mercoledì 29 maggio 2013

Once Upon A Time In Mumbaai Again

Dopo il successo del 2010 il regista Milan Luthria torna con il seguito dello  gangster indiano Once upon a time in Mumbay. Finalmente disponibile il trailer.

Tra gli attori più importanti  Akshay Kumar, Imran Khan (il Ragazzo cioccolato) e Sonakshi Sinha. Criminalità organizzata, mondo del cinema e un po' di romanticismo. La ricetta sembra la stessa del primo film. L'ambientazione è quella degli anni 80. Torna ancora l'immagine di un popolo che  riconosce come protettore e punto di riferimento un malavitoso piuttosto che lo Stato o la legge. Tanta action e malvagità, ma in fondo aleggia una sorta di giustificazione per alcuni atti compiuti. La colonna sonora sembra meno interessante. E' comunque presente quel motivetto di accompagnamento che faceva da sottofondo a tutte le scene d'azione e complotto del primo episodio. Dopo la delusione, almeno a parere dei molti detrattori, di Might night children, aspettiamo l'esito di questa novità

Una storia triste dal Nepal

Una bambina. cosa si è a 11 anni se non bambine? Innocenti e fragili creature in un paese a volte troppo duro. Una povera bimba violentata da un parente acquisito tra le mura domestiche.  La violenza e il frutto di una violenza. Si può diventare mamme a 11 anni? Anche in Nepal succede.
Chi sono le vittime di questi abusi? Ragazzine povere, appartenenti a strati bassi della società. I distretti sono quelli più remoti , marginali o problematici come Jhapa o Dhankuta.
Negli ultimi mesi è aumentato esponenzialmente in Nepal il numero di ragazzine violentate tra i 6 e i 12 anni. Come si può mai giustificare o comprendere un atto simile?
E la polizia locale cosa fa? Finge di investigare e di fare giustizia. Non dimentichiamo che all'inizio dell'anno una giovane nepalese emigrante era stata violentata proprio da un poliziotto doganale.
Dopo il triste evento accaduto alla piccola undicenne  la ABC Nepal si è presa cura di lei; ieri notte ha dato alla luce il suo piccolo di 7 mesi. Piccolo e fragile anche lui, ma è nato maschio. Un chance in più in un luogo dove si gioca una partita impari, quella per la sopravvivenza.

martedì 28 maggio 2013

60 anni di Everest

Nagarkot
Oggi si feseggia il sessantesimo anniversario della scalata dell'Everest. Da quel lontano Maggio del 1953 ci sono riusciti in 4000  ma altri 300 sono morti. Arrivare sulla cima più alta del mondo è diventato molto più semplice. Gli sherpa sono più atrezzati e tecnologici, anche se meno pazienti. Qualche settimana fa un famoso alpinista italiano è stato aggredito da un centinaio di assistenti nepalesi a causa di una discussione su una manovra di salita.
L'Everest, ricordiamolo, è la Madre dell'Universo, la Chogolangma., सगरमाथा, il dio del cielo o  Sagharamatha in nepalese. E' una montagna sacra, è la madre dei nepalesi. Un luogo da rispettare e non insudiciare. Oggi le facilitate spedizioni al Campo base rendono quasi impossibile  l'ipotesi di una montagna pulita.
Se volete vedere il range himalayano accontentatevi della vista mozzafiato da Nagarkot, un delizioso villaggio a circa 30 kilometri dalla capitale, lungo la strada per Pokhara. Aria pulita, paesaggio mozzafiato e rispetto dell'ambiente. Per sentire dentro la sacra madre del Nepal non è necessario essere novelli Hillary.

lunedì 27 maggio 2013

Nepal: i libri e i sogni rubati ai bimbi

Kathamndu 2009
La corruzione e la frode colpiscono anche i bambini e il diritto all'istruzione. Nonostante lo stanziamento da parte del governo nepalese di un miliardo e mezzo di rupie per la distribuzione gratuita dei libri di testo scolastici, mancherebbero all'appello più di un milione di testi. Responsabili della frode sarebbero la Janak Sikshya Samagri Kendra e la Sajha Publication.
L'istruzione in Nepal è un diritto non scontato. Molti bambini non riescono ancora ad accedere liberamente a questa preziosa risorsa. Per alcuni è addirittura impensabile raggiungere ogni mattina la scuola più vicina, quando ne esiste una.
Rubare ai bimbi e al loro futuro significa rubare il futuro dello stesso paese.
E mentre i bimbi sfortunati rinunciano ad un futuro, quelli ricchi fanno un giretto alla diciasettesima fiera del libro in centro città per comprare gli ultimi best sellers occidentali


domenica 26 maggio 2013

Il Festival del turismo nepalese

Anche il Nepal fa marketing e auto-promozione. Tre giorni di festival per promuovere il turismo, la cultura, i prodotti e il cibo nepalesi. In più di 50.000 hanno affollato la City Hall. I promotori sono le agenzie di viaggio, i rappresentanti dei distretti e delle province, i ristoratori, le associazioni e i semplici cittadini intraprendenti. Si possono prendere informazioni turistiche e assistere a piccoli spettacoli culturali. Una novità a Kathmandu. Gli organizzatori ? Il WWAG, il West Womwn Aware Group. L'ingresso parte da 30 rupie per arrivare alle 1000 dei programmi culturali più importanti. Ancora una tentativo dunque per il turismo in Nepal. Sperando che il cielo resti clememte.

venerdì 24 maggio 2013

Piove anche in Nepal!








Aanche in Nepal un'insolita primavera. Monsone in netto anticipo. Ieri la capitale Kathmandu si è totalmente paralizzata. Il traffico fermo per ore. L'acqua ha raggiunto i due metri in alcuni quartieri della città. Il già delicato e instabile sistema fognario e idrico ha ceduto sotto i colpi di un diluvio annunciato; ma non si poteva prevedere una così elevata portata. Adesso la città fa il conto dei danni e  chiude le casse di quegli ultimi affari turistici della stagione. Si attendono i turisti europei dell'ultimo minuto, i folli innamorati d'Asia che sperano di poter scorgere un pezzzetto di azzurro nel cielo del Nepal sopra all'Himalaya

giovedì 23 maggio 2013

Mirabai:la bellezza del bhajan hindi


La dedizione e l'amore. Un canto che insegna la bellezza e la fede incompresa, quella di Mirabai per Krisna.
 Meere to gridhar gopal nella bellissima interpretazione di Vani Jairam and Dinkar Kaikini dal film Meera del 1979. La musica è di Ravi Shankar.
I bhajan  sono una delle espressioni più riuscite della musica classica indiana. Trovano origine dal Sama Veda e sono dedicati a varie divinità. La melodia è solitamente semplice e ripetitiva così come il canto. Emerge prevaletemente la ripetizione del nome della divinità (namasmarana). Gli strumenti più utilizzati sono l'harmonium e le tabla

lunedì 20 maggio 2013

Musica indiana: tutto è possibile!

                                                     Il twist

   Beatles                                             
                     Toto Cutugno
                                  Pretty Woman
                                                                        Thriller
                                    Gan Gnam Style
                                                                        Titanic

Una cosa agli indiani si deve riconoscere nel principio di imitazione: il coraggio, la sfacciataggine e l'incredibile simpatia

domenica 19 maggio 2013

Come posso rinunciare a Maya?

Dimmi Fratello,
Lumbini, Nepal, Agosto 2012
come posso rinunciare a Maya?
Quando rinunciai al costume di legare
dei nastri, ancora allacciai
le mie vesti attorno a me;
e quando rinunciai alle vesti,
continuai ad essere coperto
dalle pieghe. E così,
quando rinuncio alle passioni,
ancora mi resta l'ira;
e quando rinuncio all'ira,
mi rimane l'avarizia;
e quando la cupidigia è vinta,
superbia e vanità rimangono.
Quando la mente è distaccata.
e respinge Maya, rimane
tuttavia avvinta alla lettera.
Dice Kabir: "Ascoltami Santo!
il vero sentiero si trova di rado

Kabir, Il flauto dell'Infinito, V

sabato 18 maggio 2013

Il Nepal e la Cina: un patto di fratellanza a caro prezzo

La strada per Kodari. Una frana durante il monsone. Luglio-Agosto 2010
Kodari. L'ultimo paese nepalese prima del Friendship bridge, il ponte che collega il Nepal e il Tibet. Un posto umido e poco illuminato dal sole. Un paese di frontiera dove nessuno sembra essere consapevole della propria natura. Non sembra neanche di essere in Nepal. Guardando in alto si vede l'imponenete porta blu che porta alla Cina, al Tibet.

I rapporti tra Cina e Nepal stanno diventando sempre più stretti. L'appoggio dato politicamente dal Nepal al controllo delle minoranze tibetane è ormai noto e riconosciuto. Già dagli anni della resistanza Kampa, sull'altopiano dei sospiri in Mustang, il governo nepalese, allora ancora monarchico, non si era tirato indietro quando, negli anni 60, si è operata una forte repressione desiderata dall'ex celeste impero. Molti guerrieri decisero di uccidersi piuttosto che arrendersi o essere imprigionati.

La fratellanza tra Cina e Nepal è però anche di natura economica. Il Nepal rappresenta un facile sbocco verso il mercato indiano. Di contro il Nepal dipende in gran parte da quella energia idrica che  le riserve tibetane possono garantire. Così, mentre il Buthan cede energia all'India, i cinesi pensano ai vicini nepalesi. L'obiettivo sarebbe quello di assicurare una copertura di energia elettrica almeno per età della quotidianità nepalese. Tale obiettivo, previsto per il prossimo inverno, dovrebbe essere reso possibile dalla costruzione di una centrale finanziata dal Dragone.

Il Friendship bridge tra Nepal e Tibet. Agosto 2011
Anche il rafforzamento del sistema stradale nepalese fa parte di tale politica. I luoghi dove sono rinforzate le infrastrutture non sono casuali: il percorso per Kyirong o per Lo Matang a pochi kilometri dal Tibet. Oggi il Trekking in Mustang lo si può fare in jeep evitando così il fascino e la fatica delle antiche mulattiere dei commercianti del sale.

Kathmandu sta sviluppando, come altre città del mondo, un vasta Chinatown. All'apparenza non sembra visibile perchè i cinesi stanno acquistando le attività commerciali che risultano sulle retrovie. I grandi alberghi o i ristoranti. I prodotti dei bazar o dei mercatini rionali nei parchi sono esclusivamente made in China.

Cina e Nepal sono inoltre vicine politicamente. Il potere maoista nepalese, sebbene originato da cause e persorsi diversi, ha molto in comune con alcune correnti del maoismo cinese ancora in voga. Il controllo, l'intimidazione e l'imposizione di un principio da applicare o far  rispettare a tutti i costi sembrano gli stessi.

Oggi l'amicizia sempre più stretta tra i due paesi rende possibile nuove regolamentazioni dei confini. I permessi giornalieri dei nepalesi per l'ingresso in Tibet rendono possibili traffici di ogni genere: merci denaro e persone. Le ragazze nepalesi sono spesso vittime di un commercio del sesso che ha scarsissimo controllo. La maggior parte delle volte le protagoniste sono poco più che bambine.

giovedì 16 maggio 2013

La storia di Laxmi: non era Amore

Foto da qui

Mi  chiamo Laxmi e nel mio paese il mio nome è quello della dea della ricchezza e dell’abbondanza, della dea della fortuna. Sembra uno scherzo vero? Qual è poi la mia fortuna?  Là da dove vengo io le ragazze non scelgono il loro destino e sicuramente  non sono fortunate. Forse la mia famiglia ha voluto darmi la fortuna, almeno nel nome.

Il mio è stato un matrimonio combinato. Non ho scelto. Non ho mai scelto. Quando ero bambina vedevo le altre donne, le ragazze o le innocenti bambine sposare uomini che non conoscevano. Ho sempre pensato che fosse normale. Oggi per me è normale. E’ normale vivere con chi non ho scelto. Mi sono abituata. Ma non sto parlando di amore.

Una volta si, quella volta l’amore l’ho trovato. Ero così felice. Ero così stupida. Pensavo che qualcuno potesse amarmi al di fuori di una scelta impostami. Lui sapeva che soffrivo, lui sapeva che ero disperata e mi ha usata. Anche lui. Quell’amore cieco e folle l’ho pagato. L’ho pagato  quasi con la morte. E alla fine in mano non mi è rimasto nulla perché mentre la mia vita scivolava nelle tenebre e nella vergogna, mentre la consapevolezza della sua indifferenza e del suo usarmi diventavano sempre più coscienti, lui si mostrava per quello che era. La sua vera immagine si  faceva nitida dentro di me e io provavo vergogna. Perché? Perché una donna deve vergognarsi? Perché ha amato una sola volta nella vita? Perché vergognarsi? Perché ci si accorge che non era Amore quello che muoveva le mani e si rifiutava di baciarmi. Non era Amore quello che  fingeva di amare misurando la sua prestazione, guardando l’orologio appeso sopra la porta,  mentre da fuori  giungevano fino a noi  i clackson della città folle. Non era Amore quello che non voleva neanche che mi spogliassi completamente, perché c’era poco tempo e l’essenziale era un punto. Non era Amore quello che sputava a terra dopo avermi usata per eliminare da sè il mio sapore. 
E allora si prova vergogna perché si  comprende che se quello non era Amore allora il mio cos’era? E perché non posso oggi chiamarlo Amore? Cos'è allora l'amore?Perché prevale la vergogna? Perché è questa la mia condizione.

Ho visto il sole per un breve attimo e adesso sono tornata alla mia vita. Condivido una stanza silenziosa con chi non ho scelto di avere accanto. Non parla molto, non parla mai. Nella nostra cultura è normale. Io, da quando sono qui, avrei tante cose da dire, ma non parlo. So che lui non  mi risponderebbe.
Lui è quello che lavora, che finge di farlo, che esce e sta fuori tutto il giorno a far finta di essere un uomo. Decide ogni cosa ma non ne parliamo mai. Io condivido silenziosamente. Nel suo lavoro è melenso e falso. Finge un entusiasmo non suo. Quell’entusiasmo che piace ai clienti. Il cliente ha sempre ragione. Solo io so quanto è falso. Solo io so che è il denaro che vuole.
Avrei potuto studiare. Avrei potuto finire di crescere. Avrei potuto vedere meglio la città. Perché no? Adesso sono qui, in un posto che non mi appartiene. La mia famiglia è lontana. Ora la mia famiglia è lui. Quell’uomo che, ho saputo, neanche mi voleva, perché voleva continuare a divertirsi pubblicamente. So che lo fa ancora. So che frequenta altre donne e a tutte dirà che è la sola. A me non ha bisogno di dirlo. Io gli appartengo. Sono una sua proprietà. Sono l’oggetto che mio padre ha ceduto al suo. E  lui neanche voleva. Lui voleva continuare a vivere da solo. Almeno adesso ha chi cucina per lui, chi fa la spesa e chi, se rimane senza soldi, può vendere l’unico gioiello che ha.

Avrei potuto studiare. Avrei potuto finire di crescere. Avrei potuto incontrare realemente Amore. Ma sono in una stanza, un’unica stanza a guardare le lancette dell’orologio appeso sopra la porta, mentre da fuori arriva il rumore impazzito dei clackson di una città non mia.”

(Laxmi è un nome di fantasia. La sua storia è vera. Ascoltata con la pelle e con il cuore.

martedì 14 maggio 2013

Un poema contro la corruzione in Nepal


Dante venne allontanato da Firenze perchè accusato di baratteria, di corruzione. Scrisse un intero poema per discolparsi e accusare a sua volta i corrotti della sua città.  Oggi i politici corrotti restano impuniti, restano al governo. Qualcuno nel mondo dice "basta" e lo fa in modo originale. La corruzione è un problema dilagante in Italia così come in India e Nepal. Nel distretto di Mahottari, nella zona centrale del Nepal, Sharada Bhusal   accusa i corrotti facendo un lungo sciopero della fame e recitando un lungo poema. Nel suo distretto le appropriazioni illecite dei fondi per lo sviluppo dei villaggi superano i 10 milioni di rupie, un patrimonio per lo sviluppo delle realtà agricole in difficoltà.

mercoledì 8 maggio 2013

मैं वारी जावा

Dal Nepal al Tibet 2011


मैं वारी जावां, मैं वारी जावां
साथों क़ी होया वे कसूर रे 
मैं वारी 
जावां , मैं वारी जावां
दिल तो होया मजबूर 
मैं वारी 
जावां , मैं वारी जावां

L'attesa prima del raccolto


Questa bellissima immagine dal giornale di stamane. E' tempo di raccolto in Nepal. Le stradine sospese tra le risaie son  quelle dell'ultima attesa prima dell'ultimo lavoro. Il caldo, la polvere, la fatica e poi il riposo prima del monsone. Ricominciare con pazienza nei campi adesso dorati e poi trasparenti d'acqua. Là nel paese dove tutto è dolce e crudele.

martedì 7 maggio 2013

La forza dell'unità e le donne indiane

Canto di guerra
"Il mondo intero sta cambiando, sorella mia, ma se tu non cambi, cosa accadrà?
Ora il governo ti aiuta a mandare i tuoi figli alla scuola, ma se non sali anche tu, sul treno dell'educazione, chi ti rispetterà?
Io ti ho mostrato molte strade, sorella mia, ma se non ne imbocchi alcuna cosa accadrà?
Oggi ci sono leggi che ti proteggono, non ci sono più caste, nè alte nè basse, le donne hanno gli stessi diritti degli uomini, ma se ti insultano, ti molestano o ti picchiano e non dici nulla, chi protesterà per te?
Il mondo intero sta cambiando, sorella mia, ma se tu non cambi, cosa accadrà?
Io ti ho spiegato le nuove regole, ma se non le diffondi anche tu, chi le spiegherà alle tue figlie?
Io son qui per voi, sorelle mie, per darvi coraggio, ma se non fate di tutto per restare motivate, che posso fare , io sola, di più?"
                                                                                           Sampat Pal, Con il sari rosa, pag.120

L'India. l'Italia, gli Stati Uniti. che differenza c'è oggi tra questi paesi? Il femminicidio e la violenza sulle donne non hanno latitudine o longitudine. Ci nascondiamo dietro un falso progresso, una falsa istruzione, un intellettualismo esasperato che nasconde solo un'unica verità. La violenza. E non fa differenza se si tratta di uno schiaffo, uno stupro, un omicidio o un lento e perpetuo schiacciamento della dignità e integrità individuali. Il risultato è lo stesso. Ferite non rimarginabili. Madri, mogli, figlie, sorelle. Quanti compiti difficili.
Un passo indietro nella storia e compare una donna: Pandora, Eva, Elena di Troia, Draupadi, Sita. Di chi è la colpa? Chi vuole cercare una colpa? Perchè? Cosa si finge di proteggere? Quello che poi si vuole distruggere?


Gulabi in hindi significa rosa. Un colore prettamente femminile. Chissa poi perchè. Quello della Gulabi Gang in Uttar Pradesh non è il rosa sbiadito delle bambole o degli oggetti frivoli ma quello potente e vivo di un gruppo che ormai ha al suo seguito decine di migliaia di donne dal 2006 ad oggi. Un gruppo che crede nell'unità e nella forza, nei diritti e nell'autonomia femminile. Un gruppo che si batte contro i matrimoni delle bambine, gli abusi e  il dilagare della corruzione in India, quella spina che sembra entrare più vigorosamente nel fianco femminile. Un gruppo. Semplici donne che dicono basta. Che non chiacchierano ma agiscono. A capo di questo esercito rosa c'è una piccola donna con una forza inarrestabile.

venerdì 3 maggio 2013

Le donne in India. Matrubhoomi. A nation without woman


Matrubhoomi. a nation without woman (2003)
Negli ultimi 100 anni in India sono scomparse 35 milioni di donne, vittime di un'illogica violenza  decisa alla nascita.
Questo film, difficile da vedere in India, é il limite di una pratica ormai perpetrata da secoli
Il regista Manish Jha ha  ha avuto coraggio
L'estrema durezza della prima scena è l'overture di una tragica storia impietosamente vera  per milioni di donne in India..e non solo
Dedico  questo film a tutte le donne che hanno subito violenza, soprusi e oppressione, di qualsiasi genere


mercoledì 1 maggio 2013

Il lavoro in Nepal

Nepal newari 2011
La festa del lavoro. Quale lavoro? In Nepal, più che altrove, lavoro è sinonimo di utopia. Sono brandelli di dignità quelli rimasti tra le strade assolate di un'estate già scoppiata. L'instabilità politica non fa che aggravare la situazione. E i sindacati, alzando troppo la voce, diventano incredibilmente responsabili della chiusura di fabbriche e attività. Sono tanti i racconti di coloro che, intimiditi dai maoisti, hanno preferito chiudere e mandare i lavoratori a casa. Nessun governo  al quale riferirsi. Nessuna stabilità. E allora? E allora si va all'estero. Ci si indebita per i prossimi 5 o 6 anni e si vola in Malesya o negli Emirati arabi lasciando mogli non scelte e genitori rassegnati ad attendere un segno, un brandello di spaeranza.
Così alcuni restano lì, in terra straniera. Ad essere sfuttati senza alcun diritto, senza sindacato e senza la memoria di un giorno in cui poter dire: adesso posso tornare a casa e lavorare nel mio paese.
E mentre le braccia forti si piegano al peso di un carico straniero, tra le risaie della valle di Kathmandu metà dei bimbi sotto i 5 anni resta malnutrito mentre attende il suo turno.