle ultime settimane nelle zone
di confine meridionale.
Questa Costituzione rappresenta un buon segnale di
cambiamento dopo la guerra civile scoppiata nel 1995, il massacro nel palazzo
reale nel 2001 e i fallimenti del rispetto sugli accordi di pace dal 2006 in
poi, nonostante l’affermazione della Repubblica nel 2008.
Dopo il grande entusiasmo di ieri sera da parte della
popolazione, sorgono i primi dubbi. Riuscirà il nuovo documento a garantire
realmente stabilità e diritti alle minoranze non rappresentate in Parlamento? Sarà
capace il Nepal di portare avanti una politica di emancipazione femminile che
garantisca almeno i diritti di eguaglianza fondamentali? Riusciranno i primi
tre partiti politici a improntare un dialogo più o meno equilibrato per
cambiare davvero il paese? Questa importante svolta epocale, ignorata
totalmente da parte del “piccolo” mondo occidentale, potrà rappresentare anche una
svolta economica per i nepalesi così come annunciato dal presidente Yadav ieri?
Le proteste etniche sembrano preoccupanti. A disagio è anche
l’India, rispetto al confine con il Terai. Nelle ultime settimane ci sono stati
circa 40 morti e decine di feriti a seguito delle proteste. Non dimentichiamo
che la guerra civile ha causato la morte di 13000 persone e il paese è ancora
schiacciato dal peso morale e fisico delle macerie del terremoto che lo ha
sconvolto il 25 Aprile e il 12 Maggio.
Per placare gli animi, i leader dei principali partiti
politici hanno dichiarato che sono ancora aperte variazioni inerenti i confini provinciali;
una apposita commissione federale potrebbe occuparsi della questione. In Nepal
ci sono circa 100 gruppi etnici! Se da una parte sembra che questi non saranno tutelati,
dall’altra va notato che i membri del Parlamento devono essere scelti
attraverso una elezione con sistema proporzionale il quale garantirebbe, in
teoria, la rappresentanza delle minoranze.
La nuova Costituzione rigetta totalmente la pena di morte ma
rimane ambigua sui criteri di definizione della cittadinanza per bambini nati
non da entrambi i genitori nepalesi. Il problema sorgerebbe in particolar modo
per le donne che sposano stranieri. Eppure l’Art. 18 dichiara che tutti i
cittadini sono uguali davanti alla legge, indipendentemente da sesso, casta,
religione, tribù o etnia.
Ma nel frattempo un po’ di euforia è più che lecita e ben
vista. I nepalesi hanno festeggiato con fiaccolate e cortei. Il clima allegro
ha riguardato soprattutto la capitale Kathmandu. Jay Nepal!
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