Quella che sembrava una svolta si è rivelata una bolla di sapone. Il 4 Febbraio il Nepal ha eletto il suo Primo Ministro anche grazie al ritiro dalle elezioni del leader dei maoisti. Dopo gli applausi per la scelta politica e la possibilità di formare un nuovo governo stabile, la delusione arriva proprio in merito al vecchio partito al potere.
Il leader Prachanda rivendica un presunto accordo pre-elettorare con Khanal. In virtù di tale accordo, i maoisti richiedono i ministeri dell’Interno e della Difesa, nonché il reintegro dei guerriglieri maoisti nell’esercito regolare. Se ciò non dovesse accadere sarebbe prevista la formazione di un esercito parallelo formato esclusivamente da ex militanti.
Prachanda sa di avere il coltello dalla parte del manico. Se non verrà rispettato l’accordo non si otterranno i numeri necessari per il governo stabile. Il terremoto politico giunge proprio da coloro che sembravano aver assicurato la possibilità di un cambiamento.
I maoisti sanno bene che questo non è il clima sereno per redigere una Costituzione. Nel frattempo, mentre il 28 Maggio- la nuova data limite- si avvicina, i membri dell’Assemblea costituente assicurano che ci saranno eguali diritto per uomini e donne. A garantire i diritti femminili in Nepal c’è la National Woman’s Commision che terrà un Meeting a Kathmandu nei prossimi giorni. Almeno qualcosa!
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