
Il
lucente abbaglio è anche quello del ruolo che si riveste nella società. Quelli
che sembrano facilmente collocati in una dinamica di ruggente crescita si scoprono inadeguati,
spogliati di ogni riconoscimento umano, sociale, sentimentale. Il top manager
con la soluzione sempre pronta è anche l’uomo che si mette in discussione, che
si scopre incapace ad amare o troppo coinvolto da un sentimento del quale non
conosceva l’esistenza. Non c’è tempo per il cuore in un’India che avanza
ruggente come “tigre sul mercato”.
Ma
il lucente abbaglio è anche quello che offusca la nostra vista rispetto al
conoscere realmente chi abbiamo davanti.
L’amico, la compagna di una vita, il confidente: chi conosciamo?Chi ci conosce?
Cosa sveliamo di noi stessi? Qual è il vero volto delle persone che
consideriamo importanti nella nostra vita? Quanto li conosciamo e quanto loro
conoscono noi? In alcuni momenti la lucentezza delle nostre convinzioni viene
meno e il bagliore fa spazio a scoperte inaspettate. Quella nuova luce ci
acceca, ci stordisce fino a farci negare l’evidenza, perché le nuove scoperte,
il crollo delle certezze, può essere doloroso e ferire il nostro ego.
Il
volto naturalistico e sognante dell’India fa spazio a scenari industriali dove
un bacino d’acqua coperto di vegetazione
si trasforma nel luogo che accoglie la spazzatura di Calcutta. Ma
Saraogi fa scintillare tutti i volti dell’India e volge lo sguardo verso la
montagna e i luoghi di fuga dell’uomo moderno. La fuga arriva fino al Nepal,
fino alle strade di Kathmandu, al lago di Pokhara e ai tramonti di Muganling. Il Nepal rappresenta quell’esotismo e quella
primordiale dimensione dove quell’uomo moderno sicuro di sé può perdere se
stesso. In queste fughe nella natura si avverte la necessità di una ricerca. Il
destino dell’uomo sembra essere quello
di “cercare di rimediare alla mancanza di qualcosa sostituendola con qualcos’altro.
Ma non sempre funziona”.
Bangalore,
Hyderabad, Chennai, Tirupur scintillano nel loro fulgente progresso. Anche l’ecologia
diventa mercato e le multinazionali elaborano un modo per ottenere carbon
credit da vendere all’Occidente riducendo le emissioni di monossido di carbonio.
Idee scintillanti che guardano avanti. “L’India è una paese di un miliardo di
persone che sogna all’unisono. Chi in piccolo e chi troppo in grande”. “L’elefante
indiano si è rimesso in piedi da un bel po’”. “Sono lontani i giorni in cui,
incatenato, lo si poteva tener buono con una banana ed altri espedienti del
genere”.”Un giorno l’India sarà una gallina dalle uova d’oro”.
Come
in molti romanzi di Saraogi la storia parte lentamente, i personaggi si
delineano in fugaci pennellate e sembrano arrivare a compimento solo nelle
ultime pagine. L’India scintillante è quella dei club, della crescita economica,
delle multinazionali, ma è anche quella degli uomini, delle loro debolezze, del
rispetto della tradizione e della religiosità.
Gli uomini della shining India cambiano lavoro, città e certezze.
Il manager spregiudicato è al tempo stesso il brahmino tamil legato alle
tradizioni. Il successo e la sicurezza si dissolvono davanti alla semplicità
dei più elementari sentimenti umani,
quelle luci che non sono sul mercato e
che il denaro non può comprare.
La
riflessione sul senso dell’amore, che va
oltre i canoni sociali imposti, si alterna all’aridità di una dinamica
relazionale nella quale ogni rapporto è fugace, dove non ci si può fidare di
nessuno perché colui che ti è accanto invidia il tuo successo e le tue
capacità. Il timore dell’attacco e del
tradimento determina una chiusura alla libertà di amare e capire l’altro.
Dentro
ogni uomo se ne cela una altro. L’eccesso di autocontrollo non fa che nascondere
le fragilità; altri fuggono da loro stessi, dalle loro stesse capacità o cercano conforto in punti di riferimenti
esterni così che Guruchan diventa Guru, il maestro inconscio di una vita che si
vuole vivere laicamente.
L’India
scintilla nella sua nuova fiammante dimensione capitalistica. AL suo interno,
tra quel bagliore, ogni anima cerca di trovare se stessa e forse la troppa luce impedisce un percorso
senza ostacoli.
Alka
Saraogi, Shining India, Neri Pozza 2012
Traduzione
dall’hindi di Marco Zolli