lunedì 26 novembre 2012

ICCG THINK FORWARD FILM FESTIVAL

Mentre Doha si prepara ad accogliere il meeting più importante dell'anno, Venezia  dibatte sui cambiamenti climatici senza le passerelle e gli sfarzi del Festival del cinema settembrino

30 novembre e 1 dicembre 2012
THINK FORWARD FILM FESTIVALL’International Center for Climate Governance (ICCG) presenta la seconda edizione del Think Forward Film Festival. Nato a Venezia nel 2011, ha l’obiettivo di approfondire, discutere e divulgare, attraverso cortometraggi e lungometraggi, il tema dei cambiamenti climatici e le questioni legate all’efficienza energetica e alle energie rinnovabili. L’International Center for Climate Governance è un’iniziativa congiunta della Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) e della Fondazione Giorgio Cini. ICCG è oggi un centro di ricerca di fama internazionale sui cambiamenti climatici e sulle tematiche legate alla governance del clima.
Qui il Programma

Per gli operai bangladesi

DHAKA, Bangladesh 


"Non taccio una distinzione netta o di qualsiasi tipo tra economia ed etica. L'economia che leda il benessere morale di un individuo o di una Nazione è immorale e, perciò, minacciosa. Così l'economia che permetta ad un paese di depredarne un altro è immorale. E' peccaminoso comprare e usare articoli fatti da lavoratori sfruttati"
Gandhi, Young India, 13 Ott 1921, p. 344

sabato 24 novembre 2012

Lo schiaffeggiatore nepalese

Alcuni nepalesi sono stanchi delle false promesse, della politica inesistente e disinteressata, della corruzione e dei favoritismi famigliari dei leader di partito. Padam Kunwar ha solo 25 anni e nel 2007 era al fianco della sua famiglia per guidare la rivolta dei maoisti.Il padre ex guerrigliero, la madre e due fratelli orribilmente deturpati dalle atrocità della guerra civile. Ma Padam aveva delle speranze, delle aspettative, il sogno di vedere il suo paese rinascere dalle sue stesse  ceneri.  Leader come Prachanda però, hanno disatteso i suoi progetti e il Nepal oggi si trova in una situazione di sospensione e arretratezza, forse prevedibile ma sicuramente non identificabile come definitiva. Così il giovane Padam si è ribellato e ha schiaffeggiato pubblicamente Prachanda alla fine di un comizio. Nel Medioevo lo schiaffo in pubblica era sintomo di sfida. Forse il giovane ha  lanciato un messaggio chiaro al leader maoista o semplicemente ha espresso la sua delusione.
Quello che ha guadagnato è stato però un linciaggio. I social networks nepalesi lo proclamano eroe mentre i politici lo vogliono condannato per terrorismo. Ieri il padre di Padam è andato a trovarlo in carcere ma non è stato possibile vederlo. Pare sia stato trasferito per motivi di sicurezza.

venerdì 23 novembre 2012

Nepali dogs


presa da qui
Un amico nepalese dal 2008.....
Sono finite le feste. Ora è tempo di riposo in Nepal prima dell'approssimarsi dei raccolti. Anche i cani, sonnacchiosi e buoni come solo possono esserlo quelli nepalesi, si godono un momento di pace dopo i bagordi che li hanno visti protagonisti di primo piano.
Si chiude anche la stagione del turismo e il freddo comincia a farsi pungente. Nell'aria aleggia anche la possibilità di un accordo politico dopo i recenti fallimenti dell'Assemblea costituente. Il Presidente Yadav ha convocato tutti i partiti per venerdì al fine di costituire un governo di unità nazionale.
Questo è il periodo dei "buoni propositi" in Nepal. Possiamo augurare al paese un po' più di prosperità e pace.

mercoledì 21 novembre 2012

Chhath



एष ब्रम्हा च विष्णुष्च शिव: स्कन्द: प्रजापती: । 
महेन्द्रोधनद: कालो यम: सोमो ह्यपाम्पति: ।। 
एनमापत्सु क्रिच्छेषु कन्तारेषु भयेषु च । 
किर्तयन पुरुष्: कष्चिन्नवसिदती राघव ।।। 
आदित्य्म सर्बकर्तंरं कलाद्वदाद्शम्युतमं । 
पद्महस्त्द्वयं वन्दे सर्वलोकैकभस्करमं ।।


Ancora un'altra festa hindu. Ieri tutta l'attenzione era per Surya, per il Chhath festival (o Surya Shashti) dedicato al sole. Il ringraziamento alla luce di ogni giorno comincia alle prime luci dell'alba. Surya è ringraziato per il suo tepore e per la forza che dà alla terra. Si sta per avviare la stagione dei raccolti e un ruolo fondamentale è stato sicuramente quello del sole. Il Chhath festival è anche un'occasione per chiedere perdono.Gli indiani celebrano la puja sulle rive del Gange o del Yamuna.
I nepalesi affollano il Bagmati e il Rani Pokhari a Kathmandu. Le celebrazioni durano circa 4 giorni (ieri l'ultima, il parva chhath) nei quali si alternano preghiere e rigorosi digiuni. L'usanza vuole che si facciano bagni purificatori, che si passi molto tempo in acqua (in Nepal le temperature cominciano però a farsi rigide nelle ore mattutine e serali) e che ci si astenga il più possibile dal bere acqua. Le astinenze sono necessarie per poter ricevere energia direttamente dai raggi del sole. Molti fedeli si limitano ad offrire prasad, offerte di fiori, incenso e frutta.
Il Nepal festeggia il chaath festival ,o Dala Chhath, specialmente nelle regioni del Terai e Mithila.
Si ha notizia di questi rituali già nei Veda e nei Rigveda. Anche Draupadi, nel Mahabharata, pratica  puja in offerta al sole per chiedere la benedizione dei suoi Pandava. Dal sole Draupadi riceve l'energia che le permette di essere una donna speciale. Per questo motivo la festività è particolarmente sentita dalle donne indiane e nepalesi.

Il desiderio di ricevere la benedizione del sole ha però creato problemi in Bihar dove, due giorni fa, 20 persone sono morte sulle rive del Gange a causa della calca per raggiungere le sacre acque.


lunedì 19 novembre 2012

Come essere o non essere felici

Kathmandu, Luglio 2012
"Vi sono molti modi fondamentalmente diversi di considerare la qualità della vita e un certo numero di essi possiede una certa plausibilità immediata. Si potrebbe essere AGIATI senza STARE BENE. Si potrebbe stare bene senza essere in grado di condurre la VITA CHE SI ERA DESIDERATA. Si potrebbe avere la vita che si era desiderata SENZA ESSERE FELICI. Si potrebbe essere felici senza avere molta LIBERTA'. Si potrebbe avere molta libertà SENZA AVERE MOLTO. "
     
                                                    (Amartya Sen, Il tenore di vita, Marsilio, pag.29)

giovedì 15 novembre 2012

Amma: la forza di un abbraccio





In questi giorni Mata Amritanandamayi, detta Amma, è in Italia. La forza di un abbraccio può scaldare il mondo. Qui il sito italiano che organizza gli eventi e qui il video tratto dal Corriere della sera inerente l'incontro lombardo di stamane.
Amma ha dato vita ad un movimento, l'Embracing the world, partendo da un piccolo villaggio del Kerala. La forza empatica dell'abbraccio contiene la volontà di accettare l'altro e riscaldarlo di un calore materno.

mercoledì 14 novembre 2012

La Trasmigrazione e il tulku a Venezia

Tibet, Agosto 2011

La dottrina tibetana
della trasmigrazione e il tulku
Fondazione Querini Stampalia, Venezia
giovedì 15 novembre 2012, dalle ore 17.45
             
Un’occasione per esplorare, attraverso la dottrina della trasmigrazione e del tulku, un’antica civiltà che dal “Tetto del Mondo”, il lontano altipiano del Tibet, giunge fino alla città di Venezia dove di recente il Dalai Lama è stato insignito della cittadinanza onoraria.
Appuntamento giovedì 15 novembre dalle 17.45 a Palazzo Querini Stampalia con La dottrina tibetana  della  trasmigrazione  e  il  tulku,  l’incontro  organizzato  da  International  Dzogchen Community Gyamtsholing Venezia e Shang Shung International Institute for Tibetan Studies, con la collaborazione della Fondazione Querini Stampalia e di Ca’Foscari Cinema. Ad introdurre il tema Fabian Sanders, docente di Lingua e Letteratura Tibetana all’Università Ca’Foscari di Venezia e Direttore Accademico dell'Istituto Shang Shung per gli Studi tibetani (Regno Unito).L’intervento analizzerà le particolari modalità di trasmigrazione attraverso le quali i Tulku, Maestri spirituali  tibetani,  decidono  di  “rimanifestarsi  per  prestar  soccorso  agli  esseri  che  impotenti navigano nell’oceano del divenire”, come afferma Sanders. Nell’occasione si parlerà de La lampada che rischiara le menti ristrette, di Chögyal Namkhai Norbu (Shang Shung edizioni, Arcidosso 2012).A seguire, alle 18.30, la proiezione del film My reincarnation, introdotto da Roberta Novielli,
Professore  Associato  di  Storia  del  Cinema  Giapponese  e  Delegata  del  Rettore  alle  Attività
Cinematografiche di Ca' Foscari Cinema e di Ca' Foscari Short Film Festival.Firmato dalla regista statunitense Jennifer Fox, My reincarnation è un documentario sulla vita di Namkhai Norbu Rinpoche, uno dei principali maestri viventi del buddismo tibetano, e del figlio primogenito Yeshe che, nato in Italia, si distanzia in qualche modo dalle orme paterne seguite per alcuni  anni,  proponendo  con  un  linguaggio  alternativo  e  filosoficamente  affine  agli  schemi occidentali, i principi del buddismo tibetano.
Vent’anni di riprese documentano il rapporto complesso tra padre e figlio in una storia universale sull’amore, la trasformazione e il destino. Film multilingue (italiano, inglese, tibetano) con sottotitoli in italiano.
L’incontro si terrà nell’Auditorium Giannina Piamonte
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Seguirà un piccolo rinfresco offerto dalla Comunità Dzog Chen Venezia - Gyamtsholing
La Comunità Dzog Chen di Venezia organizza  sabato 17 e domenica 18 novembre, alla  Bottega del
Tintoretto di Venezia, un Corso di pittura Thangka per imparare a disegnare secondo la pittura tradizionale
tibetana su tele arrotolabili.
http://www.tibetanthangkapainting.com
gyamtsholing.venezia@gmail.com

Per informazioni
Fondazione Querini Stampalia, Santa Maria Formosa, Castello 5252,  30122 Venezia
tel 041 2711411   fax 041 2711445
www.querinistampalia.it
ufficiostampa@querinistampalia.org

martedì 13 novembre 2012

La prima volta in India?

da un mio viaggio indiano
Vi linko un interessante contributo dato da me ed altri blogger indofili ad eDreams. Si tratta di un piccolo manuale di sopravvivenza per coloro che vanno in India per la prima volta. Un Grazie a Sunil di Awaragi, Elisa di Italianmasala e Domenico di Ekamsat india

lunedì 12 novembre 2012

Diwali e Tihar

La mia preghiera. 2009
Arriva Diwali. Domani iniziano i festeggiamenti in tutti i paesi hindu e non solo.
Il re divino Rama torna ad Ayodhya dopo 14 anni di esilio. Con lui la fedele sposa Sita.
Il termine  dipawali, dal quale diwali, proviene dal sanscrito dipa, lampade, e avali, file. La fila di luci è quella che accoglie il ritorno del re, il trionfo della luce della conoscenza sull'oscura ignoranza.
Il secondo giorno, il Choti diwali, piccolo diwali, si celebra il ritorno di Krisna da Pragyotishpur, in Nepal, dove il dio ha sconfitto il demone Narakasur. Al suo rientro il dio è lavato, oliato e profumato dalla sue donne. In ricordo di tali riti si è soliti svegliarsi all'alba per un bagno rituale e segnare la fronte con il sindur.In Nepal questo secondo giorno prende il nome di Vahada Bhairava e le particolari attenzioni vengono date ai cani agghindati e nutriti con affetto.
La vera festa delle luci ci sarà il terzo giorno di festeggiamenti, giovedì, quando la luce verrà esposta in ogni casa per segnare la strada alla dea Lakshmi. Il giorno successivo segna l'inizio del  Vikram-Samvat, il calendario introdotto dal re Vikramaditya. Tale calendario è valido tutt'oggi in Nepal.Secondo i Vishnu-purana in tale giorno si celebra la fine del monsone e la benedizione dei raccolti.
Il quinto giorno si celebra il bhav bij, il bhai tika in nepalese. Questa festa è particolarmente significativa: celebra la visita che Yama, il dio della morte, fece a sua sorella Yami. Per l'occasione Yami pose sulla sua fronte il tilak e preparò cibi deliziosi. In ricordo di questo lieto incontro  il dio decise che chiunque avesse ricevuto doni e benedizioni dalle sorelle non sarebbe mai stato colpito dalla sfortuna. La cerimonia della tika viene celebrata con grande enfasi, soprattutto in Nepal. L'estensione dell'identità di sorella viene data spesso anche in assenza di determinati rapporti sanguinei..
Il nome nepalese della festa di Diwali e Tihar. Se ne è parlato qui e qui
Le tradizioni nepalesi seguono i ritmi agricoli e danno molta importanza agli animali. Nei primi tre giorni festivi vengono ricordati con attenzione i corvi, i cani, le mucche.

Gar ma Laxmi ko baas hos
Satruko naas hos
 harek kamana fulfil hos
 beer ko karsat hos
  tihar ko shubhakamana khas  hos

Che Lakshmi  porti luce, prosperità e ricchezza a tutti


lunedì 5 novembre 2012

Aspettando River to River


Shining India, Alka Saraogi


Shining   in inglese significa lucente. Quello che brilla in questo nuovo libro di Alka Saraogi tradotto da Marco Zolli,  è il volto di un’India nuova, abbagliata dal progresso, dalla tecnologia, dalla sete di successo e dall’arrivismo sul mercato. Ma l’India nuova e scintillante avverte l’inadeguatezza all’interno di questa corsa senza vinti e vincitori.
Il lucente abbaglio è anche quello del ruolo che si riveste nella società. Quelli che sembrano facilmente collocati in una dinamica di  ruggente crescita si scoprono inadeguati, spogliati di ogni riconoscimento umano, sociale, sentimentale. Il top manager con la soluzione sempre pronta è anche l’uomo che si mette in discussione, che si scopre incapace ad amare o troppo coinvolto da un sentimento del quale non conosceva l’esistenza. Non c’è tempo per il cuore in un’India che avanza ruggente come “tigre sul mercato”.
Ma il lucente abbaglio è anche quello che offusca la nostra vista rispetto al conoscere  realmente chi abbiamo davanti. L’amico, la compagna di una vita, il confidente: chi conosciamo?Chi ci conosce? Cosa sveliamo di noi stessi? Qual è il vero volto delle persone che consideriamo importanti nella nostra vita? Quanto li conosciamo e quanto loro conoscono noi? In alcuni momenti la lucentezza delle nostre convinzioni viene meno e il bagliore fa spazio a scoperte inaspettate. Quella nuova luce ci acceca, ci stordisce fino a farci negare l’evidenza, perché le nuove scoperte, il crollo delle certezze, può essere doloroso e ferire il nostro ego.
Il volto naturalistico e sognante dell’India fa spazio a scenari industriali dove un bacino d’acqua coperto di vegetazione  si trasforma nel luogo che accoglie la spazzatura di Calcutta. Ma Saraogi fa scintillare tutti i volti dell’India e volge lo sguardo verso la montagna e i luoghi di fuga dell’uomo moderno. La fuga arriva fino al Nepal, fino alle strade di Kathmandu, al lago di Pokhara  e ai tramonti di Muganling. Il Nepal  rappresenta quell’esotismo e quella primordiale dimensione dove quell’uomo moderno sicuro di sé può perdere se stesso. In queste fughe nella natura si avverte la necessità di una ricerca. Il destino dell’uomo  sembra essere quello di “cercare di rimediare alla mancanza di qualcosa sostituendola con qualcos’altro. Ma non sempre funziona”.
Bangalore, Hyderabad, Chennai, Tirupur scintillano nel loro fulgente progresso. Anche l’ecologia diventa mercato e le multinazionali elaborano un modo per ottenere carbon credit da vendere all’Occidente riducendo le emissioni di monossido di carbonio. Idee scintillanti che guardano avanti. “L’India è una paese di un miliardo di persone che sogna all’unisono. Chi in piccolo e chi troppo in grande”. “L’elefante indiano si è rimesso in piedi da un bel po’”. “Sono lontani i giorni in cui, incatenato, lo si poteva tener buono con una banana ed altri espedienti del genere”.”Un giorno l’India sarà una gallina dalle uova d’oro”.
Come in molti romanzi di Saraogi la storia parte lentamente, i personaggi si delineano in fugaci pennellate e sembrano arrivare a compimento solo nelle ultime pagine. L’India scintillante è quella dei club, della crescita economica, delle multinazionali, ma è anche quella degli uomini, delle loro debolezze, del rispetto della tradizione e della religiosità.  Gli uomini della shining India cambiano lavoro, città  e certezze.  Il manager spregiudicato è al tempo stesso il brahmino tamil legato alle tradizioni. Il successo e la sicurezza si dissolvono davanti alla semplicità dei più elementari sentimenti umani,  quelle luci che non sono sul mercato e  che il denaro non può comprare.
La riflessione  sul senso dell’amore, che va oltre i canoni sociali imposti, si alterna all’aridità di una dinamica relazionale nella quale ogni rapporto è fugace, dove non ci si può fidare di nessuno perché colui che ti è accanto invidia il tuo successo e le tue capacità.  Il timore dell’attacco e del tradimento determina una chiusura alla libertà di amare e capire l’altro.
Dentro ogni uomo se ne cela una altro. L’eccesso di autocontrollo non fa che nascondere le fragilità; altri fuggono da loro stessi, dalle loro stesse capacità  o cercano conforto in punti di riferimenti esterni così che Guruchan diventa Guru, il maestro inconscio di una vita che si vuole vivere laicamente.
L’India scintilla nella sua nuova fiammante dimensione capitalistica. AL suo interno, tra quel bagliore, ogni anima cerca di trovare se stessa  e forse la troppa luce impedisce un percorso senza ostacoli.

Alka Saraogi, Shining India, Neri Pozza 2012
Traduzione dall’hindi di Marco Zolli