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mercoledì 31 agosto 2011

Teej :la festa del digiuno in onore del propio uomo in Nepal!


Oggi in Nepal ricorre una delle piu' importanti fesività:Teej
L'evento e' particolarmente sentito per le donne. Si festeggia Parvati e, in particolare, la sua unione con Shiva. Parvati e' l'immagine della moglie perfetta, una figura piu' sentita in Nepal rispetto alla casta Sita.
Il nome Teej viene da un insetto rosso caratteristico della stagione monsonica
Ogni anno l'evento e' attesissimo. Solitamente cade il terzo giorno di Shokla Paksha durante il Shaavan del calendario hindu. In India la festivita' anticipa ritualmente il monsone. In Nepal invece sembra quasi volerlo salutare. Le ulime piogge si abbattono sulla valle di Kathmandu ma le nepalesi non rinunciano a questo giorno, al loro Dar Khane Din.
Ogni donna diventa una piccola Parvati in grado di assicurare la benedizione al suo amato. Per farlo e' necessario purificare il corpo e l'anima, vestire di rosso, indossare bracciali e collane rosse, mettere tika e sindur.
Ma non e' finita! Per assicurare la salute e la prosperita' al proprio amato le donne si astengono dal cibo e dal bere fino alla mezzanotte. E' discrezione del compagno concedere l'autorizzazione a farlo. In alcuni casi alcune mangiano solo frutta o bevono solo acqua. Il digiuno prende il nome di Nirjalain Nepal.
Per dissuadere i morsi della fame ci si riunisce e ci si distrae cantando e danzando, solitamente intorno ad un lingam che ricordi Shiva. Il posto in assoluto piu' frequentato e' Pashupatinath.
Come nel giorno dedicato a Laxmi, anche oggi verranno tenute lampade accese per indicare la via al dio e alla sua benevolenza.
Un augurio a tutte le donne del Nepal, augurandoci che qualcuna riceva presto, da un solerte compagno, il “permesso” per cibarsi!

martedì 21 settembre 2010

Il Nepal visto dall'India

A 35 gradi, immersa nell’umidità monsonica, mentre mi stupivo (neanche poi tanto) per il terribile ritardo dei giochi del Commonwealth a Delhi, il Nepal arrancava nel tentativo di redimere una situazione politica oramai al limite.
Dall’India l’informazione è rapida, diretta. Sono tanti anche i nepalesi che vivono nella capitale indiana o cercano fortuna a Varanasi, al limite tra sacralità e sopravvivenza. Il sorriso rispetto al loro paese rimane comunque inalterato: “Nepal is my beutifull land!”
Ma mentre sorridono il Parlamento fallisce per l’ennesima volta l’elezione del nuovo primo ministro.
Come può un paese senza una politica portare avanti progetti di sviluppo economico?
Quanto può essere efficace un governo ad interim rispetto alla gestione dei fondi Onu?
Nonostante ci siano tre partiti disponibili, Nepali Congress (NC), United Marxist-Leninist (UML) e Unified Communist Party of Nepal-Maoist (UCPN-M), nessuno ha i numeri per governare.

L’ombra della guerra civile aleggia ancora sul paese, non solo attraverso gli ex guerriglieri, le polemiche che ha suscitato la proposta del loro assorbimento e il conseguente crollo del governo. La polemica è giunta forte anche verso la smisurata produzione di armi.
Religions for Peace e GlobalYouth Network hanno promosso recentemente una campagna contro il proliferare di tale condizione: la violenza genera violenza! Il monito alla pace, e la raccolta di un milione di firme da inviare all’Onu, arriva dai capi  della maggiori religioni presenti sul territorio,
Kesab Prasad Chaulagain (indù), Nazrul Hussein (musulmani), Nun Guruma (buddisti), Narendra Pandey (bahai) e Naman Upadhyaya ( jainiti).
La guerra civile ha causato morte  (quasi 13.000) e ha fatto scomparire migliaia di persone delle quali, dal 2006 ad oggi, non  si ha più traccia. La responsabilità dei maoisti, diretta o indiretta che essa sia, è innegabile. Ma tutto rimane impunito. A fine Agosto si è anche celebrata la Giornata mondiale degli scomparsi!
L’Onu, che avrebbe il compito di monitorare il processo di pace tra esercito e guerriglieri maoisti (Unmin), manifesta perplessità verso il processo stesso e i suoi protagonisti. Forse l’Onu dimentica la differenza  scottante tra un esercito regolare e un gruppo di guerriglieri che per di più, dopo essere stati assoldati per un’assurda guerra, sono stati abbandonati a loro stessi.

Di buono, i maoisti, hanno sicuramente lasciato lo sviluppo del turismo; anche se gli aerei di linea  esplodono in volo trasportando trekkers a Lukla.
Forse le speranze  di cambiamento sono quelle che i nepalesi hanno affidato a Bhumika Shrestha il\la  politica\o  trans gender  ventitreenne eletto\a al seggio per l’assemblea del Congress che dovrà provvedere a riorganizzare il Comitato centrale del partito. Una più spiccata sensibilità è forse quella che ci vuole per vedere la situazione  politica attraverso più punti di vista! Almeno Bhumika Shrestha lotta per le minoranze, e la sua voce si fa sentire! E poi dicono che il Nepal sia un paese rimasto ancorato ad “un’antica e decontestualizzata religiosità!”

Quello che dovrebbe essere un paese “ortodosso” chiede invece la laicità dello stato e lo fa in occasione di una festa hindu importantissima: Teej. In questa giornata, celebrata l’11 Settembre scorso, le donne, rigorosamente vestite di rosso, invocano la benevolenza di Parvati, la paredra di Shiva. Il mito racconta che “la figlia della montagna” prima di riuscire a sposare Shiva, lo amò follemente per centinaia di reincarnazioni dandogli costantemente dimostrazioni del suo sentimento digiunando per giorni interi fino a convincerlo a chiederla in sposa. Da quel giorno ogni richiesta fatta a Shiva  da parte di una donna durante Teej, deve essere ascoltata!
Ci auguriamo che le donne nepalesi, se pur premurose verso la salute dei loro mariti e innamorati, abbiano richiesto anche quella di uno Stato, di una Repubblica che, al momento, stenta a partire con il piede giusto!

sabato 13 febbraio 2010

La notte di Shiva


Ieri gli indù hanno festeggiato lo Shivaratri.Precisamente il rito si è svolto dalla mezzanotte di venerdì alle cinque di questa mattina (in Asia). E' una festa dedicata a Shiva. Si riferisce ad un antico mito in base al quale viene esaltata la luce di Shiva come guida nella notte.Un altro mito collega l'evento con il matrimonio tra Shiva e Parvati. L'unione divina dà vita al cosmo stesso.
Questa notte viene considerata la più lunga dell'equinozio. Si tratta di un momento di purificazione ed ebrezza.Un momento cosmologicamente "fausto", come direbbe Ramesh.
Questa festa è particolarmente sentita nei pressi di un tempio sacro al Dio. In prossimità dei fiumi sacri si riuniscono fedeli e sadhu. Vengono fatte offerte di fiori, riso e denaro. E' l'occasione giusta per vedere gli uomini di cenere in tutta la loro essenzialità. In questa giornata, che in realtà comincia alla mezzanotte del giorno precedente, i sadhu (e non solo) fumano più ganja del solito. L'uso di sostanze inebrianti, spesso di origine naturale, fa parte della venerazione di Shiva.
I collegamenti con l'invasamento dionisiaco sono infiniti e interessanti.
Il momento più bello è quello centrale della giornata quando, dopo i veda, vengono intonati i canti. I colori dominanti sono il rosso, il giallo e l'arancio. Gli strumenti più suonati le tabla.
I luoghi asiatici dove la celebrazione è più sentita sono Benares e Pashupatinath, il sito sacro shivaista di Kathmandu dedicato ai riti funebri sul fiume Bagmati.
La festa è molto sentita anche dai giovani che hanno l'occasione di passare una notte "diversa", senza limiti, verso i "sacri eccessi". Spesso le ragazze nepalesi sono intimorite dall'esuberanza giovanile shivaista e decidono di rimanere a casa!!!
Una tradizione vuole che nella sacra notte ci si debba astenere dal sonno e dal cibo.