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giovedì 21 novembre 2013

Nepali Congress. Un "nuovo" volto per il Nepal

Con sorpresa e stupore il Congress party nepalese si garantisce la maggioranza ( per ora parziale)  alle elezioni svolte il 19 Novembre. Non sembrano crederci neanche gli stessi nepalesi. Il partito maoista sembrava, tra alti e bassi, quello favorito. E' giunto invece solo in terza posizione preceduto dal  Communist Party of Nepal (Ulm). 

La bandiera del Nepali Congress
Il leader maoista Prachanda denuncia illeciti e minaccia di boicottare il voto in Assemblea costituente. Le tribolazioni  nepalesi non sembrano dunque essere finite. La commissione elettorale ha però rigettato le accuse e continua le operazioni di spoglio dei voti.

Il nuovo volto per il Congress è il cinquattottenne Rajendra Kumar KC, conosciuto  meglio come Rajan, attivo nel Congress dagli anni '90, esperto di economia e rappresentante della municipalità della graziosa Kirtipur.

Sarà stata la supervisione internazionale dell’ex presidente statunitense Carter a portare fortuna al Nepali Congress?

All’indignato Prachanda invece, dopo 6 governi fallimentari, possiamo chiedere di fare un passo indietro. A fare infuriare il leader maoista sarà  anche l'umiliazione per la sconfitta politica delle figlia Renu Dahal  spavaldamente "scesa in campo"?

L'elezione porterà alla formazione di una Costituente  con 601 membri , tra cui 240 eletti con un sistema di votazione diretta . Il voto proporzionale eleggerà i membri di 335 seggi;  i restanti 26 membri saranno nominati dal governo .

giovedì 14 novembre 2013

Nepal al voto: gravissime condizioni in tutto il paese

Gravissima la situazione in Nepal. Una breve chiamata skype per gli aggiornamenti dalla capitale Kathmandu. Nella giornata di ieri le violenze sono aumentate. Nella centralissima Samakhusi, a Kathmandu, un ordigno è esploso ferendo gravemente decine di persone, due sono ancora in fin di vita. Nel pomeriggio sono esplosi altri due ordigni di grandezza e potenza più contenuta. Un ordigno ha colpito anche il leader maoista Prachanda che stava recandosi in un distretto occidentale. L'attentato non ha fatto feriti ma la popolazione è scossa.
Da circa 3 giorni il paese è paralizzato da uno sciopero voluto dai maoisti estremisti. Scontri sono stati registrati anche nelle zone meridionali del Terai. Le macchine, come spesso avviene durante i bandha, vengono fermate e perquisite; i passeggeri malmenati e fatti allontanare. Spesso le macchine accusate di non aver rispettato il fermo vengono bruciate . I turisti si riducono fortemente dando così l'ultimo colpo di grazia ad una stagione che stava concludendosi con difficoltà.Meno di una settimana alle elezioni. cosa altro può succedere?

sabato 24 novembre 2012

Lo schiaffeggiatore nepalese

Alcuni nepalesi sono stanchi delle false promesse, della politica inesistente e disinteressata, della corruzione e dei favoritismi famigliari dei leader di partito. Padam Kunwar ha solo 25 anni e nel 2007 era al fianco della sua famiglia per guidare la rivolta dei maoisti.Il padre ex guerrigliero, la madre e due fratelli orribilmente deturpati dalle atrocità della guerra civile. Ma Padam aveva delle speranze, delle aspettative, il sogno di vedere il suo paese rinascere dalle sue stesse  ceneri.  Leader come Prachanda però, hanno disatteso i suoi progetti e il Nepal oggi si trova in una situazione di sospensione e arretratezza, forse prevedibile ma sicuramente non identificabile come definitiva. Così il giovane Padam si è ribellato e ha schiaffeggiato pubblicamente Prachanda alla fine di un comizio. Nel Medioevo lo schiaffo in pubblica era sintomo di sfida. Forse il giovane ha  lanciato un messaggio chiaro al leader maoista o semplicemente ha espresso la sua delusione.
Quello che ha guadagnato è stato però un linciaggio. I social networks nepalesi lo proclamano eroe mentre i politici lo vogliono condannato per terrorismo. Ieri il padre di Padam è andato a trovarlo in carcere ma non è stato possibile vederlo. Pare sia stato trasferito per motivi di sicurezza.

martedì 13 dicembre 2011

Lumbini: la culla di Buddha profanata da orde di turisti?

Lumbini è sempre stata considerata una delle città più importanti per il  buddhismo.
Lontana dalle calche turistiche, affascina per la sua semplicità e immediatezza.
Molti lo ignorano, ma in questa piccola cittadina del sud  del  Nepal è nato il principe Siddhartha Gautama.
Nonostante il sito faccia riferimento alla giovinezza  del Buddha, dalla nascita fino ai 29 anni circa, i tesori che  vi si possono trovare non sono di certo inferiori a quelli di Kushinagar, Bodh Gaya e Sarnath.

Quella di Lumbini è una terra difficile, il distretto di Rupandhei si trova infatti nel Terai, caratterizzato da una fortissima  povertà. Ma i buddhisti hanno sempre considerato il sito come uno dei luoghi di pellegrinaggio più importanti. Una bellezza cruda, essenziale e vibrante quella di Lumbini. Un luogo avvolto in un tempo e in uno spazio lontani dai ritmi moderni. Anche i nepalesi  non buddhisti ne vanno fieri: Buddha is nepali!

Questa magia rischia però di essere interrotta. Qualche giorno fa i maoisti hanno preso un accordo con la Cina e l'Onu (Lumbini è patrimonio Unesco dal 1997) volto a trasformare il sito in un'attrazione turistica che richiami un folto numero di osservatori rumorosi e inconsapevoli. La manovra economico-turistica del governo maoista non sorprende perchè dal 2008 si sono avute molte iniziative in tal senso: la riduzione del costo per i permessi alle zone ad accesso limitato (per il Mustang si è passati da 500 $ a persona per 11 giorni ai 300 $ trattabili) o lo stesso Turism Nepal Year 2011. Il coordinatore delle attività di sviluppo per Lumbini è il nostro vecchio amico Prachanda, un politico che è lontano ere e reincarnazioni dal pur minimo significato di buddhismo. L'intervento e interesse cinesi non possono che preoccupare: basta ricordare cosa è diventato il Potala a Lasha  o il monastero di Sera. Il controllo cinese dei monasteri  tibetani nepalesi non è certo un mistero, così come la politica collaborazionista del governo nepalese; ne avevo già parlato qui e qui.
L'iniziativa, nonostante il buon proposito di sviluppo, non è piaciuta affatto  ai buddhisti nepalesi che hanno protestato davanti alla sede dell'Onu di Kathmandu.. Una fila di 200 (alcuni dicono 500) monaci che ha manifestato il  proprio dissenso. 


Da anni Lumbini è caratterizzata da assenza di strutture turistiche invasive. E' vietato costruire troppi alberghi  nelle immediate vicinanze del sito archeologico. Non c'è un aeroporto e la strada da Kathmandu (230 Km) non è delle migliori, così come quella dall'India, anche se molto vicina.
Shakun Sherchand, coordinatore dei buddhisti nepalesi spiega così le sue ragioni:


1. Lumbini development area must be declared as an autonomous peace zone. 

2. Marauding of Buddhist cultural heritage, historical sites and archeological treasures by unlawful acts must be deemed as crime against cultural heritage and must be stopped immediately.

3. Lumbini, Bouddha, Swayambu, Namabuddha and other important Buddhist religious sites must be declared as “peace zone”.

4. A separate Ministry for the development of Buddhist concerns in relation to religion, culture and its resources must be established under the representation of Buddhists only.

5. All Buddhist organizations, committees and functions under the Government of Nepal for Buddhist concerns which is affiliated with party politics without our consent will not be honored by its stake holders.

Come dargli torto?

mercoledì 16 febbraio 2011

Nepal:Governo instabile pungolato dai maoisti

Quella che sembrava una svolta si è rivelata una bolla di sapone. Il 4 Febbraio il Nepal ha eletto il suo Primo Ministro  anche grazie al ritiro dalle elezioni del leader dei maoisti.  Dopo gli applausi per la scelta politica e la possibilità di formare un nuovo governo stabile, la delusione arriva proprio in merito al vecchio partito al potere.
Il leader Prachanda rivendica un presunto accordo pre-elettorare  con Khanal. In virtù di tale accordo, i maoisti richiedono i ministeri dell’Interno e della Difesa, nonché il reintegro dei guerriglieri maoisti nell’esercito regolare. Se ciò non dovesse accadere sarebbe prevista la formazione di un esercito parallelo formato esclusivamente da ex militanti.
Prachanda sa di avere il coltello dalla parte del manico. Se non verrà rispettato l’accordo non si otterranno i numeri necessari per il governo stabile. Il terremoto politico giunge proprio da coloro che sembravano aver assicurato la possibilità di un cambiamento.
I maoisti sanno bene che questo non è il clima sereno per redigere una Costituzione. Nel frattempo, mentre il 28 Maggio- la nuova data limite- si avvicina,  i membri dell’Assemblea costituente assicurano che ci saranno eguali diritto per uomini e donne. A garantire i diritti femminili in Nepal c’è la National Woman’s Commision che terrà un Meeting a Kathmandu nei prossimi giorni. Almeno qualcosa!


venerdì 4 febbraio 2011

Notizie dal Nepal:eletto il Primo Ministro

A differenza dell'Italia, dove la politica sembra andare a rotoli, il Nepal arriva ad una svolta. Le elezioni si sono concluse con successo. La riforma elettorale, la volontà di cambiamento, la stanchezza per una situazione ormai al limite e il passo indietro dei maoisti hanno portato all'elezione di Jhalanath Khanal,il leader del CPN-UML, il partito comunista marxista-leninista. Non è certo un volto nuovo per i nepalesi, ma si è scongiurata l'ingerenza maoista!
Il partito maoista negli ultime mesi ha ammorbidito le sue posizioni. Forse è proprio grazie alla decisione di Prachanda di ritirarsi che si è arrivati ad un accordo. 
Il governo in arrivo sarà formato da una coalizione di piccoli partiti, maoisti compresi. Il Congress party rimane all'opposizione.


Il nuovo Primo Ministro è  ben consapevole della situazione in cui si trova il paese:
"We must move ahead very quickly or once again be plunged into crisis," 
"Parliament's main task is to draft the new national constitution and I can assure you that we will achieve that under my party's leadership of the next government."


La posizione moderatrice di Khanal potrebbe essere decisiva  per il raggiungimento degli obiettivi comuni: il reintegro degli ex guerriglieri e la nuova Costituzione.
Nonostante il recente concludersi della missione ONU in Nepal, il segretario  Ban Ki-moon ha manifestato la sua approvazione.


E' opportuno augurarsi stabilità e progresso.

giovedì 3 febbraio 2011

Nepal: al voto per la diciassettesima volta

Comunemente il numero 17 è associato a qualcosa di negativo. Scevro di superstizioni il Nepal tenta nuovamente l'lezione del Primo ministro, carica ormai vacante dal giugno 2010. Per ben 16 volte l'operazione non è andata a buon fine; complici il delicato clima politico e l'assenza di una maggioranza stabile.
I favoriti sarebbero i maoisti, Prachanda in testa, ma nessuno dei 4 partiti candidati (Maoisti,  Nepali Congress , Communist Party of Nepal  e  Madhesi People's Rights Forum) ha una maggioranza schiacciante.
La riforma elettorale, elaborata per far fronte a questa situazione, prevede il ripetersi dell'operazione di voto fino a 3 volte, per assicurarsi, si spera, un risultato chiaro.
Nel frattempo, vicino Pashupatinath, cristiani, musulmani e indù litigano e si contendono un posto per i loro morti. Gli indù nepalesi non hanno bisogno degli spazi necessari agli altri credi e non sono, forse giustamente, disposti a concedere parte di quel territorio sulle rive del  fiume Bgmati a loro caro per la cremazione dei loro cari.

venerdì 15 ottobre 2010

Nepal: applausi di congratulazioni e fischi di disapprovazione

Un paese: due volti. Secondo i dati emersi durante il Millennium Development Goal Award, l’incontro newyorkese dell’Onu sulla povertà, il Nepal sarebbe il primo, tra 49 paesi interessati al progetto, a distinguersi nella lotta contro la mortalità  materna, scesa del 50 %. I successi si devono all’impegno del governo e delle Ong straniere, all’innalzamento  dell’età per le gestazioni e ai piani di prevenzione e informazione igienica diffusi in tutto il paese.

Nello stesso paese  i contadini muoiono di fame, sono costretti a lasciare le loro terre, a spostarsi verso la città. La mancanza di risorse idriche, paradossale in un territorio come quello nepalese, è causata dalla cattiva distribuzione dell’irrigazione, alla mancanza di fondi per attuare piani di rivisitazione morfologica e all’accanirsi di alluvioni e siccità. Questi fenomeni sono dovuti al cambiamento climatico che sta interessando le zone himalayane così come il resto del mondo. Dalla fine di quest’anno si renderà più attivo un progetto, già sponsorizzato  dall’ Alliance of Mountain Countries, che  vede il Nepal come paese guida. Si tratta del Saving the Himalayas (qui le immagini di quello che sta accadendo). Alla fine del 2009 c’è stata anche una manifestazione a Copenaghen (qui le immagini) per sensibilizzare l’opinione pubblica  verso una minaccia imminente che riguarda i nepalesi e il mondo intero. Quello himalayano è un patrimonio naturale inestimabile che va preservato a qualsiasi costo.

Ma l’impegno dimostrato in campo sociale è naturalistico non è sicuramente quello applicato in campo politico.
Sono passati quasi 4 mesi dalle dimissioni di Madhav Kumar e ancora non si è riusciti ad eleggere un nuovo Premier.
Prachanda esce di scena mentre il candidato, Ram Chandra Poudel, del Congress Party, non riesce ad imporre la sua candidatura. I tempi stringono, i nepalesi sono stanchi. Nel clima di festa di Dashain non si pensa alla politica ma alcuni borbottano sottovoce  che sarebbe meglio se si tornasse alla monarchia abbandonando lo stato laico.
Forse un’alternativa più moderata sarebbe quella di un governo di consenso  eletto dal popolo, così da accentuare il carattere democratico che il paese si è dato da 2 anni a questa parte.
Ma i nostalgici della monarchia non sono riusciti ad impedire la non partecipazione dell’ex re Gyanendra alla  benedizione della Kumari, la dea-bambina. Il fatto ha dell’incredibile se si considera che la Kumari è la dea protettrice della famiglia reale. Il rito si svolge ogni hanno e coincide con una festività hindu-buddista legata a Idra, al raccolto e alla fertilità.



Ma l’evento più vergognoso (video) è sicuramente l’ostacolo alle elezioni del governo tibetano in esilio svoltesi, anche in Nepal,la settimana scorsa. I tibetani erano chiamati al rinnovo del Parlamento ma l’esercito nepalese ha confiscato molte delle schede elettorali facendo prepotentemente irruzione nei seggi elettorali.
Dopo l’ascesa dell’  Unified Communist Party of Nepal e del Unified Marxist–Leninist, i ventimila tibetani residenti nella valle di Kathmandu non hanno vita facile.

E’ ancora vivo il ricordo dei pestaggi in occasione delle Olimpiadi di Pechino del 2008. I monaci venivano malmenati a pochi kilometri dal centro pulsante di Kathmandu.
Questi episodi sono una negazione della strada democratica che il Nepal finge di star intraprendendo


mercoledì 2 giugno 2010

Notizie dal Nepal: Costituzione e Maoisti


Dopo la proroga di un anno concessa alla Costituente il 28 maggio il paese continua a vacillare.
Nonostante l'accorato appello de segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon verso un sano equilibrio politico la situazione rimane tesa.
Il primo ministro Madhav Kumar Nepal aveva promesso le dimissioni se si fosse arrivati ad un accordo per quanto riguarda i lavori della Costituzione.
Le dimissioni pero' hanno un prezzo: ancora una volta torna, come nel maggio del 2009, la richiesta del premier sul disarmo degli ex guerriglieri maoisti nonche' la restituzione dei territori sottratti ai civili durante i 10 anni di guerra civile.
Gli accordi verso la formazione di un nuovo governo, dopo le dimissioni di Nepal, prevedono la partecipazione degli ex ribelli maoisti saliti al potere nel 2008.
Il reintegro degli ex guerriglieri nell'esercito regolare richiesto da Prachanda, leader maoista, era stato uno dei motivi scatenanti della crisi di governo dello scorso anno.
Se entro domani il premier non si dimettera' i maoisti, primo partito in Nepal, minacciano nuovi disagi e scioperi simili, se non superiori, a quelli che hanno bloccato il paese all'inizio di maggio.
Proprio il 28 maggio il paese ha festeggiato i 2 anni di Repubblica e il Presidente ha chiesto pace e collaborazione. Mentre i fondamentalisti indu' richiedono il ritorno della monarchia, i lavori della Costituente si protraggono. Il progetto della Costituzione del popolo prevede un presidente all'esecutivo e un Parlamento democratico composto da un'unica camera rappresentante i 12 stati federali.

domenica 9 maggio 2010

Notizie dal Nepal: Aggiornamenti dai bandha


Prachanda ha sospeso momentaneamente lo sciopero. Chiede pero' insistentemente la dimissione di Nepal e la fine dei lavori per la nuova Costituente. Nei giorni scorsi gli scontri sono stati duri tra maoisti e oppositori. Il rischio palese e' quello di una guerra civile. Due giorni fa Prachanda ha dichiarato che non e' sua intenzione arrivare a cio'.
Nel frattempo nella capitale il prezzo del riso e degli ortaggi e' quintuplicato. Fino a ieri si poteva uscire solo per due ore al giorno, dalle 6 alle 8 di sera. Molti negozi comunque hanno deciso di tenere comunque tutto chiuso cosi' i civili hanno avuto problemi per il semplice approvvigionamento essenziale. Solo questa mattina e' stato concesso il rifornimento di 200 tonnellate di verdure nella Valle di Kathmandu e il prezzi hanno cominciato a scendere.
La Farnesina sconsiglia le partenze e le ambasciate straniere (tra le quali anche quella italiana a Delhi) sono in allerta.In realta' l'aeroporto internazionale di Kathmandu funziona regolarmente.
Fortunatamente i turisti bloccati a Pokhara sono riusciti a spostarsi con mezzi alternativi e a breve e' possibile che l'aeroporto venga riaperto.
Questa tregua e' apparente perche' oggi ci sono stati scontri tra maoisti e polizia a Maitighar!

giovedì 29 aprile 2010

Ancora Bandha (scioperi) in Nepal



Prachanda si fa sentire ancora. La situazione in Nepal non è affatto rosea. Ancora una volta viene richiesto l’inserimento degli ex guerriglieri nell’esercito regolare. Questa volta il capro espiatorio sono le scuole private. Soprattutto in città, sono numerose le scuole di natura privata che offrono un livello di istruzione che potremmo definire “superiore” alla media. Consci dell’eccezionalità del servizio, gli istituti hanno alzato e rette (di circa il 30 %) e ovviamente i maoisti sono intervenuti. Paladini della buona istruzione al “giusto prezzo”? Non direi. Comunque il rischio è, ancora una volta, quello di far cadere il governo.
Per il momento sono previsti scioperi ad oltranza a partire da sabato 1 maggio: che data simbolica! Ancora più simbolica se si considera che proprio un anno fa, il 4 maggio, Prachanda si dimetteva dal governo perché il presidente Ram Baran Yadav, timoroso del troppo potere dei maoisti, si rifiutava di integrare gli ex ribelli nell’esercito.
Quello delle scuole è ovviamente un pretesto, anche se valido, per lamentare situazioni per più cogenti: la mancata costituzione e il processo di pace in lenta evoluzione. Il partito comunista unificato (maoista) del Nepal (Ucpn-m) appare determinato, come al solito!
Gli ex ribelli, che hanno la maggioranza in parlamento, chiedono un governo di unità nazionale in grado di rispettare la scadenza del 28 maggio, data entro la quale deve essere completata la nuova costituzione
Lo sciopero in nepal, il bandha, è ben diverso da quello che conosciamo noi. Si ferma tutto..tutto..tutto: attività commerciali, servizi, ospedali, trasporti. La differenza, rispetto alle moderne democrazie occidentali, sta nel fatto che spesso e volentieri chi vi aderisc in un certo senso è “costretto” a farlo.
La capitale è in subbuglio. Tra nuvole di polvere che attendono il monsone, si preparano circa 400000 persone. Qualcuno mi dice che saranno di più, qualcuno di meno.
Gli amici nepalesi, anche lontani dalla capitale, si dicono preoccupati.