Il
popolo della montagna e' in forte maggioranza buddhista. Il Bhutan e' l'unico
paese al mondo a avere il buddhismo tantrico come religione di Stato. La scuola piu' importante e' quella drupka
dei kagyupa. Il Je Khenpo
e' l'abate capo del clero buddhista mentre i tulku sono i capi
religiosi che trovano la via della reincarnazione.
In
Bhutan si verifica un curioso dualismo:
il je khenpo e i suoi monaci appartengono alla scuola drukpa kagyupa ma
la famiglia reale e la maggior parte dei
bhutanesi seguono la scuola nyngma. Nonostante il Bhutan sia l'unico posto al
mondo dove il buddhismo e' praticato in maggioranza e senza problemi, i drukpa kagyupa non gradiscono la presenza di grandi lama stranieri o fedeli in cerca
dell'illuminazione.
Ma il
Bhutan non e' inospitale. In molti dzong o monasteri, e' possibile
risiedere per brevi periodi di meditazione. Meno ospitale e' la tassa di
piu' di 200 dollari giornalieri prevista per il visto!
I monaci
bhutanesi vengono mandati spesso all'estero perche' mancano centri di
formazione qualificati. Un centro importante e' quello di Shechen, in Nepal, un
luogo di formazione e di meditazione aperto dal lama bhutanese Dilgo Kyentse
Rimpoche.
Del
buddhismo himalayano, nel corso dei secoli, si sono diffuse in Bhutan le
dottrine nyingmapa, kagyupa e sakyapa. Meno successo, se non addirittura
intolleranza, ha avuto la dottrina gelumpa.
Quale
allora il buddismo bhutanese? Da una parte il buddismo tantrico e dall'altra
le misteriose tradizioni bon, il
tutto condito dal luso, il folklore locale.
Ogni
vallata ha il suo spirito, maligno o benigno che sia. I bhutanesi non muovono
un passo senza avere il consenso propizio degli spiriti; ma le esigenze della
vita pratica e moderna hanno indotto, anche i piu' superstiziosi, a ricorrere a
degli stratagemmi. Se un giorno e' ritenuto particolarmente infausto per una
partenza, per l'inizio di un'attivita' o un matrimonio, i bhutanesi
architettano una messinscena per gabbare gli spiriti, fanno cio' finta di
partire o di agire in una data diversa. In questo modo credono di poter
attenuare l'ira degli spiriti maligni ma, al tempo stesso, non rinunciano alla
loro data stabilita.
Molti
spiriti risiedono ovviamente nella natura. Molto particolari sono le tshomen,
le divinita' femminili che vivono nei laghi o negli specchi d'acqua.
Le
figure piu' importanti legate al bhutan sono Gru Rimpoche, Pema Lingpa,
Shabdrung Ngawang Namgyal e Milarepa.
Guru
Rimpoche
(insegnante prezioso) assume anche il nome di Padmasamhava (colui che e' nato
dal loto) e rappresenta colui che porto' il buddhismo tantrico in Bhutan
attraverso la scuola nyngmapa, nota anche come vecchia setta del “cappello
rosso”. I 12 miracoli legati alla figura santa di Guru Rimpoche equivalgono
alle 12 festivita' religiose del Bhutan ( tshechu).
Pema
Lingpa e' un terton, uno scopritore di
tesori, responsabile della ricerca e scoperta degli scritti di Guru
Rimpoche. La tradizione di costruire
porte basse nei monasteri o negli dzong si deve forse alla sua bassa statura.
Shabdrung
Ngawang (colui
ai cui piedi tutti si prostrano) e' un abate drukpa vissuto nella prima meta'
del XVI secolo al quale si deve l'unificazione dello Stato e l'introduzione di
una gestione, in gran parte presente ancora oggi, nella quale il buddhismo ha
un ruolo fondamentale.
La
lingua dzongkha, la lingua bhutanese, e' lingua sacra per
eccellenza perche' usata e tramandata dai testi religiosi. Per i bhutanesi ogni
parola pronunciata nella loro lingua ha
un valore sacrale. E' molto difficile andare al mercato di Thimphu e comprare
un prodotto incartato con un foglio di giornale in lingua dzongkha; i bhutanesi
preferiscono usare i giornali in lingua nepali, hindu o inglese.
Pur
essendo buddhisti i bhutanesi mangiano carne ma non la macellano. Ogni casa ha
un choesham,un altare o santuario davanti al quale sono poste 7
ciotole d'acqua. In occasione di cerimonie importanti i monaci preparano la torma,
una torta rituale fatta di farina d'orzo e burro gli ingredienti dello tsampa
in Tibet. In molti monasteri i pellegrini sono soliti interrogare le divinita'
attraverso la mediazione dei monaci e il tiro dei dadi: i numeri dispari sono
considerati particolarmente fausti e propizi.
Al
mattino, in citta' o nei villaggi, l'aria e' intrisa dal pungente odore di erbe
aromatiche, spesso ginepro, bruciate per avere il favore degli spiriti della
montagna.
Particolarmente
curiosi sono i dzoe o tendo, una sorta di rete composta di
rami e paglia con inserti colorati: si tratta di strani scaccia-spiriti maligni
che spesso vengono arricchiti con fiori o cibarie, per rendere lo spirito piu'
arrendevole!
Nonostante
la maggioranza buddhista e il divieto categorico di conversione al
cristianesimo, in Bhutan c'e' un cordiale sincretismo che permette una convivenza
pacifica con i lhotshampa e i lavarotori stagionali provenienti dall'Assam e dal Bengala.
Un altro
dei segreti della felicita' interna lorda dei bhutanesi e' forse rintracciabile
nelle lontane parole dell'abate Shabdrung Ngawang:
“Chi
detiene una qualche forma di potere non deve dare ai sudditi disturbi non
necessari”
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