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mercoledì 7 ottobre 2015

Provate a immaginare!

Immaginate di trovarvi a due settimane dal Natale. Immaginate benzinai chiusi per 20 giorni, ristoranti chiusi, strade deserte e impossibilità di circolare. Trasporto e rifornimenti bloccati. Immaginate di non poter tornare a casa dai vostri cari per le festività. Immaginate di veder inoltre imposta
 la circolazione di qualsiasi mezzo a targhe alterne. Immaginate di non poter cucinare nelle vostre case a causa dell'assenza di gas. Immaginate di aver limitato l'accesso di merci di prima necessità dai paesi europei limitrofi. Immaginate di non avere un'ambulanza che venga a soccorrervi o un autobus che vi porti a scuola o a lavoro.  Immaginate di non avere medicine disponibili nelle farmacie. Immaginate di trovarvi in questa situazione dopo circa 5 mesi da un devastante terremoto che ha messo in ginocchio l'economia del vostro paese.. Come vi sentireste? Ecco! Così si sentono i nepalesi adesso. Con il mondo che li ignora, con l'India che continua a spadroneggiare e la Cina che comincia a sfregarsi le mani.

Tra ieri e oggi sono entrati in Nepal circa 49 dei 1200 camion  fermi sul confine indiano, ma di questi solo 13 trasportavano carburante. Gli ingressi sono avvenuti nelle zone di Nepalgunj-Rupaidiya, Jogabani, Biratnagar e Kakadbhitta. Il goverrno sta valutando la possibilità di rifornimenti dal Bangladesh o dalla Cina. La logistica delle strade rende tutto questo difficile, pericoloso e costoso. Ancora più costoso sarebe il rifornimento aereo. Il governo indiano ha dichiarato che la situazione è in via di risoluzione ma ancora non si dà nessuna tempistica.

domenica 4 ottobre 2015

Verso una risoluzione?

Cominciano a circolare alcuni camion sul confine tra Nepal e India. Le urgenze si erano fatte impellenti: cibo e medicinali oltre che carburante. Entro due giorni dovrebbe esserci un decisivo sblocco. Il governo nepalese cerca di garantire la sicurezza  al passaggio dei convogli. Cerca anche di placare gli animi e annuncia possibili emendamenti per accontentare le comunità madhesi. La rchiesta del gruppo etnico sarebbe quella di ottenere 83 dei 165 seggi  nella camera dei rappresentanti. Tale richiesta sarebbe giustificata dal fatto che i madhesi rappresentano un altissima percentuale etnica in Nepal. Entro il 15 Ottobre si dovrebbe eleggere il nuovo Primo ministro e il clima dovrebbe essere disteso. A breve dovrebbero essere presentati due disegni di legge per accontentare i gruppi rivoltosi e garantire un sistena elettorale più "adeguato"


venerdì 2 ottobre 2015

Nepal: il mondo tace e il blocco continua

Il Nepal è ancora bloccato. L’India continua a dichiarare che il motivo dei disagi è la mancata sicurezza delle zone di confine. I madhesi fanno sit in di protesta. I nepalesi sit in di protesta contro gli indiani. Il mondo continua ad ignorare quello che sta accadendo. Tutto procede come al solito insomma! Dobbiamo considerare una coincidenza il fatto che in passato il governo indiano ha sostenuto i madhesi?Una  coincidenza la polemica sull’art.283 che non assicura l’eleggibilità alle alte cariche politiche  ai madhesi fortemente legati  con gli indiani del Bihar? Ed è ancora una coincidenza che il blocco di carburante arrivi proprio all’indomani di una Costituzione che non piace agli indiani?
I maggiori disagi continuano ad essere nelle zone di Birgunj, Biratnagar e Bhairhawa. In circa due settimane sono riusciti a passare il confine solo 118 camion con generi di prima necessità. Sembrerebbe riaperto il confine con la Cina dalla zona di Tatopani, interrotto dopo il terremoto del 25 aprile, ma il transito effettivo degli automezzi richiederà ancora del tempo.

Il razionamento del carburate presente sul territorio nepalese si sta intensificando. Dalla prossima settimana sarà accesibile solo per mezzi di emergenza, mezzi militare e quelli che trasportano derrate alimentari.  Le lunghe file ai distributori dei mezzi privati saranno inutili.

martedì 29 settembre 2015

Ancora disagi in Nepal


File interminabili alle pochissimi pompe di benzina ancora aperte, razionamento dei rifornimenti e circolazione a targhe alterne. Mancanza di carbone, petrolio, carburante e primi generi alimentari. Molte scuole e college non garantiscono più servizi di trasporto. Per il momento hanno ridotto l'orario di lezioni ma a breve saranno costrette a chiudere. Mancano gas per cucinare e moltigeneri di prima necessità.Tutto questo con Dashain, Tihar e Chhath alle porte. Molti nepalesi avranno problemi nel rientro verso i loro villaggi per le festività. Da evitare sarebbe anche lo sviluppo del mercato nero. Sembrerebbe che da domani le comunità madhesi, tharu e jajati siano disposte a qualche forma di dialogo con il governo. Per ottenere cosa? E come risponderà l'India? La vera responsabile di tutto questo...
Nel frattempo il Nepal ha limitato la trasmissione di programmi e canali televisivi indiani.
A rendere le cose più semplici ci si è messa anche la China Southern Airlines che dall'inizio della settimana ha bloccato i voli per il Nepal adducendo la motivazione del mancato rifornimento di carburante di voli in partenza dal Tribhuvan International Airport. Si apre però la possibilità di creare un ponte aereo di rifornimento con la collaborazione di Cina e Bangladesh.
Sul confine indiano con il Nepal sono in attesa circa 1000 camion. Domenica hanno avuto autorizzazione all'ingresso solo due di questi. L'India continua a dichiarare che la responsabilità del blocco è da attribuire ai manifestanti anti-costituzione nepalesi.

sabato 26 settembre 2015

La guerra del carburante tra India e Nepal


L’approvazione della Costituzione nepalese avvenuta circa una settimana fa doveva essere un’occasione di crescita e prosperità per il Nepal. Purtroppo le proteste delle etnie del sud est del paese ancora non si placano. La situazione di incertezza e violenza al confine con l’India preoccupa molto. La definizione di una stato non hindu ha sicuramente scontentato le aspettative dell’attuale amministrazione politica indiana così come in Nepal ha fatto infuriare partiti come il Rastriya Prajatantra. La preoccupazione fondamentale del governo indiano però sembra essere un’altra: quella di controllare il paese himalayano. Gli scontri, le proteste di piazza e le incertezze risultano essere un ottimo terreno per forzare ingerenze e forme di dipendenza. In questi giorni le fondamentali forniture di carburante provenienti dall’India sono infatti bloccate. Centinaia di camion sono fermi sul  versante indiano, nelle zone di Raxaul-Birgunj. Il governo indiano si giustifica affermando che i rifornimenti sono bloccati a causa delle tensioni interne. Ai nepalesi invece pare evidente che questi provvedimenti vogliano lanciare un chiaro messaggio.
E’ stata l’India  a bloccare i confini o i manifestanti nepalesi ad impedire il transito di veicoli dall’India? Utilizzando un minimo di buon senso si intuisce che la responsabilità sembra essere totalmente indiana. E’ importante ricordare che  fino ad oggi i confini tra India e Nepal sono sempre stati totalmente aperti, sia per le merci che per le persone. Gli accordi bilaterali tra i due paesi non hanno mai ostacolato nessun transito.
Cosa spera di ottenere il governo indiano? A quanto pare ci sono molti punti non graditi della nuova Costiutzione. Primo fra tutti quello riguardante la regolamentazione del sistema elettorale. Sembrerebbe che gli indiani vogliano garantire l’eleggibilità politica  di coloro che hanno la cittadinanza indiana in Nepal. Anche questa una forma di ulteriore controllo? Ma anche su questo punto l’India si giustifica asserendo che la Costituzione non garantirebbe diritti ai  nepalesi che vivono in India, in prossimità del confine.
L’ipotesi di responsabilità nepalese del blocco sarebbe  avvalorata dalle pretese del Nepal's Sadbhavna Party che si augura  di  creare disagi fino a Kathmandu attirando così l’attenzione del governo su possibili azioni di cambiamento costituzionale.

La non autosufficienza nepalese in materia di risorse carburanti non permette ampia autosufficienza. Nonostante il razionamento  e le difficili condizioni di trasporto, aggravate dal terremoto, il paese non può superare le due settimane. Già da questa mattina i primi disagi a Kathmandu.  E in questi giorni le file kilometriche  e le attese di ore ai distributori si allungano sempre di più. L’Indian Oil Corporation (IOC) è l’unico fornitore di carburante per il Nepal. I funzionari dell’ IOC hanno dichiarato di avere ricevuto precise istruzioni in merito al non rifornimento oltre il confine con il Bihar. Le motivazioni addotte? Guasti meccanici, congestione del traffico a causa delle manifestazioni, le festività islamiche di questi giorni, l’inasprimento dei controlli doganali e via discorrendo…
Il blocco non riguarda solo il carburante, ma anche materiali utili in questo periodo, come il carbone, il cememnto e il gas oltre che alcuni prodotti deperibili del mercato ortofrutticolo. Il governo ha introdotto il provvedimento di limite della circolazione dei mezzicon il sistema a targe alterne, così da risparmeiare carburante. Allertate anche le compagnie aeree internazionali per sostenere la capitale e i possibili rifornimenti alternativi.

Quale situazione adottare? Ci sarebbe una remota possibilità di riaprire i due passaggi carrozzabili alle vie commerciali con la Cina interrotti dopo il terremoto. Operazione non facile che rishierebbe solo di passare…”dalla padella alla brace”. (sonia Orazi)

sabato 15 febbraio 2014

Nepal e India: un futuro collaborativo?

Il nuovo Primo ministro del Nepal S. Koirala inaugura il suo mandato distendendo i rapporti con la vicina India. L'ambasciatore  indiano in Nepal, Ranjit Rae, ha fatto i complimenti al nuovo premier e ha dimostrato disponibilità ed entusiasmo per la possibilità di una visita in Nepal da parte di Manmohad Singh. L'ultima visita ufficiale in Nepal da parte del premier indiano risale al 1997.
I buoni rapporti con i "cugini" indiani potrebbero portare miglioramenti al Nepal per possibili investimenti riguardanti il settore della sanità, i trasporti ferroviari, l'energia idroelettrica e l'agricoltura. Un buon rapporto con il vicinato è inoltre indispensabile per pensare a politiche comuni in materia di sviluppo economico, turismo, sicurezza e lotta al terrorismo.
Per il momento la stampa indiana non si entusiasma. Gli iterati fallimenti di redazione costituzionale da parte del governo nepalese non  si possono certo dimenticare con il solo volto rassicurante ed onesto di Koirala e la sua promessa di successo entro un anno.
Non va dimenticato inoltre che Koirala ha ottenuto il consenso grazie alla mediazione maoista e che, per approvare la Costituzione, è necessaria la maggioranza dei due terzi dell'Assemblea. Staremo a vedere!