giovedì 11 settembre 2014

A cena con Ramesh: la nuova politica indiana

Kurta bianca inamidata, piedi scalzi e massiccio orologio d’acciao al polso sinistro. Ramesh arriva a tavola con un largo sorriso.
“Ogni tanto bisogna prendersi un periodo di vacanza Sonia. E Pune in questi giorni è impossibile. Troppo caldo e troppa pioggia, si, decisamente tropppa pioggia!”
“Ma Ramesh, mi pare che piova più qui a Darjeling in questi giorni che a Pune!”
“Hai ragione, ma qui la pioggia è diversa, è più tranquilla!”
Più tranquilla sembra essere anche la situazione politica indiana, almeno secondo Ramesh, un amico indiano neochirurgo a Pune. Il monsone non ha ancora cancellato le tracce dell’entusiasmo per l’elezione di Modi.
“282 seggi non sono uno scherzo beti!Vedrai che meraviglie! E non abbiamo tra i piedi neanche il peso del Congress insieme alla zavorra che si portava dietro, l’Alleanza progressista unita. Con quei comunisti! Parassiti che fingevano di appoggiare il governo”
La mia perplessità e l’accenno algi episodi del Gujarat del 2012 lo fanno irrigidire e il suo volto paffuto e bonario si fa torvo, quasi aggressivo. Mi punta il dito contro sporgendosi sul tavolo.
Beti! Quella è acqua passata! Sono tutte fandonie! Chi credi che abbia cominciato? C’è sempre qualcuno che comincia. E di certo non abbiamo cominciato noi. Tu parli hindi e quindi certe sfumature dovresti comprenderle. In campagna elettorale Modi ha cercato di parlare, in hindi e gujarati, dei musulmani mettendo in evidenza la necessità che diventino prima di tutto indiani”
“Perché? Non lo sono già?” Chiedo provocatoria
Arrè beti! Forse non pienamente! Il Congress ha finanziato i viaggi verso la Mecca per i musulmani per fare campagna elettorale e raccogliere consensi. Ha forse pagato il mio viaggio a Varanasi? Ci sono tante minoranze in India. Modi non farà distinzioni per fini elettorali. Saremo tutti uguali. Pensa, anche gli adivasi possono esserlo volendo! A livello economico farà esplodere l’India come ha fatto con il Gujarat”
“E perché e musulmani lo avrebbero votato?”
“E’ chiaro. Perché i musulmani sono ricchi e hanno visto la possibilità di guadagno e progresso. Hai visto Ahmedabad, hai visto che paradiso? E’ una città a maggiornaza musulmana ma hai visto che ordine? Ognuno è al suo posto, tranquillo”
“A me pare che il modello di svilupppo del Gujarat abbia aiutato prevalentemente gli imprenditori vicini al Bjp o lo stesso Modi”
“Esatto, proprio così. Ed è per questo che anche i musulmani hanno capito qual è la strada da seguire. Ricorda beti, le elezioni non le ha vinte il Bjp, le ha vinte l’uomo, le ha vinte Narendra Modi, le ha vinte il nuovo padre dell’India. Abbiamo avuto troppe madri,troppe mother India. Questa terra è già madre, ora ha bisogno di un uomo”
“Ma fino al 2015 non avrà la maggioranza netta al rajya sabha. Dovrà comunque trovare degli accordi con qualcuno nel locale, oppure dovrà andare avanti a decreti amministrativi. Un po’ come facciamo in Italia da un po’ di tempo. Credi che a breve comincerà il suo piano di riforme?”
“Forse no beti. Bisogna avere calma e pazienza. Non sarà neanche facile soddisfare tutti. Imprenditori, lavoratori, minoranze. E' impossibile. Sarai d'accordo no? Qualcuno rimarrà deluso, puoi starne certa. Ma l’India è troppo grande e diversificata. L’importante è soddisfare chi conta.”
“E chi conta in India?”
“Persone che hanno saputo vedere in Modi la nuova Shining India. Ehi ragazzo! Portaci il conto. Arrè, muoviti! Parlo con te”
“Namaste Puspa” chiedo al ragazzo che serve ai tavoli “E tu cosa ne pensi di Modi? Sei felice della sua nuova elezione?”

“Non mi piace neanche un po’! Il 15 Agosto parlava già alle 7 del mattino. L’ho ascoltato attentamente alla televisione mentre lucidavo i bicchieri.  So solo che da quando è al potere il prezzo delle patate e delle cipolle è triplicato. Ma questo non lo ha detto  al Red Fort”

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