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sabato 13 settembre 2014

Uno sgardo sull'India: i compiti a casa per Narendra Modi

Ahmedabad, Agosto 2014
Narendra Modi ha tanti compiti da fare a casa. Sicuramente in Gujarat ha fatto un bel lavoro: ha migliorato le infrastrutture e ha fatto crescere il Pil. Ma non dimentichiamo che molte zone, come quelle dell'Ovest dello stato, sono rimaste abbastanza arretrate. Molti lo accusano di aver semplicemente garantito un livello di crescita che stava interessando già tutta l'India.
 Questa crescita miracolosa sembra però essersi arrestata. Oggi il tasso di crescita indiano è al 5% e la disoccupazione sta aumentando in maniera preoccupante; gli investimenti esteri sono diminuiti, l'inflazione è in calo.
Certo gli indiani hanno scelto l'uomo forte, il leader. In molti si mostrano fiduciosi verso questo nuovo "padre della nazione". Fino a qualche anno fa i miei amici indiani mi dicevano "Sonia, you are like my Sonia, my Sonia Gandi". Oggi quel "my" sembra assolutamente scomparso. E forse Modi appare tanto forte e invincibile perchè debole e avvilita è la forza del Congress Party, impossibilitata a muoversi perchè avvolta da una densa melassa di corruzione.
Modi piace un po' a tutti, ma prevalentemente piace all'upper class. Eppure viene dalla casta ghanchi, una classe non particolarmente elevata in Gujarat.
Gli industriali indiani sembrano essere interessanti alla possibilità dell'aumento delle esportazioni e agli sgravi fiscali che Modi, come chief minister, ha garantito in Gujarat.
Gli ultra nazionalisti religiosi, i membri del Rss, saranno forse delusi dai primi passi del Primo ministro indiano. Nonstante Modi abbia militato nel movimento in gioventù, abbia abbracciato il pracharak e venga accusato della non azione rispetto alle sommosse del 2002 in Gujarat, oggi manifesta posizioni più "laiche", se così possiamo definirle. La non informazione fa però in modo che la figura del "difensore degli hindu" aleggi tra le menti degli uomini semplici. Speranza e interesse da una parte, ignoranza dall'altra. Una volta eletti, in un modo o in un altro, si dovrà procedere a mantenere le promesse fatte.
Quali sono le urgenze che dovrà gestire Modi?

  • Rivalutare la rupia, oggi ai minimi storici
  • Diminuire la malnutrizione. Oggi un neonato su 5 è sottopeso e più del 40% rimane tale
  • Omogeneizzare la diffusione del tasso di alfabetizzazione. Ragionare in termini di qualità e quantità
  • Diminuire la disoccupazione. Oggi il 70% di brillanti ingegneri indiani è disoccupato e il paese avrebbe bisogno di creare 20 milioni di posti di lavoro l'anno
  • Aumentare le esportazioni
  • Favorire nuovamente gli investimenti esteri
  • Diversificare i settori di sviluppo e crescita, allentare  l'entusiasmo fittizio del settore immobiliare e dell'edilizia per puntare verso il consolidamento dei servizi (alimentazione, igiene, istruzione, sslute) e delle infrastrutture
  • Combattere la corruzione
  • Attenuare le diversificazioni sociali
Tanti compiti. Un'impresa titanica  che ha bisogno ti tempo e pazienza.

giovedì 11 settembre 2014

A cena con Ramesh: la nuova politica indiana

Kurta bianca inamidata, piedi scalzi e massiccio orologio d’acciao al polso sinistro. Ramesh arriva a tavola con un largo sorriso.
“Ogni tanto bisogna prendersi un periodo di vacanza Sonia. E Pune in questi giorni è impossibile. Troppo caldo e troppa pioggia, si, decisamente tropppa pioggia!”
“Ma Ramesh, mi pare che piova più qui a Darjeling in questi giorni che a Pune!”
“Hai ragione, ma qui la pioggia è diversa, è più tranquilla!”
Più tranquilla sembra essere anche la situazione politica indiana, almeno secondo Ramesh, un amico indiano neochirurgo a Pune. Il monsone non ha ancora cancellato le tracce dell’entusiasmo per l’elezione di Modi.
“282 seggi non sono uno scherzo beti!Vedrai che meraviglie! E non abbiamo tra i piedi neanche il peso del Congress insieme alla zavorra che si portava dietro, l’Alleanza progressista unita. Con quei comunisti! Parassiti che fingevano di appoggiare il governo”
La mia perplessità e l’accenno algi episodi del Gujarat del 2012 lo fanno irrigidire e il suo volto paffuto e bonario si fa torvo, quasi aggressivo. Mi punta il dito contro sporgendosi sul tavolo.
Beti! Quella è acqua passata! Sono tutte fandonie! Chi credi che abbia cominciato? C’è sempre qualcuno che comincia. E di certo non abbiamo cominciato noi. Tu parli hindi e quindi certe sfumature dovresti comprenderle. In campagna elettorale Modi ha cercato di parlare, in hindi e gujarati, dei musulmani mettendo in evidenza la necessità che diventino prima di tutto indiani”
“Perché? Non lo sono già?” Chiedo provocatoria
Arrè beti! Forse non pienamente! Il Congress ha finanziato i viaggi verso la Mecca per i musulmani per fare campagna elettorale e raccogliere consensi. Ha forse pagato il mio viaggio a Varanasi? Ci sono tante minoranze in India. Modi non farà distinzioni per fini elettorali. Saremo tutti uguali. Pensa, anche gli adivasi possono esserlo volendo! A livello economico farà esplodere l’India come ha fatto con il Gujarat”
“E perché e musulmani lo avrebbero votato?”
“E’ chiaro. Perché i musulmani sono ricchi e hanno visto la possibilità di guadagno e progresso. Hai visto Ahmedabad, hai visto che paradiso? E’ una città a maggiornaza musulmana ma hai visto che ordine? Ognuno è al suo posto, tranquillo”
“A me pare che il modello di svilupppo del Gujarat abbia aiutato prevalentemente gli imprenditori vicini al Bjp o lo stesso Modi”
“Esatto, proprio così. Ed è per questo che anche i musulmani hanno capito qual è la strada da seguire. Ricorda beti, le elezioni non le ha vinte il Bjp, le ha vinte l’uomo, le ha vinte Narendra Modi, le ha vinte il nuovo padre dell’India. Abbiamo avuto troppe madri,troppe mother India. Questa terra è già madre, ora ha bisogno di un uomo”
“Ma fino al 2015 non avrà la maggioranza netta al rajya sabha. Dovrà comunque trovare degli accordi con qualcuno nel locale, oppure dovrà andare avanti a decreti amministrativi. Un po’ come facciamo in Italia da un po’ di tempo. Credi che a breve comincerà il suo piano di riforme?”
“Forse no beti. Bisogna avere calma e pazienza. Non sarà neanche facile soddisfare tutti. Imprenditori, lavoratori, minoranze. E' impossibile. Sarai d'accordo no? Qualcuno rimarrà deluso, puoi starne certa. Ma l’India è troppo grande e diversificata. L’importante è soddisfare chi conta.”
“E chi conta in India?”
“Persone che hanno saputo vedere in Modi la nuova Shining India. Ehi ragazzo! Portaci il conto. Arrè, muoviti! Parlo con te”
“Namaste Puspa” chiedo al ragazzo che serve ai tavoli “E tu cosa ne pensi di Modi? Sei felice della sua nuova elezione?”

“Non mi piace neanche un po’! Il 15 Agosto parlava già alle 7 del mattino. L’ho ascoltato attentamente alla televisione mentre lucidavo i bicchieri.  So solo che da quando è al potere il prezzo delle patate e delle cipolle è triplicato. Ma questo non lo ha detto  al Red Fort”

sabato 15 febbraio 2014

Nepal e India: un futuro collaborativo?

Il nuovo Primo ministro del Nepal S. Koirala inaugura il suo mandato distendendo i rapporti con la vicina India. L'ambasciatore  indiano in Nepal, Ranjit Rae, ha fatto i complimenti al nuovo premier e ha dimostrato disponibilità ed entusiasmo per la possibilità di una visita in Nepal da parte di Manmohad Singh. L'ultima visita ufficiale in Nepal da parte del premier indiano risale al 1997.
I buoni rapporti con i "cugini" indiani potrebbero portare miglioramenti al Nepal per possibili investimenti riguardanti il settore della sanità, i trasporti ferroviari, l'energia idroelettrica e l'agricoltura. Un buon rapporto con il vicinato è inoltre indispensabile per pensare a politiche comuni in materia di sviluppo economico, turismo, sicurezza e lotta al terrorismo.
Per il momento la stampa indiana non si entusiasma. Gli iterati fallimenti di redazione costituzionale da parte del governo nepalese non  si possono certo dimenticare con il solo volto rassicurante ed onesto di Koirala e la sua promessa di successo entro un anno.
Non va dimenticato inoltre che Koirala ha ottenuto il consenso grazie alla mediazione maoista e che, per approvare la Costituzione, è necessaria la maggioranza dei due terzi dell'Assemblea. Staremo a vedere!