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venerdì 16 dicembre 2011

Le donne indiane dove sono?

A Sunita, Agosto 2009
Recentemente alcune notizie provenienti dall'India ci fanno inorridire. In un ospedale di Haryana un gruppo di medici ed infermieri organizzava aborti selettivi di feti femminili.
Come si può giungere a tanta miseria culturale?

Quello della sex ratio è un problema di molti paesi dell'Asia. La Cina e la politica del figlio unico hanno indotto all'implementazione di un'orrida pratica già largamente diffusa nel paese. Attualmente alle coppie che hanno una bambina viene data un'altra possibilità. Si incrociano le dita e si spera che sia maschio. Si, perchè nelle campagne cinesi la nascita di una bambina, l'unica figlia prima di pagare una tassa per ulteriori figli, può essere una maledizione.

Solo nell'ultimo anno mancano all'appello 60 donne. Nascono 940 femmine ogni 1000 maschietti. In un paese come l'India che si appresta al miliardo e 300 milioni di abitanti, che nel 2020 supererà sicuramente la Cina,  che non ha problemi demografici, la scomparsa di queste 60 bambine è giustificabile solo con un'accurata selezione.Nel 2001 la sex ratio vedeva la presenza di 100 bambini e 94 bambine. Il rapporto attuale in Punjab è quello di 100 a 79,8.

E' vero, l'India è il paese di Sonia  e Indira Gandhi, il paese dei presidenti donne come Pratibha Devisingh Pati, delle leggi che garantiscono, o cercano di garantire quote rosa adeguate in ambito lavorativo e politico. Sonia Gandhi sta premendo affinchè si approvi una legge che garantisca il 33% di incarichi parlamentari.
Ma l'India è il paese dove le donne subiscono ancora umiliazioni e vessazioni indicibili.

- In Rajastan il 56 % delle donne si sposa sotto i 15 anni di età
-Molte donne, rimaste vedove, sono spinte dalle famiglie a scegliere la Sati, la morte sul rogo del marito per essere poi santificate e ricordate come "brave mogli". Il governo ha addirittura emanato una legge, già nel 1929, che scoraggia i testimoni e i sostenitori di tali immolazioni. Il tredicesimo giorno dopo la Sati si celebra una cerimonia di santificazione per la donna pura che ha scelto di seguire il marito anche in morte. Spesso queste immolazioni sono veri e propri suicidi perchè la condizione vedovile indiana è alquanto difficile. Su questo interessante argomento ci sarebbe tanto da dire; un film, Water di D. Metha, ne mette in luce  le caratteristiche.
-Molte vengono stuprate da zii o parenti più o meno prossimi
-Altre vengono picchiate, bruciate o indotte al suicidio per mantenere la dote che hanno portato in caso o poter sposare un'altra donna. A volte le torture peggiori vengono inflitte dalle suocere

E' vero, forse tutto questo avviene solo nei villaggi isolati e poco evoluti culturalmente. Ma di quale cultura parliamo? Sono dunque forse fortunate le bambine che si decide di non far nascere?
Oggi questo fenomeno non è legato solo ai villaggi,  sta aumentando drasticamente anche nelle grandi città. Nel 2030 i maschi indiani saranno il 20% in più rispetto  alle femminucce.


Perchè scompaiono le bambine?
Perchè una bambina rappresenta solo un peso per la famiglia: vestirla, nutrirla, istruirla, vengono considerati gesti inutili, senza frutto, perchè quella bambina, il prima possibile, abbandonerà la casa dei genitori per entrare nella casa del futuro marito. Un matrimonio rappresenta, per le famiglie indiane di bassa estrazione sociale, una spesa ingente e gravosa, la spesa più importante e pesante. Spesso alcune famiglie si indebitano  spaventosamente per poter presentare una dote adeguata. Scarsa dote, scarso marito. Scarso marito, poco onore per la famiglia. E l'onore in India è importantissimo.
Dal 1961  la dote sarebbe, in teoria, abolita, illegale. Di fatto non è cambiato nulla, fatta eccezione per i Nair del Kerala.
Avere un figlio maschio, comunque, è considerato un segno di fortuna e prosperità. il figlio maschio continua il nome della famiglia, rappresenta forza e virilità e si prende carico dei genitori anziani. Ricordiamo inoltre che nella tradizione hindu il figlio maschio è colui  che accende il rogo funebre dei genitori.

Le bambine allora scompaiono: con un'ecografia fetale è possibile stabilire in pochi minuti il sesso del nascituro. In altrettanti pochi minuti, nei tempi giusti e legali, è possibile sbarazzarsi  di un feto indesiderata perchè gravoso.

Ma esiste anche una disuguaglianza durante la  vita.
Normalmente la mortalità femminile è inferiore rispetto a quella maschile. In alcuni paesi asiatici, tra i quali spicca l'India, il tasso di mortalità femminile diventa invece il più alto. Le bambine vengono malnutrite, non viene data loro assistenza medica adeguata, un'istruzione adeguata. Il rischio di morte tra  1 e 5 anni è del 50%. E'anemico  il 60 % delle donne indiane. L'India ha 6 volte più universitari della Cina ma  metà delle donne è analfabeta. 


"Le donne reggono metà del cielo" dicono i cinesi, ma la realtà asiatica sembra sconfessare questa affermazione. Ogni anno in Cina muoiono 39.000 bambine entro il primo anno di vita a causa delle scarse cure e della scarsa attenzione ad esse prestata. In India ogni due ore viene bruciata una donna. In Nepal centinaia di bambine vengono rapite e rivendute ai bordelli di Delhi o Calcutta.


Le donne, in realtà, se riuscissero a nascere e a sopravvivere, potrebbero essere una risorsa importantissima per molti paesi asiatici. Crescere, studiare e trovare un lavoro sono semplici cose che possono cambiare un sistema. ll Kerala ha già fatto questo passo avanti: la mortalità infantile è scesa, il livello di istruzione è salito e con esso lo sviluppo economico.


Le donne possono portare pace: l'assenza di donne, a lungo andare può portare a problemi di ordine sociale e civile. Nelle società dove le donne sono numericamente inferiori o emarginate prevale una cultura aggressiva e violenta. Il terrorismo sembra prevalere  nei paesi dove le donne hanno un livello culturale basso.


E' difficile proporre soluzioni, sopratutto da parte di una donna che si è ormai convinta del fatto che la sua condizione di donna la porta e la porterà irrimediabilmente verso condizioni di discriminazione quotidiana. Si può essere nati, sopravvissuti, istruiti ma, purtroppo, tristemente consapevoli e rassegnati.