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lunedì 21 settembre 2015

Nuova Costituzione in Nepal

Dopo 239 anni di monarchia hindu il Nepal si dà una Costituzione definitiva! Quella nepalese è una Costituzione composta di 308 articoli. Più di 7  anni per trovare un accordo che, diciamolo pure, è davvero storico! L’Assemblea costituente ha approvato il nuovo testo con 507 voti favorevoli e 25 contrari. Alcune minoranze si sono astenute dal voto.. Uno Stato federale di stampo laico formato da sette  province. Il Rastriya Prajatantra Party ha dunque  fallito nell’impresa di trasformare il Nepal in uno stato hindu. Il Presidente Ram Buran Yadav, nel suo discorso di promulgazione, ha dichiarato che in Nepal la “sovranità è del popolo”, chiarendo così che il paese ha definitivamente chiuso con la Monarchia.
Il nuovo testo costituzionale punta su democrazia, federalismo, laicità e tutela delle minoranze svantaggiate, come quella madhesi e tharu protagoniste delle violente proteste delle ultime settimane nelle zone di confine meridionale.
Questa Costituzione rappresenta un buon segnale di cambiamento dopo la guerra civile scoppiata nel 1995, il massacro nel palazzo reale nel 2001 e i fallimenti del rispetto sugli accordi di pace dal 2006 in poi, nonostante l’affermazione della Repubblica nel 2008.
Dopo il grande entusiasmo di ieri sera da parte della popolazione, sorgono i primi dubbi. Riuscirà il nuovo documento a garantire realmente stabilità e diritti alle minoranze non rappresentate in Parlamento? Sarà capace il Nepal di portare avanti una politica di emancipazione femminile che garantisca almeno i diritti di eguaglianza fondamentali? Riusciranno i primi tre partiti politici a improntare un dialogo più o meno equilibrato per cambiare davvero il paese? Questa importante svolta epocale, ignorata totalmente da parte del “piccolo” mondo occidentale, potrà rappresentare anche una svolta economica per i nepalesi così come annunciato dal presidente Yadav ieri?
Le proteste etniche sembrano preoccupanti. A disagio è anche l’India, rispetto al confine con il Terai. Nelle ultime settimane ci sono stati circa 40 morti e decine di feriti a seguito delle proteste. Non dimentichiamo che la guerra civile ha causato la morte di 13000 persone e il paese è ancora schiacciato dal peso morale e fisico delle macerie del terremoto che lo ha sconvolto il 25 Aprile e il 12 Maggio.
Per placare gli animi, i leader dei principali partiti politici hanno dichiarato che sono ancora aperte variazioni inerenti i confini provinciali; una apposita commissione federale potrebbe occuparsi della questione. In Nepal ci sono circa 100 gruppi etnici! Se da una parte sembra che questi non saranno tutelati, dall’altra va notato che i membri del Parlamento devono essere scelti attraverso una elezione con sistema proporzionale il quale garantirebbe, in teoria, la rappresentanza delle minoranze.
La nuova Costituzione rigetta totalmente la pena di morte ma rimane ambigua sui criteri di definizione della cittadinanza per bambini nati non da entrambi i genitori nepalesi. Il problema sorgerebbe in particolar modo per le donne che sposano stranieri. Eppure l’Art. 18 dichiara che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, indipendentemente da sesso, casta, religione, tribù o etnia.

Ma nel frattempo un po’ di euforia è più che lecita e ben vista. I nepalesi hanno festeggiato con fiaccolate e cortei. Il clima allegro ha riguardato soprattutto la capitale Kathmandu. Jay Nepal!

sabato 15 febbraio 2014

Nepal e India: un futuro collaborativo?

Il nuovo Primo ministro del Nepal S. Koirala inaugura il suo mandato distendendo i rapporti con la vicina India. L'ambasciatore  indiano in Nepal, Ranjit Rae, ha fatto i complimenti al nuovo premier e ha dimostrato disponibilità ed entusiasmo per la possibilità di una visita in Nepal da parte di Manmohad Singh. L'ultima visita ufficiale in Nepal da parte del premier indiano risale al 1997.
I buoni rapporti con i "cugini" indiani potrebbero portare miglioramenti al Nepal per possibili investimenti riguardanti il settore della sanità, i trasporti ferroviari, l'energia idroelettrica e l'agricoltura. Un buon rapporto con il vicinato è inoltre indispensabile per pensare a politiche comuni in materia di sviluppo economico, turismo, sicurezza e lotta al terrorismo.
Per il momento la stampa indiana non si entusiasma. Gli iterati fallimenti di redazione costituzionale da parte del governo nepalese non  si possono certo dimenticare con il solo volto rassicurante ed onesto di Koirala e la sua promessa di successo entro un anno.
Non va dimenticato inoltre che Koirala ha ottenuto il consenso grazie alla mediazione maoista e che, per approvare la Costituzione, è necessaria la maggioranza dei due terzi dell'Assemblea. Staremo a vedere!

lunedì 10 febbraio 2014

Il nuovo Primo ministro nepalese

Sushil Koirala  è il nuovo Primo Ministro nepalese, il trentasettesimo della storia  del paese himalayano. Dopo la vittoria del Congress Party nelle elezioni del Novembre 2013, il Nepal si avvicina timidamente al traguardo della Costituzione.
Il tettantacinquenne celibe ha promesso di raggiungere questo importante risultato entro 12 mesi; per farlo è disposto a fare coalizioni di ogni genere,  anche con i partiti meno rappresentati tra i 601 membri del Parlamento nepalese. La scelta di Koirala è stata possibile grazie al contributo del secondo grande partito del paese, l'UML.
Sushil Koirala e Sonia Gandhi
La famiglia Koirala ricorda vagamente la dinastia gandhiana al potere in India. Prima di lui altri 3 membri della famiglia hanno ricoperto importanti titoli politici in Nepal. Sushil, come Nehru, è anche stato in carcere. Una storia rocambolesca che gli ha procurato tre anni di detenzione: il dirottamento di un aereo della Nepal Airline che trasportava denaro utile al finanziamento del partito.
Oltre alle esperienze galeotte, Koirala  ha avuto modo di approfondire una formazione umanistica a Varanasi. Nato nel Nepal orientale, si è infatti trasferito con la sua famiglia in India nel 1960.
Probabilmete, già mercoledì, il Primo Ministro giurerà davanti al Presidente della Repubblica Yadav, sostituendo Khil Raj Regmi, giudice della Corte suprema al quale era stato affidato il governo ad interim . 
Tra le priorità della sua agenda del "nuovo" politico, oltre la Costituzione, appare il tentativo di voler ridurre l'inflazione del paese. Altro problema da affrontare è quello della disoccupazione. Sono infatti sempre di più i giovani nepalesi che lasciano il paese per cercare un'occupazione all'estero. 27 milioni di persone e meno di 2 dollari al giorno non sono certo una rosea prospettiva per la gioventù nepalese. In bocca al lupo Koirala! Chissà che il sesto Primo ministro dopo la fine della guerra civile nel 2008 riesca finalmente a portre a termine il suo obiettivo?