mercoledì 28 settembre 2011

Trekking sicuro in Nepal e Tibet.....e molto altro ancora

Rispondo  con  questo post alle tante mail che mi sono arrivate  riguardo al Nepal e al Tibet.
Molti di voi mi chiedono come andare, a chi affidarsi, di chi fidarsi.
Sul mercato c'è tanto, troppo!
Solitamente  si parte con un'agenzia italiana perchè, non si sa per quale motivo, ci si sente più sicuri.
Ai cari amici che mi scrivono proporrei un viaggio insieme a me ma, ahimè, non  ho così tanto tempo a disposizione.
Il consiglio che posso dare a tutti è quello di affidare il proprio viaggio ad un' agenzia locale. Perchè?





Perchè i nepalesi sono i più seri ed efficienti organizzatori di tutto ciò che è inerente la montagna
Perchè hanno un'esperienza varia e conclamata
Perchè sanno gestire qualsiasi situazione con il sorriso
Perchè sono estremamente onesti, almeno i più..o quelli che conosco io
Perchè conoscono il loro paese, il Nepal, e i paesi che hanno caratteristiche himalayane
Perchè sono lavoratori indefessi
Perchè parlano benissimo l'inglese
Perchè un viaggio in Oriente è un'esperienza che va preparata seriamente

Quale agenzia?

A Kathmandu c'è un marasma di agenzie di trekking improvvisate. Chi conosce la città e i suoi abitanti sa bene  che in verità i nomi affidabili, sicuri, seri e professionali vanno cercati con cura.

La scelta migliore è sicuramente la
Vistatrek

Il loro sito internet  http://www.hikehimalaya.com/
                                 http://vistatreks.com/

I loro contatti
 Vista Trek Pvt. Ltd
GPO Box 9668, Thamel, Kathmadnu, Nepal
Tel: 977-01-4257120
Fax: 977-1-4257120
Email: 

Ishwar Pyakurel:
 977 - 9851031822
Devendra Basnet: 977- 9841322985








Le lingue parlate:  Inglese, italiano,  giapponese, spagnolo


La loro esperienza: decennale. Non vi parlo di un'agenzia improvvisata ma di persone che fanno questo mestiere da generazioni


Il loro staff: giovane, efficiente, istruito, serio, professionale parlante bene l'inglese o le lingue sopra citate






Le loro mete: Nepal, ovviamente, con varie possibilità di esperienza per tutti i gusti, dal trekking leggero alla scalata himalayana fino al tour in elicottero per i più pigri e benestanti. Ma la Vistatrek propone anche il Tibet e il Buthan. In pochi giorni ottenete tutti i permessi necessari per le zone ad accesso limitato senza stressarvi e senza incorrere in fregature di varia natura.
Potete fare trekking, tour culturali, tour in elicottero, scalate, rafting, safari, bike tour, bird watching e chi più ne ha più ne metta.


Perchè vido queste informazioni?
Perchè me le avete chieste
Perchè  conosco e amo profondamente questo paese e vorrei che gli italiani, o gli occidentali in genere, tornassero a casa con un bel ricordo del Nepal; con la sicurezza di poter fare un'esperienza unica
Perchè tanti, troppi amici, mi hanno raccontato di esperienze negative legate ad agenzie italiane o, peggio ancora, italiano-nepalesi. Non c'è niente di peggio di un gruppo di nepalesi senza competenze ed esperienza che si fa gestire da un gruppo di italiani che vogliono solo arricchirsi sfruttando la gente del posto. Il mix perfetto per un viaggio disastroso e terribilmente costoso.


Se volete andare in Nepal
Se volete viaggiare sicuri
Se volete trovare degli amici che vi rendano il soggiorno piacevole
Se non volete rovinarvi economicamente per avere, tirando le somme, un servizio scadente


Insomma...se volete un Trekking sicuro in Nepal, Tibet e Buthan...affidatevi a persone affidabili
Affidatevi a Vistatrek


Se volete informazioni sul Nepal, sulla cultura, sul quando andare o cosa vedere scrivetemi pure o contattate il manager della Vistatrek


Email: 

Namaste a tutti e Buon Nepal sicuro!!!!!


mercoledì 21 settembre 2011

Tibet: lassù


"E' IL TUO KARMA BUONO CHE TI AIUTA AD ANDARE LI'
E' IL TUO KARMA CATTIVO CHE TI IMPEDISCE DI TORNARE INDIETRO"


A breve accontenterò i tanti amici che mi chiedono di raccontare i giorni tibetani..........
Per il momento lascio parlare loro............

giovedì 15 settembre 2011

In Tibet


INGINOCCHIATI DOVE GLI ALTRI SI INGINOCCHIANO PERCHE' DIO E' PRESENTE DOVE TANTI HANNO PREGATO  
                                                 
                                                                                                                         (RAMAKRISHNA)



domenica 4 settembre 2011

Palpasa Caffe': un romanzo dal Nepal


“Proprio tu, che sembri una di noi, che parli la nostra lingua e fai battere il tuo cuore per il Nepal, non puoi non leggere questo romanzo!”
Cosi' mi esortavano gli amici nepalesi in merito a questo best seller, Palpasa Cafe'.
Il romanzo e' uscito, in nepalese, nel 2005, in piena guerra civile. L'autore e' il noto giornalista del Kantipur Daily Narayan Wagle.
In Nepal questo romanzo e' famosissimo. Per un paese che mediamente non e' molto interessato alla letteratura e che ha una percentuale di lettori abitudinari bassissima, la vendita di 25000 copie in soli due anni rappresenta un record assoluto. L'entusiasmo con il quale mi veniva presentato il testo mi aveva sempre preoccupata. Sapendo che si trattava in parte di una storia d'amore mi chiedevo: “Questo Wagle sara' mica il Moccia del Nepal?”.
Il mio approssimativo nepalese mi allontanava dalla lettura fino a quando, in una libreria di Kathmandu, ho trovato la traduzione in inglese.

Gli amici nepalesi avevano ragione. Con buon merito questo romanzo ha vinto il prestigioso premio letterario nepalese Madan Puraskar, l'equivalente del Pullitzer Prize degli Stati Uniti.
Non si tratta affatto di una mielosa storia d'amore! Tutt'altro!
Wagle utilizza un plot articolato come una scatola cinese. L'esperimento funziona benissimo a livello narratologico. Il lettore alterna momenti di appassionato coinvolgimento a momenti di stupore a seguito di improvvisi colpi di scena o commoventi episodi, fino alla circolare chiusura che lascia aperta una porta esegetica.


Lo sfondo e' quello di Kathmandu, di un ambiente artistico insolito, delle colline impervie che affacciano sulla Valle. L'ombra costante e' quella della guerra civile, degli intensi anni di guerriglia a seguito dell'eccidio reale del 2001.

Il protagonista e' Drishya, un artista, un pittore nepalese che insegue la bellezza in ogni singolo movimento percepito, dai fiori che cadono in citta' prima del monsone, fino all'intenso colore dei paesaggi collinari e montani. Intorno a lui si muove un Nepal inquieto che si avvicina agli anni piu' cruenti del conflitto civile.

Drishya ha un sogno, quello di costruire un luogo speciale sulle colline. Un posto isolato dove gli artisti possano trovare se stessi, l'ispirazione, la pace; un rifugio solitario e incontaminato lontano dalla violenza e dal qualunquismo. Il suo angolo di Paradiso dovrebbe chiamarsi Palpasa Caffe'. Ma Drishya deve fare i conti con la realta', con il potere, con chi lo vuole prendere, con chi lo strumentalizza e lo piega verso una strada sbagliata.

Chi e' Palpasa? Colei che e' riuscita a strappare l'artista dalla sua solitudine, dal suo isolamento artistico. Colei che capisce la sua arte e forse comincia ad amarlo per quello che e'. Ma non siamo davanti al plot di una storia d'amore qualsiasi. La loro e' un'unione di anime che non ha bisogno di dichiarazioni, gesti fisici o unioni. Un amore inespresso che rimane eterno, nella memoria.
Palpasa Caffe' e' la storia di un sogno irrealizzato, un sogno che coinvolge e commuove. Una storia che rimane sullo sfondo, anche se intensa. Palpasa caffe' non e' un romanzo d'amore e Wagle non e' il Moccia nepalese.

Il rapporto tra Drishya e Palpasa e' quello tra artista e ricettore, tra colui che imprime un sentimento attraverso il colore e chi lo riceve e lo fruisce. Amore e arte assumono le stesse tonalita'. L'arte e' una forma di amore.

I vero fulcro del romanzo e' l'esperienza di Drishya, il suo cercare di capire se stesso e quello che sta accadendo nel suo paese. Cercare delle spiegazioni significa tornare indietro, verso il proprio passato, le proprie origini. Il villaggio dove e' nato e' cambiato. Ora ci sono i maoisti a dettar legge, ad imporre la violenza e l'arruolamento in un conflitto del quale non si conoscono le cause precise.
Qual e' il mezzo per raggiungere la pace e la giustizia? La guerra. La violenza. Qualcuno impone questa legge senza alternativa.


How can you ever justify violence?” Drishya asks.
Siddhartha replies: “Without destroying you can’t build anew.”
“But people are dying,” Drishya pleads.
“The people don’t need peace, they need justice,” says his Maoist friend, “If there is justice there will be peace.”
“But you are carrying out injustices in the name of justice,” says Drishya one last time but it is clear the two can’t even agree to disagree.


Dopo la strage reale del 2001 si scelse la violenza. Kathmndu viene descritta come confusionaria e attonita. Wagle riporta nel romanzo la sua esperienza diretta di giornalista, la sua percezione di quei giorni, la percezione dei nepalesi: l'incredulita', lo sconvolgimento, il sospetto.
Si rispose alla violenza con la violenza. Le giovani generazioni vogliono il cambiamento, nuove opportunita'. Per loro, per alcuni di loro, questo cambiamento e' realizzabile attraverso le armi, la ribellione, la Rivoluzione. L'arruolamento diventa in certa misura obbligatorio cosi' come il rischio che ne consegue. L'esercito in citta'. I maoisti sulle colline. Una pressione feroce sulle zone rurali, sull'esasperazione del popolo e sulla sua mancanza di mezzi.
Si promettono ricchezza e istruzione in nome della guerra, in nome delle armi. Anche le bambine vengono precettate. Chi non muore nelle esplosioni degli attentati dinamitardi marcia in nome dei guerriglieri maoisti. Il giovane che non dono se stesso in nome della rivoluzione costringe la famiglia a pagare cifre improponibili in nome del “People of new power”.

La natura descritta e' commossa e partecipe. Il sogno di vivere in un villaggio pur rimanendo isolati dal “villaggio globale” rimane sullo sfondo. Il gap tra citta' e campagna e' forte.
Quello di Drishya e' un percorso sofferente. L'arista non sente la guerra come sua, non sente la violenza e si dichiara neutrale. L'arte non puo' abbracciare un credo politico o impugnare una bomba perche' si basa su un'ispirazione profonda che ignora l'ira sociale.
Ma anche chi vole rimanere se stesso finisce per perdere se stesso e la propria identita'. Sembra impossibile non entrare nella follia. Non si riesce a sfuggire alla guerra,nda se stessi e dai propri sentimenti.

Un libro interessante e ben scritto, che fa emergere molti interessanti temi oltre a quello politico e storico: l'amicizia, l'arte, l'amore, l situazione sociale ed economica del Nepal, il rapporto con l'Occidente, il rapporto tra generazioni, tra tradizione e modernita', l'emigrazione.

Premi e successo meritatissimi per un autore nepalese che sorprende.
Per chi volesse procurarsi il testo, a sole 300 Rs, puo' consultare il sito della Piligrim's Book di Kathmandu

venerdì 2 settembre 2011

Nepal: Armi, miss e francobolli

Le armi e le donne.......
Ci verrebbe in mente una poesia provenzale e invece........siamo ancora in Nepal.
Il nuovo governo maoisa ha fatto un nuovo passo giusto, gradito agli Stati Uniti. Ha consegnato ufficialmente le armi  della guerra civile nascoste in varie parti del paese dalla fine del conflitto. Sono le armi usate dall'esercito  di liberazione del popolo a partire dal 2001, una spina nel fianco per il processo di pace.

Il Nepal guarda verso la pace e verso la bellezza. Si distrae ed elegge la sua nuova Miss. Come in ogni concorso che si rispetti..il risultato e' deludente. Tante  amiche nepalesi, poco Miss ma con la testa protesa verso il futuro, potrebbero sicuramente competere con lei, anche in bellezza, e vincere


Aumenta anche il patriottismo in Nepal, non solo per le bellezze locali.
Lo Sri Lanka  ha  recentememte emesso un francobollo da 5 rupie con i luoghi piu' importanti della vita di Buddha. Per i cingalesi Lumbini diventa magicamente indiana e enon nepalese.

I fieri abitanti di Kathmandu, anche i non buddhisti, si sono infuriati  e hanno richiesto il ritiro del frncobollo. Comprensibile richiesta! Un po' di geografia per i cingalesi!