Visualizzazione post con etichetta Delhi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Delhi. Mostra tutti i post

lunedì 29 luglio 2013

Delhi: luoghi tra passato e presente

Shalimar Garden
In  India alcuni luoghi nascondono passati gloriosi e tormentati. Una città caotica come Delhi racchiude preziosi tesori che vanno scoperti. Il giardino di Shalimar è uno dei tanti bellissimi Garden of  Delhi.  Qui, all’apice dello slendore Moghul, veniva incoronato l’Imperatore Aurangzeb. La sua è una storia tragica e violenta.  Il padre Shah Jahan, il costruttore del Taj Mahal, non lo aveva mai tenuto in grande considerazione. AL suo posto il preferito era il sensibile fratello Dara, traduttore dei Veda in persiano.  Il giovane approfittò del momento giusto per organizzare un potente esercito contro il padre, rapirlo  e rinchiuderlo in una torre. Nella prigione paterna c’è anche l’odiata sorella Jahanara,  chiacchieratissima begum che probabilmente aveva rapporti sessuali con lo stesso padre. Ed è in questa prigione che Aurangzeb fa giungere all’Imperatore la testa di Dara. Malvagissimo il nuovo regnante dell’India settentrionale. Inizia il suo governo limitando la libertà degli indù, imponendo loro una tassa sulla religione, distruggendo i loro templi. Ed è sempre Aurangzeb a far uccidere Guru Bohadur, il nono importante maestro della tradizione sikkh. Un bel caratterino quello di Aurangzeb. Probabilmente il responsabile storico degli attuali attriti religiosi indiani.
Yamuna river
Un'altra violenza fa da sfondo per un altro posto importantissimo di Delhi. Il fiume Jumma o Yamuna attraversa l’India settentrionale toccando le città di Agra, Delhi prima di confuire nel Gange ad Allahabad. Ma Jumna, nei testi antichi, è la  figlia del Sole e la sorella si Yama, il dio della morte. Un giorno l’ebbro Balarama, fratello di Krsna, tenta di sedurla con forza. La giovane sfugge e lui, per vendicarsi, la lega al suo aratro  trascinandola per tutta l’India del Nord irrigando così le fertili pianure bisognose d’acqua prima di gettarla nella Ganga.

Oggi lo Yamuna è un fiume inquinatissimo e affascinante, fonte di vita e sostentamento per milioni di persone.

domenica 7 luglio 2013

Indian Toilets: un museo

                  
Non è affatto difficile in India,  uscendo alle prime luci dell'alba, vedere uomini, donne e bambini accovacciati nei campi o lungo i binari dei treni per fare i loro bisogni. Nelle mie peregrinazioni asiatiche ho fatto diretta esperienza dei servizi igienici più incredibili e non poche volte, con i miei compagni di viaggio, ho pensato bizzarramente di fare una raccolta fotografica di alcuni tra questi.
Eppure, Incredible India, c'è già chi ci ha pensato. Il Dr.B.Pathak ha pensato bene di inaugurare il Sulabh International Museum of Toilets. Avete capito bene, il Museo dei gabinetti di Delhi. I visitatori possono arricchire le loro conoscenze inerenti l'evoluzione storica dei servizi igienici o ammirare le bizzarre collezioni di WC esposte. Buona visita!

mercoledì 18 aprile 2012

Delhi ai nazionalisti hindu

Ennesima novità elettorale in India. Anche la municipalità di Delhi passa al partito nazionalisa hindu, il BJP. A Delhi il partito vince in 138 circoscrizioni su 272. Più che una scelta verso il partito di destra, quella profilatasi sembra una negazione del partito al governo. Delle recenti sconfitte del partito di Sonia Gandhi si era parlato recentemente. Il Primo Ministro Singh precisa che la campagna elettorale della municipalità di Delhi, la seconda più grande del mondo dopo Tokyo, si è svolta su temi locali quali l'aumento dei prezzi e la corruzione dilaganti, quindi il risultato deve essere considerato come locale e non nazionale.Non va dimenticato che il BJP aveva vinto le elezioni municipali anche nel 2007. Quale sarà la nuova strategia elettorale del Congress per riottenere consensi?

venerdì 16 dicembre 2011

Le donne indiane dove sono?

A Sunita, Agosto 2009
Recentemente alcune notizie provenienti dall'India ci fanno inorridire. In un ospedale di Haryana un gruppo di medici ed infermieri organizzava aborti selettivi di feti femminili.
Come si può giungere a tanta miseria culturale?

Quello della sex ratio è un problema di molti paesi dell'Asia. La Cina e la politica del figlio unico hanno indotto all'implementazione di un'orrida pratica già largamente diffusa nel paese. Attualmente alle coppie che hanno una bambina viene data un'altra possibilità. Si incrociano le dita e si spera che sia maschio. Si, perchè nelle campagne cinesi la nascita di una bambina, l'unica figlia prima di pagare una tassa per ulteriori figli, può essere una maledizione.

Solo nell'ultimo anno mancano all'appello 60 donne. Nascono 940 femmine ogni 1000 maschietti. In un paese come l'India che si appresta al miliardo e 300 milioni di abitanti, che nel 2020 supererà sicuramente la Cina,  che non ha problemi demografici, la scomparsa di queste 60 bambine è giustificabile solo con un'accurata selezione.Nel 2001 la sex ratio vedeva la presenza di 100 bambini e 94 bambine. Il rapporto attuale in Punjab è quello di 100 a 79,8.

E' vero, l'India è il paese di Sonia  e Indira Gandhi, il paese dei presidenti donne come Pratibha Devisingh Pati, delle leggi che garantiscono, o cercano di garantire quote rosa adeguate in ambito lavorativo e politico. Sonia Gandhi sta premendo affinchè si approvi una legge che garantisca il 33% di incarichi parlamentari.
Ma l'India è il paese dove le donne subiscono ancora umiliazioni e vessazioni indicibili.

- In Rajastan il 56 % delle donne si sposa sotto i 15 anni di età
-Molte donne, rimaste vedove, sono spinte dalle famiglie a scegliere la Sati, la morte sul rogo del marito per essere poi santificate e ricordate come "brave mogli". Il governo ha addirittura emanato una legge, già nel 1929, che scoraggia i testimoni e i sostenitori di tali immolazioni. Il tredicesimo giorno dopo la Sati si celebra una cerimonia di santificazione per la donna pura che ha scelto di seguire il marito anche in morte. Spesso queste immolazioni sono veri e propri suicidi perchè la condizione vedovile indiana è alquanto difficile. Su questo interessante argomento ci sarebbe tanto da dire; un film, Water di D. Metha, ne mette in luce  le caratteristiche.
-Molte vengono stuprate da zii o parenti più o meno prossimi
-Altre vengono picchiate, bruciate o indotte al suicidio per mantenere la dote che hanno portato in caso o poter sposare un'altra donna. A volte le torture peggiori vengono inflitte dalle suocere

E' vero, forse tutto questo avviene solo nei villaggi isolati e poco evoluti culturalmente. Ma di quale cultura parliamo? Sono dunque forse fortunate le bambine che si decide di non far nascere?
Oggi questo fenomeno non è legato solo ai villaggi,  sta aumentando drasticamente anche nelle grandi città. Nel 2030 i maschi indiani saranno il 20% in più rispetto  alle femminucce.


Perchè scompaiono le bambine?
Perchè una bambina rappresenta solo un peso per la famiglia: vestirla, nutrirla, istruirla, vengono considerati gesti inutili, senza frutto, perchè quella bambina, il prima possibile, abbandonerà la casa dei genitori per entrare nella casa del futuro marito. Un matrimonio rappresenta, per le famiglie indiane di bassa estrazione sociale, una spesa ingente e gravosa, la spesa più importante e pesante. Spesso alcune famiglie si indebitano  spaventosamente per poter presentare una dote adeguata. Scarsa dote, scarso marito. Scarso marito, poco onore per la famiglia. E l'onore in India è importantissimo.
Dal 1961  la dote sarebbe, in teoria, abolita, illegale. Di fatto non è cambiato nulla, fatta eccezione per i Nair del Kerala.
Avere un figlio maschio, comunque, è considerato un segno di fortuna e prosperità. il figlio maschio continua il nome della famiglia, rappresenta forza e virilità e si prende carico dei genitori anziani. Ricordiamo inoltre che nella tradizione hindu il figlio maschio è colui  che accende il rogo funebre dei genitori.

Le bambine allora scompaiono: con un'ecografia fetale è possibile stabilire in pochi minuti il sesso del nascituro. In altrettanti pochi minuti, nei tempi giusti e legali, è possibile sbarazzarsi  di un feto indesiderata perchè gravoso.

Ma esiste anche una disuguaglianza durante la  vita.
Normalmente la mortalità femminile è inferiore rispetto a quella maschile. In alcuni paesi asiatici, tra i quali spicca l'India, il tasso di mortalità femminile diventa invece il più alto. Le bambine vengono malnutrite, non viene data loro assistenza medica adeguata, un'istruzione adeguata. Il rischio di morte tra  1 e 5 anni è del 50%. E'anemico  il 60 % delle donne indiane. L'India ha 6 volte più universitari della Cina ma  metà delle donne è analfabeta. 


"Le donne reggono metà del cielo" dicono i cinesi, ma la realtà asiatica sembra sconfessare questa affermazione. Ogni anno in Cina muoiono 39.000 bambine entro il primo anno di vita a causa delle scarse cure e della scarsa attenzione ad esse prestata. In India ogni due ore viene bruciata una donna. In Nepal centinaia di bambine vengono rapite e rivendute ai bordelli di Delhi o Calcutta.


Le donne, in realtà, se riuscissero a nascere e a sopravvivere, potrebbero essere una risorsa importantissima per molti paesi asiatici. Crescere, studiare e trovare un lavoro sono semplici cose che possono cambiare un sistema. ll Kerala ha già fatto questo passo avanti: la mortalità infantile è scesa, il livello di istruzione è salito e con esso lo sviluppo economico.


Le donne possono portare pace: l'assenza di donne, a lungo andare può portare a problemi di ordine sociale e civile. Nelle società dove le donne sono numericamente inferiori o emarginate prevale una cultura aggressiva e violenta. Il terrorismo sembra prevalere  nei paesi dove le donne hanno un livello culturale basso.


E' difficile proporre soluzioni, sopratutto da parte di una donna che si è ormai convinta del fatto che la sua condizione di donna la porta e la porterà irrimediabilmente verso condizioni di discriminazione quotidiana. Si può essere nati, sopravvissuti, istruiti ma, purtroppo, tristemente consapevoli e rassegnati.

martedì 21 settembre 2010

Il Nepal visto dall'India

A 35 gradi, immersa nell’umidità monsonica, mentre mi stupivo (neanche poi tanto) per il terribile ritardo dei giochi del Commonwealth a Delhi, il Nepal arrancava nel tentativo di redimere una situazione politica oramai al limite.
Dall’India l’informazione è rapida, diretta. Sono tanti anche i nepalesi che vivono nella capitale indiana o cercano fortuna a Varanasi, al limite tra sacralità e sopravvivenza. Il sorriso rispetto al loro paese rimane comunque inalterato: “Nepal is my beutifull land!”
Ma mentre sorridono il Parlamento fallisce per l’ennesima volta l’elezione del nuovo primo ministro.
Come può un paese senza una politica portare avanti progetti di sviluppo economico?
Quanto può essere efficace un governo ad interim rispetto alla gestione dei fondi Onu?
Nonostante ci siano tre partiti disponibili, Nepali Congress (NC), United Marxist-Leninist (UML) e Unified Communist Party of Nepal-Maoist (UCPN-M), nessuno ha i numeri per governare.

L’ombra della guerra civile aleggia ancora sul paese, non solo attraverso gli ex guerriglieri, le polemiche che ha suscitato la proposta del loro assorbimento e il conseguente crollo del governo. La polemica è giunta forte anche verso la smisurata produzione di armi.
Religions for Peace e GlobalYouth Network hanno promosso recentemente una campagna contro il proliferare di tale condizione: la violenza genera violenza! Il monito alla pace, e la raccolta di un milione di firme da inviare all’Onu, arriva dai capi  della maggiori religioni presenti sul territorio,
Kesab Prasad Chaulagain (indù), Nazrul Hussein (musulmani), Nun Guruma (buddisti), Narendra Pandey (bahai) e Naman Upadhyaya ( jainiti).
La guerra civile ha causato morte  (quasi 13.000) e ha fatto scomparire migliaia di persone delle quali, dal 2006 ad oggi, non  si ha più traccia. La responsabilità dei maoisti, diretta o indiretta che essa sia, è innegabile. Ma tutto rimane impunito. A fine Agosto si è anche celebrata la Giornata mondiale degli scomparsi!
L’Onu, che avrebbe il compito di monitorare il processo di pace tra esercito e guerriglieri maoisti (Unmin), manifesta perplessità verso il processo stesso e i suoi protagonisti. Forse l’Onu dimentica la differenza  scottante tra un esercito regolare e un gruppo di guerriglieri che per di più, dopo essere stati assoldati per un’assurda guerra, sono stati abbandonati a loro stessi.

Di buono, i maoisti, hanno sicuramente lasciato lo sviluppo del turismo; anche se gli aerei di linea  esplodono in volo trasportando trekkers a Lukla.
Forse le speranze  di cambiamento sono quelle che i nepalesi hanno affidato a Bhumika Shrestha il\la  politica\o  trans gender  ventitreenne eletto\a al seggio per l’assemblea del Congress che dovrà provvedere a riorganizzare il Comitato centrale del partito. Una più spiccata sensibilità è forse quella che ci vuole per vedere la situazione  politica attraverso più punti di vista! Almeno Bhumika Shrestha lotta per le minoranze, e la sua voce si fa sentire! E poi dicono che il Nepal sia un paese rimasto ancorato ad “un’antica e decontestualizzata religiosità!”

Quello che dovrebbe essere un paese “ortodosso” chiede invece la laicità dello stato e lo fa in occasione di una festa hindu importantissima: Teej. In questa giornata, celebrata l’11 Settembre scorso, le donne, rigorosamente vestite di rosso, invocano la benevolenza di Parvati, la paredra di Shiva. Il mito racconta che “la figlia della montagna” prima di riuscire a sposare Shiva, lo amò follemente per centinaia di reincarnazioni dandogli costantemente dimostrazioni del suo sentimento digiunando per giorni interi fino a convincerlo a chiederla in sposa. Da quel giorno ogni richiesta fatta a Shiva  da parte di una donna durante Teej, deve essere ascoltata!
Ci auguriamo che le donne nepalesi, se pur premurose verso la salute dei loro mariti e innamorati, abbiano richiesto anche quella di uno Stato, di una Repubblica che, al momento, stenta a partire con il piede giusto!

domenica 9 maggio 2010

Notizie dal Nepal: Aggiornamenti dai bandha


Prachanda ha sospeso momentaneamente lo sciopero. Chiede pero' insistentemente la dimissione di Nepal e la fine dei lavori per la nuova Costituente. Nei giorni scorsi gli scontri sono stati duri tra maoisti e oppositori. Il rischio palese e' quello di una guerra civile. Due giorni fa Prachanda ha dichiarato che non e' sua intenzione arrivare a cio'.
Nel frattempo nella capitale il prezzo del riso e degli ortaggi e' quintuplicato. Fino a ieri si poteva uscire solo per due ore al giorno, dalle 6 alle 8 di sera. Molti negozi comunque hanno deciso di tenere comunque tutto chiuso cosi' i civili hanno avuto problemi per il semplice approvvigionamento essenziale. Solo questa mattina e' stato concesso il rifornimento di 200 tonnellate di verdure nella Valle di Kathmandu e il prezzi hanno cominciato a scendere.
La Farnesina sconsiglia le partenze e le ambasciate straniere (tra le quali anche quella italiana a Delhi) sono in allerta.In realta' l'aeroporto internazionale di Kathmandu funziona regolarmente.
Fortunatamente i turisti bloccati a Pokhara sono riusciti a spostarsi con mezzi alternativi e a breve e' possibile che l'aeroporto venga riaperto.
Questa tregua e' apparente perche' oggi ci sono stati scontri tra maoisti e polizia a Maitighar!

domenica 11 aprile 2010

Crepuscolo a Delhi


In attesa della partenza ritrovo la magia delle strade di Delhi che nasconde la sua caotica modernita'.Ahmed Ali in Crepuscolo a Delhi (Neri Pozza)trascina il lettore in un'India di inizio Novecento.

Si tratta di un Shahr ashob, del lamento per una citta' visto in parallelo al declino della famiglia di Mir Nihal. Il degrado cittadino, della tradizione del grande impero indiano, e' parallelo al degrado familiare, corporale e sentimentale.

Il crepuscolo si manifesta in ogni dimensione:

E' quello dell'impero ormai decaduto dopo la presa di potere degli inglesi (i farangi) che diffondono i loro usi e costumi.

E' quello del corpo che si degrada e rallenta attraverso la malattia e il lento percorso verso la morte.

E'quello della passione ardente e giovanile, intrisa di avvincente e sognante erotismo, che si spegne inspiegabilmente con lo scorrere del tempo, con l'abitudine e con il sogno ormai appagato.

E'quello della civilta' dell'Hindustan, degli usi, dei costumi, delle tradizioni che diventano sempre piu' strette e scomode per quei giovani che si affacciano verso il nuovo secolo e verso l'ondata di modernita' occidentale apportata dagli inglesi.

E' quello dello stesso potere inglese che vacilla a causa di un popolo indiano, fiero, che manifesta per garantire e riaffermare la propria indipendenza e liberta'.

E' quello della poesia hurdu, della sua bellezza e tradizione soppiantata dalle nuove tendenze espressive musicali e linguistiche; di poeti come Daagh, Dard, Ghalib, Insha, Mir Taqi Mir, Sauda, Zauq ai quali alcuni preferiscono volgari canzonette d'amore.

E' quello degli antichi passatempi, come l'addestramento dei piccioni, espressione di uno strato sociale indiano irrimediabilmente destinato a decadere insieme ai valori che esso veicolava.

E' quello dei legami familiari, apparentemente indissolubili ma, in vero, assecondato per rientrare in un modello sociale comunemente accettato.

E' quello della preghiera e del decoro morale e sociale, espressioni di una trascorso vivere dove il tempo era scandito dalle voci che richiamavano i fedeli ai loro doveri di devozioni e le stagioni si succedevano tra i preparativi di un matrimonio o le cerimonie per un funerale.


L'atmosfera e' pero' magica pacata, malinconicamente sognante

Il crepuscolo riporta alla luce momenti storici salienti della citta':il massacro musulmano del 1857 (il gadar) ad opera degli inglesi: la figura di Bahadur Shah, l'ultimo imperatore dell'Hindustan; i fermenti per l'incoronazione inglese del 1911; la protesta popolare anti-inglese del 1919.


Si oppongono innovazione e tradizione. Asghar,il figlio di Mir Nihal, rappresenta la dimensione indiana di quella giovineza inquieta che ritroviamo nelle pagine dei Malavoglia di Verga o nel Gattopardo di Tomasi di Lampedusa . Ma qui, in India, a Delhi, l'Asgar, la modernita' estetizzante, non riesce a realizzarsi se non come precarieta' e superficialita'. La tradizione, a volte intrisa eccessivamente di superstizione, fa prevalere velatamente un tempo passato che non si dimentica facilmente.

La Delhi contemporanea si percepisce appena: il Forte rosso viene trasformato in alloggio per le truppe inglesi mentre Chandni Chowk perde in quegli anni l'irrigazione e il verde che la caratterizzavano. Oggi, tra lo smog dei tubi di scappamento, e' difficile il solo immaginarlo.