"Lo splendore di 1000 soli scoppiò nel cielo"
(Bhagavadgita)
"Io sono diventato morte, il distruttore dei mondi"
(R.Oppenheimer, 16/07/1945)
Nella mitologia hindu Agni è il dio del fuoco, figlio del cielo e della terra; rappresenta la forza della luce ed è raffigurato come guerriero invincibile. Quello che è brillato ieri sui cieli dell'Orissa, in India, è un nuovo fuoco. Agni V è il nuovo missile balistico intercontinentale studiato dal governo indiano in funzione anti-cinese. La stampa indiana lo ha definito "China killer". Con le prossime sperimentazioni di questo nuovo "divino" fuoco l'India si appresta ad entrare nel club delle super potenze nucleari insieme a Cina, America, Russia, Gran Bretagna, Francia e Israele. Il nuovo "giocattolino" indiano è costato 480 milioni di dollari. La corsa indiana all'armamento nucleare è cominciata dal 1974, più in funzione anti-cinese che anti-pakistana. Dopo il conflitto del 1962 il rapporto tra i due paesi non si è mai disteso del tutto.
In un momento così delicato per l'economia indiana non si può far a meno di pensare agli investimenti possibili con quel mezzo milioni di dollari.
A.Sen scrive "Le armi di distruzione di massa hanno un fascino tutto particolare; sanno generare un caldo senso di forza e di potere accuratamente separato dalla brutalità e dal genocidio che soli permettono di dirle potenti".
Tra il 1974 e il 1998 l'India ha sostenuto una spesa militare annua pari allo 0,5 del Pil, l'equivalente necessario alla scolarizzazione elementare per tutto il paese.
Già nel 1917 Tagore scriveva "Se nella sua avidità di potere una nazione moltiplica le armi a costo dell'anima, è molto più in pericolo dei suoi nemici"
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