Kathmandu, luglio 2012 |
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lunedì 11 novembre 2013
Nepal: le elezioni tra paura e sfiducia
Pronti,
partenza...? Riuscirà questa volta il Nepal ad arrivare al via? Quale il
traguardo che si pone? Il 19 Novembre sono previste le elezioni in tutto il
paese dopo cinque anni di delirio politico e quattro governi nei quali le
intese e le coalizioni si son fatte via via sempre più difficili e precarie.
L'obiettivo principale è quello di eleggere un'Assemblea costituente. Si
fronteggiano più di 130 partiti in un clima di tensione e minacce. La scelta spetterà a 12 milioni di elettori. Nelle settimane
scorse il Comitato elettorale ha invitato i leader alla prudenza negli ultimi
comizi. Numerosi sono stati i casi di minaccia, attentato e ritorsione. Alcuni
partiti, come il Comunist Party of Nepal-Maoist di Mohan Baidhya, si sono
dichiarati dell'avviso di boicottare le elezioni; altri, come quello maoista
radicale hanno proclamato un bandha, uno sciopero generale dal 10 al 21
Novembre. A scontrarsi sono prevalentemente il
Partito comunista-maoista (CPN-M), una fazione dell’UCPN-M, il Partito
comunista unificato Marxista-Leninista. Ad ottobre è
addirittura morto un candidato CPN-UML
a seguito di un attentato.
Molti
nepalesi risultano preoccupati per il ritardo nella consegna delle schede
elettorali. La commissione elettorale ha garantito a tutti la possibilità di
votare con il solo documento di identità qualora la distribuzione delle schede
non dovesse avvenire in tempi utili. Preoccupazione
e poco entusiasmo. Le strade chiuse dal bandha vedono la presenza di volti
immobili e scoraggiati nei confronti di
una politica che negli ultimi anni ha saputo solo deludere.
Nelle
campagne elettorale i punti toccati da molti partiti riguardano l'accesso
alle risorse idriche, la capillarizzazione ed efficienza del sistema elettrico,
lo sviluppo del turismo, il miglioramento del sistema scolastico e , ovviamente, l’introduzione di una politica economica che
sappia rilanciare il paese. Per quanto riguarda l’economia, il Congress party, dato
solo al 19 % nelle proiezioni, punta
tutto sull’agricoltura, sullo sviluppo tecnico ed infrastrutturale.
Negli
ultimi anni, soprattutto a partire dalla fine della guerra civile, il turismo
ha inciso progressivamente sempre di più sul Pil nazionale. Nell'anno del
turismo, il 2011, ha sfiorato il 2,5%. Ma si potrebbe fare molto di più.
Un
dato interessante è la presenza di numerosissimi giovani tra i candidati. Per
la prima volta, inoltre, si è fatto un larghissimo uso dei mezzi di
comunicazione informatici, dei social networks
e della rete in genere.
Attualmente
il partito favorito sembra essere il Communist Party of Nepal con il 38 % di
preferenze, seguito dal Congress party e dal Communist Party (UML) con il 17 %.
Il notevole successo di partiti di estrema sinistra è largamente giustificato
dalla presenza di un retaggi ancora prevalentemente latifondistie dalla
perseveranza di differenze sociali che spesso mettono a seria prova la
possibilità di sopravvivenza.
giovedì 3 febbraio 2011
Nepal: al voto per la diciassettesima volta
Comunemente il numero 17 è associato a qualcosa di negativo. Scevro di superstizioni il Nepal tenta nuovamente l'lezione del Primo ministro, carica ormai vacante dal giugno 2010. Per ben 16 volte l'operazione non è andata a buon fine; complici il delicato clima politico e l'assenza di una maggioranza stabile.
I favoriti sarebbero i maoisti, Prachanda in testa, ma nessuno dei 4 partiti candidati (Maoisti, Nepali Congress , Communist Party of Nepal e Madhesi People's Rights Forum) ha una maggioranza schiacciante.
La riforma elettorale, elaborata per far fronte a questa situazione, prevede il ripetersi dell'operazione di voto fino a 3 volte, per assicurarsi, si spera, un risultato chiaro.
Nel frattempo, vicino Pashupatinath, cristiani, musulmani e indù litigano e si contendono un posto per i loro morti. Gli indù nepalesi non hanno bisogno degli spazi necessari agli altri credi e non sono, forse giustamente, disposti a concedere parte di quel territorio sulle rive del fiume Bgmati a loro caro per la cremazione dei loro cari.
La riforma elettorale, elaborata per far fronte a questa situazione, prevede il ripetersi dell'operazione di voto fino a 3 volte, per assicurarsi, si spera, un risultato chiaro.
Nel frattempo, vicino Pashupatinath, cristiani, musulmani e indù litigano e si contendono un posto per i loro morti. Gli indù nepalesi non hanno bisogno degli spazi necessari agli altri credi e non sono, forse giustamente, disposti a concedere parte di quel territorio sulle rive del fiume Bgmati a loro caro per la cremazione dei loro cari.
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