lunedì 30 luglio 2012

Gli spiriti del Bhutan e il buddhismo



Il popolo della montagna e' in forte maggioranza buddhista. Il Bhutan e' l'unico paese al mondo a avere il buddhismo tantrico come religione di Stato.  La scuola piu' importante e' quella drupka dei kagyupa. Il Je Khenpo  e' l'abate capo del clero buddhista mentre i tulku sono i capi religiosi che trovano la via della reincarnazione.

In Bhutan si verifica un curioso dualismo: il je khenpo e i suoi monaci appartengono alla scuola drukpa kagyupa ma la famiglia reale  e la maggior parte dei bhutanesi seguono la scuola nyngma. Nonostante il Bhutan sia l'unico posto al mondo dove il buddhismo e' praticato in maggioranza e senza problemi, i  drukpa kagyupa non gradiscono la presenza  di grandi lama stranieri o fedeli in cerca dell'illuminazione.
Ma il Bhutan non e' inospitale. In molti dzong o monasteri, e' possibile risiedere per brevi periodi di meditazione. Meno ospitale e' la tassa di piu' di 200 dollari giornalieri prevista per il visto!
I monaci bhutanesi vengono mandati spesso all'estero perche' mancano centri di formazione qualificati. Un centro importante e' quello di Shechen, in Nepal, un luogo di formazione e di meditazione aperto dal lama bhutanese Dilgo Kyentse Rimpoche.
Del buddhismo himalayano, nel corso dei secoli, si sono diffuse in Bhutan le dottrine nyingmapa, kagyupa e sakyapa. Meno successo, se non addirittura intolleranza, ha avuto la dottrina gelumpa.

Quale allora il buddismo bhutanese? Da una parte il buddismo tantrico e dall'altra le misteriose  tradizioni bon, il tutto condito dal luso, il folklore locale.
Ogni vallata ha il suo spirito, maligno o benigno che sia. I bhutanesi non muovono un passo senza avere il consenso propizio degli spiriti; ma le esigenze della vita pratica e moderna hanno indotto, anche i piu' superstiziosi, a ricorrere a degli stratagemmi. Se un giorno e' ritenuto particolarmente infausto per una partenza, per l'inizio di un'attivita' o un matrimonio, i bhutanesi architettano una messinscena per gabbare gli spiriti, fanno cio' finta di partire o di agire in una data diversa. In questo modo credono di poter attenuare l'ira degli spiriti maligni ma, al tempo stesso, non rinunciano alla loro data stabilita.
Molti spiriti risiedono ovviamente nella natura. Molto particolari sono le tshomen, le divinita' femminili che vivono nei laghi o negli specchi d'acqua.

Le figure piu' importanti legate al bhutan sono Gru Rimpoche, Pema Lingpa, Shabdrung Ngawang Namgyal e Milarepa.
Guru Rimpoche (insegnante prezioso) assume anche il nome di Padmasamhava (colui che e' nato dal loto) e rappresenta colui che porto' il buddhismo tantrico in Bhutan attraverso la scuola nyngmapa, nota anche come vecchia setta del “cappello rosso”. I 12 miracoli legati alla figura santa di Guru Rimpoche equivalgono alle 12 festivita' religiose del Bhutan ( tshechu).
Pema Lingpa  e' un terton, uno scopritore di tesori, responsabile della ricerca e scoperta degli scritti di Guru Rimpoche.  La tradizione di costruire porte basse nei monasteri o negli dzong si deve forse alla sua bassa statura.
Shabdrung Ngawang (colui ai cui piedi tutti si prostrano) e' un abate drukpa vissuto nella prima meta' del XVI secolo al quale si deve l'unificazione dello Stato e l'introduzione di una gestione, in gran parte presente ancora oggi, nella quale il buddhismo ha un ruolo fondamentale.

La lingua dzongkha, la lingua bhutanese, e' lingua sacra per eccellenza perche' usata e tramandata dai testi religiosi. Per i bhutanesi ogni parola pronunciata nella loro lingua  ha un valore sacrale. E' molto difficile andare al mercato di Thimphu e comprare un prodotto incartato con un foglio di giornale in lingua dzongkha; i bhutanesi preferiscono usare i giornali in lingua nepali, hindu o inglese.
Pur essendo buddhisti i bhutanesi mangiano carne ma non la macellano. Ogni casa ha un choesham,un altare o santuario davanti al quale sono poste 7 ciotole d'acqua. In occasione di cerimonie importanti i monaci preparano la torma, una torta rituale fatta di farina d'orzo e burro gli ingredienti dello tsampa in Tibet. In molti monasteri i pellegrini sono soliti interrogare le divinita' attraverso la mediazione dei monaci e il tiro dei dadi: i numeri dispari sono considerati particolarmente fausti e propizi.
Al mattino, in citta' o nei villaggi, l'aria e' intrisa dal pungente odore di erbe aromatiche, spesso ginepro, bruciate per avere il favore degli spiriti della montagna.
Particolarmente curiosi sono i dzoe o tendo, una sorta di rete composta di rami e paglia con inserti colorati: si tratta di strani scaccia-spiriti maligni che spesso vengono arricchiti con fiori o cibarie, per rendere lo spirito piu' arrendevole!

Nonostante la maggioranza buddhista e il divieto categorico di conversione al cristianesimo, in Bhutan c'e' un cordiale sincretismo che permette una convivenza pacifica con i lhotshampa e i lavarotori stagionali  provenienti dall'Assam e dal Bengala.

Un altro dei segreti della felicita' interna lorda dei bhutanesi e' forse rintracciabile nelle lontane parole dell'abate Shabdrung Ngawang:

“Chi detiene una qualche forma di potere non deve dare ai sudditi disturbi non necessari”

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