Ahmedabad, Agosto 2014 |
Questa crescita miracolosa sembra però essersi arrestata. Oggi il tasso di crescita indiano è al 5% e la disoccupazione sta aumentando in maniera preoccupante; gli investimenti esteri sono diminuiti, l'inflazione è in calo.
Certo gli indiani hanno scelto l'uomo forte, il leader. In molti si mostrano fiduciosi verso questo nuovo "padre della nazione". Fino a qualche anno fa i miei amici indiani mi dicevano "Sonia, you are like my Sonia, my Sonia Gandi". Oggi quel "my" sembra assolutamente scomparso. E forse Modi appare tanto forte e invincibile perchè debole e avvilita è la forza del Congress Party, impossibilitata a muoversi perchè avvolta da una densa melassa di corruzione.
Modi piace un po' a tutti, ma prevalentemente piace all'upper class. Eppure viene dalla casta ghanchi, una classe non particolarmente elevata in Gujarat.
Gli industriali indiani sembrano essere interessanti alla possibilità dell'aumento delle esportazioni e agli sgravi fiscali che Modi, come chief minister, ha garantito in Gujarat.
Gli ultra nazionalisti religiosi, i membri del Rss, saranno forse delusi dai primi passi del Primo ministro indiano. Nonstante Modi abbia militato nel movimento in gioventù, abbia abbracciato il pracharak e venga accusato della non azione rispetto alle sommosse del 2002 in Gujarat, oggi manifesta posizioni più "laiche", se così possiamo definirle. La non informazione fa però in modo che la figura del "difensore degli hindu" aleggi tra le menti degli uomini semplici. Speranza e interesse da una parte, ignoranza dall'altra. Una volta eletti, in un modo o in un altro, si dovrà procedere a mantenere le promesse fatte.
Quali sono le urgenze che dovrà gestire Modi?
- Rivalutare la rupia, oggi ai minimi storici
- Diminuire la malnutrizione. Oggi un neonato su 5 è sottopeso e più del 40% rimane tale
- Omogeneizzare la diffusione del tasso di alfabetizzazione. Ragionare in termini di qualità e quantità
- Diminuire la disoccupazione. Oggi il 70% di brillanti ingegneri indiani è disoccupato e il paese avrebbe bisogno di creare 20 milioni di posti di lavoro l'anno
- Aumentare le esportazioni
- Favorire nuovamente gli investimenti esteri
- Diversificare i settori di sviluppo e crescita, allentare l'entusiasmo fittizio del settore immobiliare e dell'edilizia per puntare verso il consolidamento dei servizi (alimentazione, igiene, istruzione, sslute) e delle infrastrutture
- Combattere la corruzione
- Attenuare le diversificazioni sociali
Tanti compiti. Un'impresa titanica che ha bisogno ti tempo e pazienza.
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