martedì 31 dicembre 2013

Un anno di Asia

Rotte
Finisce anche questo 2013. E' stato un anno intenso e difficile. Per qualche mese il blog è stato anche chiuso. L'Asia, così intensa, coinvolgente e abbagliante ha deluso molte aspettative in quel periodo.
E' stato un anno di viaggi , di collaborazioni,  nuovi lavori, letture e conferenze. Un anno vivo in cui il Nepal è salito più in alto, più lontano tra le cime dell'Himalaya, più distante e difficile da comprendere. Un anno in cui la parola indiana è entrata più profondamente dentro di me e gli scorci tibetani hanno concretizzato incontri importanti e fruttiferi. In un anno ci si illude e disillude. In un anno si impara, dopo quasi 15 anni di Asia, ad usare occhi diversi, occhi nuovi, attenti e pazienti.
Si fanno bilanci a fine anno. Si pensa ai buoni propositi. Un anno di Namasteoltre particolare quello appena trascorso. Il primo in cui si è usciti fuori con appena il naso.
Il prossimo sarà un anno di nuovi viaggi, di nuovi lavori, di nuove collaborazioni e...forse pubblicazioni....
Grazie a tutti i miei lettori e sostenitori. Buon anno a tutti

martedì 10 dicembre 2013

Nuovi scenari politici in India?

Cosa succede in India? Le recenti elezioni a Delhi hanno portato un clima di incertezza e sospensione. Non si è riusciti a stabilire una maggiornza solida  ma, con rammarico, si segnala la inesorabile, e neanche tanto lenta, discesa del Congress a fronte della  rapida e inverosimile ascesa del BjP.
Cosa attira tanto del leader Modi? A livello internazionale ci si può sempre chiedere come certi leader dal  tetro passato, nenache tanto malcelato, riescano a garantirsi i consensi generici. Complice del successo di Modi è forse più la stanchezza verso una politica ripetitiva, fallimentare e poco motivata al cambiamento. Non diciamo nenache "corrotta" perchè quello della corruzione è un elemento tipicamente indiano, un po' come il masala. Certo che la sessantasettenne  Signora Gandhi ha perso lustro, appare stanca e demotivata. Ancora non  è ben chiaro inoltre se a seguire le impronte di famiglia sarà Rahul o la figlia Pryianka.  L'erede Rahul appare insicuro  e poco idoneo alla politica, un po' come suo padre.  Pryianka, seppur molto preparata, ha  su di sè ombre non trascurabili legate alle attività più o meno illecite di suo marito Robert Vadra.
 Tutta questa incertezza fa forse direzionare verso idee forti e estreme come quelle del partito nazionalista hindu.  Ma si può  dimenticare la violenza del  2002 in Gujarat? Si può forse dimenticare chi ne fu responsabile "direttamente" o indirettamente?
A emergere, a Delhi, è però il nuovo volto politico dell' Aam Aadmi Party  (il nome è tutto un programma) del provocatore Arvind Kejriwal che irrompe sulla scena con la sua jharu, la ramazza di paglia indiana. C'è bisogno di pulizia ed ordine in India, sotto tutti i punti di vista! . La jharu, però, ha una caratteristica: alza tanta polvere ma tendenzialmente, anche dopo grande impegno di chi la usa, la lascia dov'è. Tanto rumore per nulla? (immagini dal web)

domenica 8 dicembre 2013

Lunch box in Italia

Difficilmente un film indiano arriva nelle sale italiane. Sorvoliamo ogni giudizio sulla serie estiva  della Rai "amori conturbanti" con canzoni  tagliate e trame stravolte.  L'opinione comune è che il cinema indiano sia indistintamente il Bollywood da 4 soldi pieno di costumi fluorescenti, machi dai modi grossolani e donne bellissime che ancheggiano ballando e cantando in playback. Niente di più sbagliato. Il cinema indiano è, come tutti quelli del resto del mondo, caratterizzato da un'infinita varietà di livelli di produzione. I film ballati e cantati sono certo presenti ma  gli spettatori indiani non si accontentano solo di questa offerta.

Quest'anno il bellissimo film Lunch box, diretto da Ritesh Batra, dopo aver avuto un grandissimo successo in India, è approdato al Festival di Cannes dove ha ricevuto il premio del pubblico e, dal 28 Novembre, sbarca sugli schermi italiani. Qui il trailer e qui i cinema dove è in programma questa settimana.
E' un film delicato ma intenso, intriso da una forte poeticità. Una storia d'amore  e di solitudine che si sviluppa attraverso la cucina e piccoli messaggi capaci di toccare il cuore.
I traduttori hanno tradotto Lunch box, un'istituzione, una usanza comunissima in Inida, sorattutto a Mumbay,  con il termine "porta pranzo". Se proprio dobbiamo trovare un termine italiano perchè non "la pietanziera" , così da rievocare il Calvino di Marcovaldo? E' un termine legato a tempi ormai passati ma che racchiede forse di più la malinconia di colui che vive legato a ritmi lavorativi ripetitivi e senza toni di entusiasmo. E' proprio tramite un imprevisto, ad una pietanziera che arriva per errore, che la vita può assumere tutto un altro sapore. Bravissimo l'attore protagonista Irrfan Khan che abbiamo già apprezzato in D-Day (altro film 2013  notevole), Vita di Pi, Slumdog Millionaire e Mumbay Mery Jaan.
 Un applauso al cinema indiano.

mercoledì 4 dicembre 2013

Sufismo e musica orientale a Venezia

Vi segnalo questi interessanti eventi veneziani
Concerto di musiche tradizionali d’Afghanistan 
Martedì 10 dicembre, ore 20:00 Ateneo Veneto Aula Magna ore 20.00
Università “Ca’ Foscari” – Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali –
Comune di Venezia – Centro Pace –
Orient Experience. Un viaggio di sapori, (Venezia Cannaregio, 1847/B e Campo Santa Margherita)
John Baily, liuto rubâb
Veronica Doubleday, voce, tamburo a cornice dayre
Federico Sanesi, percussioni tabla
Introduce Giovanni De Zorzi


Lunedì 16 dicembre ore 18 Ateneo Veneto
Università “Ca’ Foscari” – Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali –
Presentazione del libro di Jean During, Musica ed Estasi. L’ascolto mistico nella tradizione sufi, 
traduzione e cura di Giovanni De Zorzi, Roma, SquiLibri, 2013 con CD allegato.
Ne discute l’autore Jean During con Giovanni De Zorzi e Stefano Pellò.
A seguire brani di musiche tradizionali sufi di area persiana suonate da Jean During sul liuto setâr e
di area ottomana suonate da Giovanni De Zorzi sul flauto ney.

lunedì 25 novembre 2013

Quali violenze?

Le violenze sono tante. Non solo quelle sessuali e fisiche. Nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne ricordiamo differenti forme di persecuzione.
Le donne, da sempre, sono vittime di soprusi e vessazioni.
Quelle della quotidianità, dei colleghi di lavoro che ci ritengono inferiori perchè donne, che non riescono a  riconoscere il nostro ruolo e le nostre responsabilità.
Madri, figlie e mogli, le donne hanno il compito di assistere e fino a quando sono dedite totalmente a questo scopo può andare sommariamente bene. Avere un proprio spazio invece non è concesso. In ambito accademeico, scientifico, intellettuale, culturale, ho visto uomini ridere del ruolo delle donne, del loro impegno, delle loro ricerche. "E' una donna, e qundi è meno brava. Cosa puoi aspettarti da una donna".
Una lenta, costante, inesorabile accusa, un ghigno perpetuo. Non sono che forme di violenza.
E poi c'è la violenza quotidina in casa, quella di mariti e compagni che ci riconoscono solo quando siamo utili al managment familiare. Ma all'occorrenza siamo anche stupide, inutili, non adeguate, imbranate. E allora ci viene chiesto di tacere, di non intervenire, di non fare.
Una lenta, costante parola di questo tipo, ogni giorno, per una vita. Cos'è se non violenza?
A questo si aggiungano le percosse fisiche  e mentali. Anime schiacciate e violentate quotidianamente.
La vilenza ha tanti volti.
Quella che racconto oggi è la storia di Sunita, scappata dal suo carnefice. Scappata da un uomo che non vedeva di lei nulla se non uno spazio da riempire con astio. Una violenza camuffata da amore che giocava su parole vuote e assenti. Quando Sunita ha aperto gli occhi era troppo tardi. Aveva perso tutto intorno a sè.
La violanza ha tanti volti e spesso, troppo spesso, si nasconde dietro la parola amore.

giovedì 21 novembre 2013

Nepali Congress. Un "nuovo" volto per il Nepal

Con sorpresa e stupore il Congress party nepalese si garantisce la maggioranza ( per ora parziale)  alle elezioni svolte il 19 Novembre. Non sembrano crederci neanche gli stessi nepalesi. Il partito maoista sembrava, tra alti e bassi, quello favorito. E' giunto invece solo in terza posizione preceduto dal  Communist Party of Nepal (Ulm). 

La bandiera del Nepali Congress
Il leader maoista Prachanda denuncia illeciti e minaccia di boicottare il voto in Assemblea costituente. Le tribolazioni  nepalesi non sembrano dunque essere finite. La commissione elettorale ha però rigettato le accuse e continua le operazioni di spoglio dei voti.

Il nuovo volto per il Congress è il cinquattottenne Rajendra Kumar KC, conosciuto  meglio come Rajan, attivo nel Congress dagli anni '90, esperto di economia e rappresentante della municipalità della graziosa Kirtipur.

Sarà stata la supervisione internazionale dell’ex presidente statunitense Carter a portare fortuna al Nepali Congress?

All’indignato Prachanda invece, dopo 6 governi fallimentari, possiamo chiedere di fare un passo indietro. A fare infuriare il leader maoista sarà  anche l'umiliazione per la sconfitta politica delle figlia Renu Dahal  spavaldamente "scesa in campo"?

L'elezione porterà alla formazione di una Costituente  con 601 membri , tra cui 240 eletti con un sistema di votazione diretta . Il voto proporzionale eleggerà i membri di 335 seggi;  i restanti 26 membri saranno nominati dal governo .

martedì 19 novembre 2013

Nepal alle urne. Morte e vita: una folle giornata elettorale

Nepalesi al voto
Ed eccoci giunti al tanto sospirato 19 Novembre 2013. Oggi il Nepal ha affrontato le elezioni per eleggere l'Assemblea Costituente. A partire da domani ci saranno i primi risultati elettorali. Per il momento il dato positivo è quello dell'affluenza alle urne, circa il 70 %. Il dato più elevato  mai raggiunto in Nepal.
La giornata è partita male, con una bomba  che ha provocato il ferimento grave di tre persone a Kathmandu. Nel corso della giornata la polizia ha arrestato 4 membri del CPN-M accusati dell'attentato.
Mentre il Comitato elettorale si compiace del risultato dell'affluenza alle urne, la coalizione di 33 partiti guidati dal CPN-M  si dichiara soddisfatta per le azioni di sciopero condotte negli ultimi giorni. Tutti contenti quindi.
Le elezioni sembrano essere state caratterizzate da curiosi eventi  rispondenti ad una dinamica karmica. Nel distretto di Accham una donna ha dato alla luce un bimbo dopo aver espresso il suo voto, direttamente nella circoscrizione elettorale. E mentre una nuova vita, simbolo del futuro politico del paese nasceva, un'altra andava via. A Birgunj un anziano nepalese moriva subito dopo aver espresso la sua preferenza. L'ultimo estremo gesto che forse porterà un miglioramento. Almeno così si spera.


lunedì 18 novembre 2013

Il Programma 2013 di River to River

Il programma 2013 del River to River è disponibile nel sito

Dopo la proiezione del film d'apertura al cinema Odeon venerdì 22 
novembre, è prevista una opening night allo storico 
Montecarla Club di Firenze, dalle 23.30 in poi, per ballare sulla musica 
bollywood e punjabi di Aery dj e sul funk di Biga dj.

Nepal blindato alle soglie del voto

Nepal al voto
“On behalf of the Election Commission (EC), I request all citizens to take part in the elections fearlessly and cast vote independently,”
"A nome della Commissione elettorale ( EC ) , chiedo a tutti i cittadini di partecipare alle elezioni senza timore e con voto espresso in modo indipendente "
Sono le parole del Presidente della Commissine elettorale nepalese Nil Kantha Uprety ad un giorno dalle elezioni politiche.
La situazione, che negli ultimi giorni si è fatta più tesa, ha raggiunto il suo culmine in una sorta di segregazione interna. Da due giorni sono infatti stati sospesi gli ingressi e le uscite da e per l'India. Il paese è avvolto in una morsa di controllo e sicurezza. I confini  di terra con la Cina restano per il momento aperti ma le forze di polizia dispiegate nella zona di Kodari aumentano di ora in ora. La circolazione di mezzi a Kathmandu è praticamente ferma. Molti nepalesi sono in viaggio da giorni per raggiungere il loro seggio. Alcuni sono costretti a spostarsi a piedi dato il pericolo legato agli episodi di attentato sui mezzi pubblici dei giorni scorsi. Quest'anno i nepalesi si cimenteranno con il rinnovato sistema elettorale proporzionale. Tale nuovo metodo scontenta molti perchè in verità non garantisce un'adeguata rappresentazione delle diverse etnie nepalesi. Quello del federalismo è uno dei motivi della profonda crisi del governo maoista iterato. 120 etnie e 120 lingue sono difficile da fa andare d'accordo; soprattutto se il potere centrale non riesce a garantire solidità e costanza nelle azioni di governo. I nepalesi non vedono nessuna possibilità in questa nuova tornata elettorale. Se si esclude qualche volto giovane e nuovo, i politici in lizza per il potere sembrano essere sempre gli stessi. Quale dunque il cambiamento possibile se negli ultimi 5 anni non si è riusciti ad ottenere significativi miglioramenti?
Nel frattempo i maoisti intransigenti danno fuoco alle sedi elettorali e distruggono conpiuter e registri. Il monito di Uprety e l'invito al rispetto della democrazia sembra avere scarsa incisività. e mentre. E mentre Amnesty international si indigna per le torture inflitte ai nepalesi in Qatar,  il popolo rimansto a casa si raccoglie in casa e guarda alla giornata di domani con trepidazione e preoccupazione. Una nuova condizione economica in Nepal potrebbe infatti significare il reinpatrio di tanti giovani ora in difficoltà e "schiavitù" negli emirati arabi.

giovedì 14 novembre 2013

Nepal al voto: gravissime condizioni in tutto il paese

Gravissima la situazione in Nepal. Una breve chiamata skype per gli aggiornamenti dalla capitale Kathmandu. Nella giornata di ieri le violenze sono aumentate. Nella centralissima Samakhusi, a Kathmandu, un ordigno è esploso ferendo gravemente decine di persone, due sono ancora in fin di vita. Nel pomeriggio sono esplosi altri due ordigni di grandezza e potenza più contenuta. Un ordigno ha colpito anche il leader maoista Prachanda che stava recandosi in un distretto occidentale. L'attentato non ha fatto feriti ma la popolazione è scossa.
Da circa 3 giorni il paese è paralizzato da uno sciopero voluto dai maoisti estremisti. Scontri sono stati registrati anche nelle zone meridionali del Terai. Le macchine, come spesso avviene durante i bandha, vengono fermate e perquisite; i passeggeri malmenati e fatti allontanare. Spesso le macchine accusate di non aver rispettato il fermo vengono bruciate . I turisti si riducono fortemente dando così l'ultimo colpo di grazia ad una stagione che stava concludendosi con difficoltà.Meno di una settimana alle elezioni. cosa altro può succedere?

lunedì 11 novembre 2013

Nepal: le elezioni tra paura e sfiducia

Kathmandu, luglio 2012

Pronti, partenza...? Riuscirà questa volta il Nepal ad arrivare al via? Quale il traguardo che si pone? Il 19 Novembre sono previste le elezioni in tutto il paese dopo cinque anni di delirio politico e quattro governi nei quali le intese e le coalizioni si son fatte via via sempre più difficili e precarie. L'obiettivo principale è quello di eleggere un'Assemblea costituente. Si fronteggiano più di 130 partiti in un clima di tensione e minacce. La scelta spetterà a 12 milioni di elettori. Nelle settimane scorse il Comitato elettorale ha invitato i leader alla prudenza negli ultimi comizi. Numerosi sono stati i casi di minaccia, attentato e ritorsione. Alcuni partiti, come il Comunist Party of Nepal-Maoist di Mohan Baidhya, si sono dichiarati dell'avviso di boicottare le elezioni; altri, come quello maoista radicale hanno proclamato un bandha, uno sciopero generale dal 10 al 21 Novembre. A scontrarsi sono prevalentemente  il Partito comunista-maoista (CPN-M), una fazione dell’UCPN-M, il Partito comunista unificato Marxista-Leninista.  Ad ottobre è addirittura morto un candidato CPN-UML a seguito di un attentato.

Molti nepalesi risultano preoccupati per il ritardo nella consegna delle schede elettorali. La commissione elettorale ha garantito a tutti la possibilità di votare con il solo documento di identità qualora la distribuzione delle schede non dovesse avvenire in tempi utili. Preoccupazione e poco entusiasmo. Le strade chiuse dal bandha vedono la presenza di volti immobili e  scoraggiati nei confronti di una politica che negli ultimi anni ha saputo solo deludere.

Nelle campagne elettorale i punti  toccati da molti partiti riguardano l'accesso alle risorse idriche, la capillarizzazione ed efficienza del sistema elettrico, lo sviluppo del turismo, il miglioramento del sistema scolastico e , ovviamente, l’introduzione di una politica economica che sappia rilanciare il paese. Per quanto riguarda l’economia, il Congress party, dato solo al 19 % nelle proiezioni,  punta tutto sull’agricoltura, sullo sviluppo tecnico ed infrastrutturale.

Negli ultimi anni, soprattutto a partire dalla fine della guerra civile, il turismo ha inciso progressivamente sempre di più sul Pil nazionale. Nell'anno del turismo, il 2011, ha sfiorato il 2,5%.  Ma si potrebbe fare molto di più.

Un dato interessante è la presenza di numerosissimi giovani tra i candidati. Per la prima volta, inoltre, si è fatto un larghissimo uso dei mezzi di comunicazione informatici, dei social networks  e della rete in genere.


Attualmente il partito favorito sembra essere il Communist Party of Nepal con il 38 % di preferenze, seguito dal Congress party e dal Communist Party (UML) con il 17 %. Il notevole successo di partiti di estrema sinistra è largamente giustificato dalla presenza di un retaggi ancora prevalentemente latifondistie dalla perseveranza di differenze sociali che spesso mettono a seria prova la possibilità di sopravvivenza.

giovedì 7 novembre 2013

Chhath festival 2013. Il sole che purifica.

Rani Pokhari, Kathmandu 2008-2009
E dopo la luce e la speranza di ricchezza  di Diwali arriva  prosperità anche dal sole purificatore.  Il Chhat festival è un evento importante in Nepal  e in molti altri paesi del subcontinenete. Una festa hindu che ha tanti interessanti significati.
Siamo nel mese di Kartik in Nepal. Il festival, della durata di tre giorni, prevede la preparazioni di cibi speciali, non contaminat e l'offerta di prasad presso i principali templi posti nei pressi di acqua. L'offerta mattutina al sole coincide con la fine di un digiuno di purificazione. Le richieste fatte a Surya sono quelle di ricchezza, salute e purificazione, soprattutto della pelle. Moltissimi adolescenti tormentati dall'acne si recano all'alba presso il Rani Pokhari, रानी पोखरी (il lago della regina), uno stagno con un tempietto storico di epoca Malla costruito a Kathamndu dal  re Pratap per la sua regina disperata per la perdita del giovane figlio Chackrawotendra. Il Rani Pokhari è aperto solo per 2 giorni l'anno e in esso viene celebrata la Bhai tika, la benedizione delle sorelle ai fratelli.
Questi riti hanno origini antichissime. La prima a pregare il sole per ottenere la salute dei cari sembra sia
stata Draupadi nel Mahabharata.
Intristisce sapere che, a pochi giorni dalle elezioni in Nepal, i partiti abbiano litigato tra loro per l'organizzazione dell'evento e per la raccolta fondi legata ad esso. Pochi giorni e il Nepal saprà il suo destino politico e costituzionale. Che Surya possa illuminarne il cammino!

lunedì 4 novembre 2013

Apri! L'amore non esiste: una testimonianza

Nepal, 2008
Porto il nome di un fiore. Mio padre volle questo nome perchè mi amava infinitamente e voleva il meglio per me. A nove anni mi incantavo davanti alle spose del mio villaggio. L'hennè sulle loro mani mi affascinava. Spesso aspettavo che il pandit lasciasse il tempio o che la custode si allontanasse. Passavamo davanti al tempietto di Vishnu e con le corte dita ci mettavamo reciprocamente il sindur lì dove i capelli cominciano la loro cascata corvina. Sciocche ragazzine! Cosa aspettavamo?

Mio padre mi parlò del mio futuro marito  all'età di 12 anni.  Il suo fiore doveva avere il meglio. Il suo meglio diventò il mio incubo. Yadav era ricco, ricco rispetto ai giovani del mio villaggio. Suo fratello era all'estero a fare il manovale,  un altro fratello aveva un chioschetto, un piccolo chai shop  in una buona posizione perchè davanti al tempio di Shiva. Ma lui, Yadav, apparentemente non aveva prospettive.

Quando mi vide non nascose il suo disprezzo. Ero burrosa allora. Adoravo i dolci di Amma. Non ne potevo fare a meno e nessuno in casa me li vietava. Yadav non mi disse una parola. Forse mi trovava piccola e stupida. Non mi rivolse la parola. Vedevo i sogni di hennè e sindur sfumare in indefinite lingue rosse.

Venni a sapere che preferiva vivere in città in una piccola stanza. Sapevo che non aveva abbastanza denaro per rimanervi ma l'idea di fare il contadino lo atterriva. Disprezzava tutti noi ma al tempo stesso disprezzava anche le persone di casta che gli permettevano di sopravvivere. Molte persone mi parlavano di lui. Sapevo che un giorno sarebbe stata lui la mia rossa vita futura.

Il giorno del matrimonio lo passai a piangere. Non volevo lasciare la mia casa per andare con quell'uomo dal volto teso e imbronciato. Il tempo non mi consolava. Yadav non mi disse una parola se non "Apri!". Quella parola, l'unica pronunciata da mio marito, significava una sola cosa, che dovevo aprire i miei vestiti, e rapidamente. Non una carezza o una parola se non quell'"Apri!". E poi, in pochi istanti violenti e soffocati, tutto finiva, in silenzio. Si alzava e andava via. Non amava dormire con me. Rimanevo al villaggio, da sola con sua madre e la litania della sua asma o con il silenzio accigliato di suo padre. Sapevo che quello era il mio compito: assistere i suoi genitori. Yadav non aveva sorelle  o  parenti vicini. Non veniva mai a casa. Il suo ritorno era un semplice e secco "Apri!". Aspettavo con terrore quel momento.
Prima del matrimonio ero stata al cinema con una mia cugina sposata. I volti dei divi sul grande schermo descrivevano dei sentimenti così forti. Chiesi a mia cugina se fosse quello l'amore. "L'amore non esiste. Almento non per noi"  La sua risposta mi atterrì. Era sposata da appena un anno e il suo era stato un matrimonio d'amore!

Visitai Yadav in città. Non sapevo cosa fare in casa. Non potevo muovermi da sola in quel luogo così grande e misterioso. Non conoscevo nessuno. Yadav non tornava a pranzo. Non amava la mia cucina.  La sera spesso i suoi amici venivano a bere nella nostra stanza. Mi coprivo il volto con la dupatta e passavo ore vicino al rubinetto esterno. Fino a che erano presenti i suoi amici con schiamazzi e volgarità, sapevo che il momento dell"Apri" si sarebbe allontanato.

In uno di quei giorni grigi trovai quelle lettere e le fotografie. Sotto il letto, non troppo nascoste, in una scatola. Parlavano di sentimenti, di litigi, di passione e vicinanza reciproca. Il volto che sorrideva nella foto era diverso dal mio. La carnagione era chiara. Forse una ragazza di casta alta.
Ma quelle lettere parlavano anche di tormento e delusione. Quella donna doveva aver provato qualcosa di molto forte. Non riuscivo a capire il suo stato. Sapevo solo che l'oggetto di tanta emozione era colui che adesso era mio marito.

Mi trovò così, sbigottita, a terra, con le lettere sul sari sgualcito. Si arrabbiò molto ma non sembrò giustificarsi. Per la prima volta mi parlò direttamente. Mi parlò delle difficoltà  della vita in città, dei sogni che non era riuscito a realizzare. Nelle sue parole c'era astio e risentimento. Verso chi? Cosa avevo fatto di male? Mi spiegò che c'era sempre bisogno di denaro e che procuraselo non era facile. E così aveva trovato quella donna di casta alta. Una donna sola che si era innamorata di lui e lo manteneva. "E' stato facile. E' bastato essere gentile. Sapevo che la sua famiglia era ricca. Che poteva spillare denaro ai suoi. Mi dava denaro, viveri e tutto quello di cui avevo bisogno. Ma poi mi sono stufato perchè mi richiedeva attenzione e tempo. Ottenere quello che volevo non era più così facile. Mi sono stancato. Adesso racimolare i soldi non è facile".
Ero attonita. Non sapevo cosa dire. Non so dove trovai il coraggio per dirgli quello che gli dissi.
"Ma lei parla di amore. Di sentimenti? Noi eravamo già sposati quando..."
"Povera sciocca. L'amore non esiste! Per nessuno!"
Ancora una volta quella sentenza. I miei sogni di sindur ed hennè erano infranti da tempo.

Sono passati tanti anni. Yadav è partito. Ha raggiunto suo fratello. L'ultima volta che l'ho visto il  mio piccolo Sunil aveva 2 anni e mezzo. Il frutto dorato di uno di quei momenti in cui ho dovuto "aprire" . Ancora oggi mi sorprendo davanti agli occhi grandi e buoni di mio figlio. Come può, da tanta indifferenza e sofferenza nascere uno splendore simile?
Io e Sunil passiamo ore seduti davanti al cortile della casa dei genitori di Yadav. Le sue manine si estendono verso di me. Mi sorride quando nascondo il viso con la dupatta chiudendone le estremità laterali
. "Apri!" mi chiede spostando il velo con la manina paffuta "Mamma, dammi un bacio!".
L'amore esiste. Anche per noi!

In India oggi 24 milioni di bambine sono costrette al matrimonio precoce. A metà Ottobre l'India si è rifiutata di firmare la risoluzione Onu che vieta tali pratiche. Hanno firmato, tra i 107 paesi, anche Nepal, Ciad, Niger e Mali. luoghi dove le spose bambine sono milioni ogni anno. Per molti gram pamchayat indiani, i consigli di villaggio, far sposare in tenerà età una giovane garantisce l'allontanamento dalle possibilità di stupro. I problemi sociali e di salute che emergono da tali  usanze sono incalcolabili!


lunedì 28 ottobre 2013

River to River 2013

Ringrazio ancora una volta Selvaggia Velo per le notizie inerenti l'imminente River to River 2013. Dopo il grandioso evento dello scorso anno, con il notissimo Amitabh Bachchan ecco le prime  proposte interessanti  per  quest'anno. Per saperne di più cliccate qui.


Dal 22 al 28 novembre al cinema Odeon di  Firenze arriva il  meglio
della cinematografia indiana contemporanea

La star e attivista indiana Shabana Azmi madrina del
13° River to River Florence Indian Film Festival

Alla Azmi sarà dedicata la prima retrospettiva italiana dei suoi film.
Il festival, dopo Firenze, sarà con il ‘best of’ al Nuovo Cinema Aquila di Roma
(29 novembre - 1 dicembre) e allo Spazio Oberdan di Milano (Febbraio 2014)


Sarà l’attrice pluripremiata e attivista indiana Shabana Azmi la madrina del 13° River to River Florence Indian Film Festival, unico festival italiano interamente dedicato alla cinematografia indiana, che si terrà a Firenze (Cinema Odeon, Piazza Strozzi 1) dal 22 al 28 novembre. In programma  oltre 40 film, tra prime nazionali, europee e mondiali e 4 eventi speciali, 1 retrospettiva, incontri con attori e registi e una mostra di arte contemporanea.

Shabana Azmi, attrice di oltre 120 pellicole, sarà l’ospite d’eccezione del festival - grazie al supporto dello store multibrand LUISAVIAROMA che sostiene l’arte e l’interazione tra le culture - e verrà omaggiata con la prima retrospettiva italiana dei suoi film, con la proiezione di capolavori quali Ankur (1974) di Shyam Benegal, Citta della Gioia (1992) di Roland Joffè e Fire (1996) di Deepa Mehta. La star è conosciuta in tutto il mondo anche per l’impegno nel sociale per i diritti delle donne e la lotta contro l’Aids, ed è rappresentante del Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione e ed è stata un membro dell’Assemblea degli Stati del Parlamento Indiano.


Il River to River, diretto da Selvaggia Velo, con il Patrocinio dell’Ambasciata dell’India in Italia e il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, prosegue nel suo cammino di ricognizione nei territori del cinema indiano, per raccontare le mille facce di una realtà lontana e spesso poco conosciuta in Italia e in Europa, attraverso i film di registi noti e giovani talenti emergenti. La tredicesima edizione è suddivisa in tre sezioni: lungometraggi, documentari e cortometraggi.
 Sarà il pubblico a decretare per ciascuna categoria il vincitore del premio “River to River Bitebay Audience Award” che entrerà di diritto nella “collezione” di pellicole della Mediateca Regionale Toscana. Non mancherà il cinema di Bollywood, genere che sta riscuotendo consensi anche nel nostro Paese e, tra gli eventi speciali, il sodalizio artistico con l’Anifest - festival di cinema di animazione di Mumbai - presente con 5 cortometraggi di animazione in anteprima europea. Saranno inoltre proiettati 4 corti di altrettanti studenti
provenienti dal Film and Tv Institute of India e la Whistling Woods International, le due scuole di cinema più importanti del Paese.

Molti i momenti di approfondimento con attori e registi ospiti e altrettanti gli eventi collaterali: tra tutti lunedì 25 novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, l'Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Firenze con la Fondazione Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights/Europe e Nice Festival, in collaborazione con il River to River organizzano una giornata di conferenze sul tema del rispetto della donna (Palazzo Vecchio, Piazza della Signoria), la giornata si concluderà con una proiezione serale sul tema della donna in India (Cinema Odeon). Durante il festival non mancheranno i momenti ludici, come  le lezioni di “danza Bollywood” (i balli tradizionali conosciuti dal grande pubblico grazie al cinema popolare indiano).

Una selezione dei “best of” e i film vincitori dell’edizione 2013 saranno proiettati a Roma, da venerdì 29 novembre a domenica 1 dicembre, presso il Nuovo Cinema Aquila (via l’Aquila n.66) e, a febbraio 2014, allo Spazio Oberdan di Milano (Viale Vittorio Veneto n.2).

Il River to River Florence Indian Film Festival è realizzato con il contributo di Regione Toscana e Fondazione Sistema Toscana Mediateca, Ente Cassa di Risparmio di Firenze e OAC Osservatorio per le Arti Contemporanee, l’Ufficio Nazionale del Turismo Indiano di Milano e in collaborazione con il NFAI - National Film Archive of India, Istituto Luce e Palazzo Tornabuoni.
La tredicesima edizione inaugura una nuova collaborazione con l'Azienda Salvatore Ferragamo, da sempre attenta al dialogo con il mondo dell’arte, della cultura e del cinema che entra per la prima volta nella rosa di sponsor della manifestazione.
Il festival si avvale anche del supporto dei seguenti sponsor: Coco-Mat, Instyle, Klopman, Hotel Roma, Pensione Canada, Obika Mozzarella Bar e Vini Mazzei.

Tutti i film sono in lingua originale sottotitolati in italiano e in inglese.
Biglietto unico: intero 5 euro, ridotto 4 euro; biglietto giornaliero: intero 8 euro, ridotto (studenti, soci Coop, soci Arci) 7 euro.

sabato 26 ottobre 2013

Jazzmandu: il jazz a Kathmandu

Da jazzmandu.org


Il Nepal ospita in questi giorni l'edizione 2013 del Festival jazz Jazzmadù. La capitale Kathmandu vive giornate di ritmo e movimento con un cartellone ricco di iniziative. Si tratta dell'11 ° Surya Nepal Kathmandu Jazz Festival. Le performances, dal 24 al 30 Ottobre, riguarderanno artisti provenienti da Francia, Cuba , India, Stati Uniti, Australia, Svizzera e Olanda insieme, ovviamente ai musicisti nepalesi. La tradizione statunitense mescolata ai ritmi himalayani. Un'iniziativa per valorizzare l'educazione musicale, l'integrazione e il turismo. L'unico difetto, forse, è il prezzo proibitivo, circa 1000 rupie, per alcuni eventi. Dubito che i giovani nepalesi, seppur interessati al jazz, possano partecipare
Complimenti comunque !

venerdì 25 ottobre 2013

Il Nepal controllato

Spiando i nepalesi. Patan, Nepal, Agosto 2010
E' vero, in questi giorni si fa un gran parlare delle intercettazioni americane nei confronti di stati influenti. La stampa estera ironizza sulle motivazioni che potrebbero indurre il "grande scan" americano ad intercettare i politici italiani. L'Italia, si legge, non ha certo la risonanza della Germania o della Francia!
Chi è di questo avviso allora, allo stesso modo, avrebbe difficoltà a comprendere i giochi di intercettazione del subcontinente. Che la Cina e l'India siano in competizione tra loro non è ormai un mistero. Ma la presenza del fratello povero nepalese spiato dai cinesi quantomeno fa riflettere. Le intercettazioni cinesi non sembrano avere per oggetto solo la ormai ben nota questione tibetana, e dunque il controllo delle migliaia di profughi tibetani in Nepal.
La limitazione della comunicazone in Cina non è certo una novità. L'interesse cinese è forse quello legato al controllo di una situazione politica, quella nepalese, in una situazione di precarietà. Le incertezze legate alle imminennti elezioni sono sicuramente un motivo di interesse per gli equilibri del subcontinente.
Pare evidente che ad essere controllati o intercettati potrebbero dunque essere i numerosi giornalisti internazionali presenti sul territorio nepalese.Un rapporto dell'Human rights watch del 2008 segnale numerosi casi di limitazioni a giornalisti che trattavono questioni riguardanti gli esuli tibetani. Nelle zone di Kodari, al confine tra Cina (Tibet) e Nepal, i giornalisti o occidentali troppo curiosi vengono spesso seguiti da cinesi in borghese che vigilano sulla "serenità" dei rifugiati tibetani di confine.
E allora la stampa nepalese obbedisce al padrone. Spesso i giornalisti si autocensurano per non incorrere nel problema di essere oscurati o ripresi brutalmente. Quello che non si auto-omette viene ascoltato e controllato. Anche il Nepal, con le sue altezze e le sue insicurezze, è un paese sorvegliato da un potere che sembra essere pù alto dello stesso Himalaya.

martedì 22 ottobre 2013

Abbiamo provato a pensare il Tibet

Kailash, Agosto 2011
Un grazie di cuore a tutte le persone che hanno partecipato al Convegno Pensare il Tibet. Grazie ai relatori, al pubblico e agli amici.
Un'esperienza lunga e importante che avrà forse un seguito.
Un grazie sentito a Piero Verni e alla sua gentilezza, la passione e straordinaria competenza. Un grazie al Prof  Fabian Sanders per il bellissimo scorcio sulla natura del Karma.
Un grazie a Massimo Dusi per la sua semplice intensità e alla incredibile possibilità offertami durante la serata: gli insegnamenti di un lama tibetano in diretta direttamente a casa.
Un grazie al Prof.  VeroTarca per la sua  saggezza e gli spunti di riflessione filosofica che ci ha offerto.
Un grazie a Mauro Crocenzi per aver saputo accogliere con misura le divergenze di idee proposte.
Un grazie a Stefano Sangiorgio per il supporto amministrativo e logistico.
Un grazie sentito agli amici del Seminario aperto di Pratiche filosofiche di Venezia e l’Associazione Libera associazione di idee per la sentita interpretazione teatrale dei brani inerenti la questione tibetana da me selezionati.
Un grazie alle mie studentesse per la pazienza e l'interesse dimostrati in una Tavola rotonda così articolata.

Non posso poi non ringraziare il centro Kagyu Samye Dzong di Venezia per la disponibilità e l'interessante discussione sul buddismo e la meditazione della seconda giornata.
Un calorosissimo ringraziamento poi a Lama Jampal del Benchen Karma Tegsum Tashi Ling di Cancello (Verona) per la semplicità e purezza delle sue parole, per il candore dei suoi insegnamenti, per l’intensità della seduta meditativa offertaci e per avermi dato la possibilità di parlare ancora in nepali.
Spero che questo incontro sia stato per i più un’opportunità di dialogo e scambio. Una finestra su una questione così complessa ma così urgente.


giovedì 3 ottobre 2013

Pensare il Tibet: un incontro a Venezia

Cari amici, ho il piacere di invitarvi ad un incontro che sto organizzando da lungo tempo. Vi aspetto numerosi

DISCORSI FILOSOFICI E VITA CONCRETA
PENSARE IL TIBET


17.Ottobre.2013
Sala Giovanni Morelli - Palazzo Malcanton Marcorà
Venezia

Chairman: Lauso Zagato
Direttore del Cestudir - Università Ca’ Foscari di Venezia

10.00 Presentazione e Lettura teatralizzata di testi sulla questione tibetana 
A cura del Seminario Aperto di Pratiche Filosofiche di Venezia

10.30 Tra conflitto e comprensione: come dire la verità
Luigi Vero Tarca
Docente di Filosofia Teoretica, Università Ca' Foscari

11.15 - coffee break

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Chairman: Luigi Vero Tarca
Università Ca’ Foscari di Venezia

11.30 La dottrina del Karma come base per l'interpretazione della vicenda umana
Fabian Justus Sanders
Docente di Lingua e Letteratura Tibetana, Università Ca' Foscari

12.15 - La rappresentazione dell'identità nazionale tibetana all'inizio del XX secolo attraverso la stampa cinese: il caso del Vernacolo tibetano
Mauro Crocenzi
Docente di Storia dell'Asia Orientale e Sud-Orientale, Università di Roma Tre

13.00 - Pausa Pranzo

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ChairmanGiuseppe Goisis
Università Ca’ Foscari di Venezia

15.15 - La figura del Karmapa: storia e futuro del Tibet
Massimo Dusi
Dottore in lingue e storia del'Asia, scrittore e traduttore di lingua tibetana

16.00 
Lontano dal Tibet: per comprendere una cultura disseminata
Piero Verni
Scrittore, giornalista, documentarista, ex-Presidente dell'Associazione Italia-Tibet

16.45 - coffee break

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17.15 - Tavola rotonda aperta al pubblico
Moderatrice: Sonia Orazi
Orientalista e blogger

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18.Ottobre.2013
Sala Giovanni Morelli - Palazzo Malcanton Marcorà

Chairman: Valentina Furlan 
Kagyu Samye Dzong di Venezia

16.00 – Introduzione di Luigi Vero Tarca
Università Ca’ Foscari di Venezia

16.10 Il Lignaggio Karma Kagyu: la scuola del Karmapa dal Buddha a noi 
Ani Lhamo
Monaca buddhista del monastero Kagyu Samye Ling in Scozia

17.25 - coffee break

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17.40  - La meditazione buddhista: un sentiero di libertà e compassione 
Lama Yeshe Losal Rinpoche
Abate del monastero Kagyu Samye Ling in Scozia



Gli interventi di Ani Lhamo e di Lama Yeshe Losal Rinpoche si terranno in lingua inglese con traduzione in italiano.

mercoledì 2 ottobre 2013

Gandhi Jayanti

Gandhi Smirti, Delhi, Agosto 2013
Il 2 Ottobre 1869 nasceva Mohandas Karamchand Gandhi, la grande anima dell'India; guardava per la prima volta la sua terra a Porbandar, una cittadina del Gujarat
L'impronta che questo piccolo, grande uomo ha lasciato è profonda e importante. Ancora oggi, per gli indiani, Gandhi è Bapu, il padre della nazione.
Ma non sempre i figli ascoltano il loro padre. Nel 2009 Bhikhu Parekh scriveva su Limes: Cosa penserebbe Bapu se tornasse oggi in India? Lo Stato per il quale il Mahatma si era battuto e che aveva tanto amato oggi calpesta i principi del maestro. Corruzione, povertà, indifferenza e ignoranza rispecchiano il fallimento del progetto originario. 
La spartizione, le violenze, i massacri del Gajarat, della sua terra di origine.
E un mese fa è tornato anche l'incubo di Ayodhya: 38 persone sono morte negli scontri tra musulmani e indù a Muzaffarnagar, nell'Uttar Pradesh.



Dove sono i principi di pace e non violenza? Dove è finita oggi la memoria di Gandhi?
Rimaniamo fiduciosi per il futuro, quello di un grande popolo che sa sempre ripartire e mettersi in discussione.

sabato 28 settembre 2013

Nepali workers

In questi giorni si parla molto delle numerosi mortei bianchi nell'evoluto Qatar.  Tra i lavoratori, oppressi e sfruttati per la costruzione nel paese arabo, numerosissimi sono i nepalesi.
E' il sogno di molti nepalesi quello di lasciare il paese in cerca di fortuna. Molti decidono semplicemente di lasciare il loro villaggio. Difficimente fanno ritorno a casa.
Qatar, India, Malesya. Questi ed altri i paesi esteri scelti. Chi torna a casa rimane per poco. Si prova ad aprire un chai shop al  villaggio, si può provare a comprare un piccolo trattore per mostrare ai vecchi compagni di scuola il proprio potere di acquisto. Ma a molti, dopo un po', il villaggio sta stretto. E allora si vende il piccolo gas set o il nuovo mezzo agricolo e si parte di nuovo. Questa volta per sempre.Oggi il Nepal è, dopo le Filippine, il paese con la più alta percentuale di migranti sul totale della popolazione.

giovedì 26 settembre 2013

L'amore in India: da Bollywood alla scelta di mammà

Sunil è incredulo e divertito. Al secondo piano del  Gandhi Smirti trasciniamo insieme le immagini sul video touch screen interattivo del Museo. Parlare in hindi con me lo diverte tantissimo. Il suo capo gli passa accanto e lo guarda severo. Sta perdendo tempo!
Ma Sunil è affascinato e divertito. Per lui è assolutamente non comune parlare hindi con una straniera, con una donna per di più. Si sorprende del fatto che io lo ascolti e abbia qualcosa da dirgli.
E' meraviglia e perplessità quella sul suo volto quando gli dico che in Occidente non ci sono i matrimoni combinati, che tendenzialmente ognuno è libero di scegliere da solo chi amare e chi sposare.
Sunil è scettico e sarcastico. Come può esistere un amore del genere? Non ha nessun senso.
E' questa l'opinione di un giovane poco più che ventenne indiano oggi riguardo all'amore.
A breve, nel 2015, sposerà Sunita, la ragazza della stessa casta che sua madre ha scelto per lui. E' felice ma preoccupato. Sunita non mostra alcun interesse per lui. E' una bella ragazza. Mi mostra orgoglioso la sua foto sul cellulare. E' carina Sunita, ed è istruita. Ma Sunil è preoccupato perchè Sunita non gli parla. Non nutre nessun slancio nei suoi riguardi e l'ultima volta che si sono incontrati, sotto il controllo di due parenti di lei, gli ha addirittura detto che lo sposa solo perchè deve, che se fosse per lei continuerebbe a studiare o si cercherebbe qualcuno da amare. Come nei film.
Eh si, la nuova India passa attraverso i film. Fino a qualche tempo fa Bollywood presentava storie strappa lacrime dove l'amore era  "quello che si sceglie". Questa tipologia di amore è spesso contrastato, infelice, impossibile. Ma il più delle volte si arriva ad un sereno Happy End.Basta pensare a film come Om shanti Om, Veer Zaraa, Swades, Ek Deewana tha e chi più ne ha più ne metta.
Il cinema allora era un posto per sognare. Il luogo dove si poteva seguire il cuore e il sentimento.
Gli amori cinematografici possono forse alterare un sistema sociale precostituito e diffuso?
Così sembra. E' di pochi giorni fa la notizia di una coppia di giovani indiani innamorati appartenenti a caste diverse. Il loro sentimento reciproco e il diniego famigliare al coronamento del loro sogno li ha portati a fuggire. La ragazza è stata punita con la morte.
Il cinema allora sembra rispondere a queste emergenze. L'amore sullo schermo può essere anche puro, proveniente dal profondo del cuore, scelto senza condizionamenti. La storia può essere anche tormentata e difficile, ma l'happy end non è più scontato. La tragicità del finale lancia un chiaro messaggio ai giovani: potete anche sognare l'amore che viene dal cuore, ma a vostro rischio e pericolo. Si tratta di un sentimento incerto, rischioso, non duraturo e asolutamente pericoloso. Film come Jannath 2, Raanjhnaa, Lootera sono solo alcuni esempi di tale nuova dinamica. La tragicità ha sempre avuto un valore catartico nelle rappresentazioni dei sentimenti umani. A tale valore però sembra aggiungersene uno sociale. La via della felicità è quella del matrimonio combinato. L'amore forse non c'è ma, con il tempo, forse arriverà. Oppure no. Ma le famiglie di origine saranno soddisfate comunque.Una triste considerazione.
Nelle Leggi di Manu si definisce Gandharva "l'unione volontaria di una fanciulla e del suo amante". Tale unione "ha per causa il desiderio e per fine il piacere sessuale" (Leggi di manu III, 32).
Quello Gandharva è il sesto tra gli 8 matrimoni hindu e spesso consiste nel rapimento della sposa con il consenso dei genitori. Non consola sapere che il settimo e l'ottavo sono atti di pura violenza.
Il riferimento a tale rito si trova anche in un bellissimo romanzo di Narayan, Il pittore di insegne. Anche in questo caso la storia finisce male, malissimo.
Il tasso di divorzi, decuplicato negli ultimi 20 anni, riguarda prevalentemente i matrimoni non conmbinati.
Il matrimonio combinato è invece sicuro e protetto. I giovani indiani deludono difficilmante le aspettative e le scelte della loro famiglia. Accettare un compagno significa garantire un equilibrio familiare che non riguarda solo esclusivamente il nuovo nucleo che si viene a creare.
Sunil mi guarda accigliato: Esiste davvero l'amore?

lunedì 23 settembre 2013

La bottega di Amir: un pane caldo che ci rende uguali

Il muezzin ha appena finito di cantare. Ha lanciato la sua preghiera nell'aria ancora gelida. Per strada non c'è ancora nessuno. Fra poco la strada davanti alla moschea si riempirà di anziane donne con le loro ceste di ortaggi. Prima del mezzogiorno staranno a destra, a riparo dal sole. Nel pomeriggio sposteranno i loro pesanti involucri dall'altra parte della strada.
Leh, Jama Masjid, Luglio-Agosto 2013
Ma dietro alla moschea  la vita ancora non parte con il suo ritto quotidiano. Ancora con la kurta della notte e le ciabatte di gomma ci si può incamminare verso la bottega del chapati. Caldi, grandi e soffici pani. Un pasto semplice che condivido con i miei amici indiani. Fa ancora freddo, l'altitudine si fa sentire con la sua aria pungente. Quando il sole avrà superato il secondo minareto diventerà impossibile puntare gli occhi verso il cielo, la luce sarà troppo potente.
Ma per adesso si sta bene. Il muezzin ha appena cantato e il forno tandoori è già al lavoro.
Religioni diverse e storie diverse. Io, Rumin, Nadir, Doma e Raman. Ogni mattina davanti alla stessa bottega con gli stessi occhi sgualciti dal sonno. Uno sguardo e qualche parola di saluto
नमस्कार! आप कैसे हैं? धन्यवाद! आप बहुत दयालु हैं!
La bottega di Amir, Leh, Luglio-Agosto 2013
I pani caldi ci vengono avvolti in un foglio di giornale. Il sorriso che ci rivolge Amir è lo stesso. Caldo come il pane che passa da una mano all'altra.
La mattina, dopo il canto del muezzin, siamo tutti uguali. Ci si augura una buona giornata e ci si ripromette, forse mentalmente, di rispettarsi l'un con l'altro durante il seguito del giorno.
In Ladakh i musulmani sciiti sono il 13 % di una popolazione di circa 300.000 persone. La maggioranza, quasi 80%, è buddhista. L'8% è hinduista.
Su una stessa strada, quasi l'uno di fronte all'altro, ci sono le sedi dei partiti politici indiani che vogliono unire e separare.
Quando il sole supera il secondo minareto e la luce diveta forte davanti alla moschea c'è un po' d'ombra. I musulmani parlano tra di loro e danno le spalle ai passanti.  I buddhisti svoltano a destra ed entrano al tempio. Gli hindu restano nelle loro botteghe. Non ci si parla. Per il momento. Forse domani, quando il muezzin avrà terminare di cantare l'immenso amore di Dio. Forse domani, davanti alla bottega del chapati, dietro alla moschea.