lunedì 24 maggio 2010

Nepal esplosivo


Mentre i media si interessano all’assurda impresa del tredicenne che ha scalato l’Everest, in Nepal arriva il primo avviso del monsone e la situazione politica si fa sempre più tesa. Sabato pomeriggio è scoppiata una bomba davanti alla sede dell’Assemblea Costituente. Ricordiamo che i lavori per la preparazione del testo sono scaduti ieri, 24 maggio anche se si prospetta una nuova data, il 28 maggio. La bomba, esplosa intorno alle 5 del pomeriggio, non ha causato vittime. La polizia ho trovato un ordigno simile, fortunatamente non esploso, nei pressi della sede governativa.
Il gesto terroristico è stato rivendicato dal Dynamic Youth Forum, un movimento di insurrezione giovanile fino a questo momento poco attivo nel paese.
Il governo del Nepal, appoggiato da una quindicina di formazioni politiche, è sottoposto alla pressione del Partito comunista del Nepal (Ucpn, maoista), che è il più importante del Paese e che attualmente è all'opposizione, sembra non essere in grado di superare questa empasse politica. Gli scioperi dell’inizio del mese hanno solo creato disagi alla popolazione avvicinando il rischio di una possibile guerra civile.
Il ricordo italiano va agli ani della Resistenza, al momento in cui l’idea di Repubblica era lontana e la Costituente doveva ancora venire alla luce. In quegli anni Togliatti capì che era necessario mettere da parte le marcate differenze ideologiche e politiche, che era necessario, per il paese, avviare un governo di unità nazionale.
La situazione del Nepal è senza dubbio più complicata ma ci auguriamo di poter desiderare anche per il paese himalayano una futura intesa che appiani momentaneamente le divergenze per costruire quella democrazia che oggi appare tanto lontana.
Nel clima di indecisione politica che ha portato la Repubblica si fanno avanti i nostalgici della monarchia, sopratutto i fondamentalisti indù. I movimenti ultraortodossi si riuniscono in questi giorni in India, in un meeting internazionale organizzato dallo Shiva Sena e dalla World Hindu Federation.

venerdì 21 maggio 2010

La letteratura indiana da Torino a Venezia


La letteratura indiana sbarca a Venezia dopo il nutrito interesse accordatogli a Torino. Ospiti di Incroci di civiltà, autori emergenti e accreditati dal pubblico italiano.
Alka Saraogi e Tishani Doshi hanno aperto il "mosaico" indiano presso l'Auditorium di Santa Margherita. Due autrici profondamente diverse, sotto vari punti di vista.
I romanzi di Saraogi sono tra i pochissimi in lingua madre tradotti in italia.
Tishani Doshi è una nuova scrittrice emergente che dopo il recente romanzo pubblicato da Feltrinelli, Il piacere non può aspettare, deve ancora maturare come intellettuale, se mai sarà questa la sua più adeguata attitudine nella vita.Vi consiglio di guardare il suo sito web perchè ne vale veramente la pena!!!!!!!!!!!!
Due scrittrici diverse dunque. Accomunate da un tema.Quello del viaggio. Il viaggio dei romanzi di Saraogi è quello di una nazione, del desiderio della classe media di emergere a guadagnare un'adeguata posizione all'interno di un'India che si sta formando. Ma il viaggio in Bypass al cuore di Calcutta è anche quello all'interno di una famiglia, all'interno della sua quotidianità e allo stravagante punto di vista di un personaggio che trova in una follia disincantata, la prospettiva adeguata per osservare la sua storia e quella del suo paese.
Le parole di Saraogi sono quelle di una scrittrice consapevole, che conosce il suo paese e sa identificarne i limiti.
Il viaggio di Doshi è quello tra India e Galles, tra Occidente e Oriente, tra il bisogno di ritrovare ciclicamente il legame con il proprio paese di origine e il desiderio di conoscere il diverso. Con un linguaggio delizioso e accattivante, Doshi ci fa entrare all'interno dei sentimenti più semplici ed essenziali, quelli familiari e amorosi. Il piacere a varie tonalità: è la ricerca di qualcosa che scalda, che consola, che appaga e rassicura.Il viaggio sembra non concludersi mai. Il ritorno è verso quel posto che chiamiamo "casa" perchè in esso ci troviamo a "casa".La fine sicura del viaggio è quella all'interno di un mondo interiore che ha in sè l'India e il Galles, luoghi vicini e lontani nello stesso istante.
Voci giovani e voci mature. Nuove esperienze e ricordi del passato: due autrici diverse alle quali si chiede, con voce unanime, di essere portatrici del loro paese!
La letteratura indiana è fiction ma può essere anche realtà! Le strade, i volti, le relazioni, gli intrecci, sono lo specchio di un popolo, lo specchio di civiltà che si incrociano (Incroci di civiltà!).E allora? Perchè no? Perchè meravigliarsi se un pubblico curioso vuole conoscere i legami tra scrittura e vita, tra pagine e strade, tra parole e società!

Di Vikram Seth, autore noto a tutti gli amanti della letteratura indiana, compagno di lunghe serate nel PurvaPradesh attraverso le 1600 pagine del suo Ragazzo giusto, non si può dire che una cosa: brillante!
Cosmopolita, poliglotta, artista eclettico e plurigenere, Seth ha conquistato il pubblico veneziano. Si, veneziano. Perchè Seth ama Venezia, la visita spesso e ne apprezza la decadenza, la confusione, gli odori, l'arte, i paesaggi, gli scorci.
In uno dei suoi romanzi più celebri, Una musica costante, si scorgono piazze a campielli della città lagunare. L'attenzione dell'autore arriva fino a Torcello, attraverso una squisita descrizione della Basilica di Santa Maria Assunta scritta tutta in monosillabi.
Seth sorprende il pubblico veneziano per la sua semplicità, per il rifiuto di quella dimensione intellettuale altisonante con la quale si vuole spesso vestire gli autori, per la sua ironia e la sua estrema intelligenza e sagacia. Seth sorprende i veneziani parlando in dialetto veneto, ripercorrendo gli itinerari della città che ama di più, gli stessi che amano i veneziani, quelli popolari, meno conosciuti, meno caotici e turistici.
L'indiano lontano dagli esotismi e dalle spezie sorprende anche gli italiani e la loro cultura letteraria: ama Leopardi e mostra di comprenderlo profondamente; ne apprezza la chiarezza poetica e il romanticismo melanconico, la forza e l'intensità ma, allo stesso tempo, mette in guardia dal facile binomio "melancomia=pessimismo".
Un artista non è solo un romanziere. Seth, romanziere e poeta, sorprende il pubblico sorseggiando vino e descrivendo il suo rapporto con l'arte, il suo amore per la poesia e e la scultura, il suo rapporto con la materia, con il fuoco, con la forma, con il movimento.
Ai veneziani piace anche il suo interesse verso il vetro soffiato e l'apparente "umiltà-umoristica-scanzonata".
Ma il Seth che più sorprende è il poeta, quello di poesie come Earth o Fire, lette in italiano e declamate in inglese con una passione e un trasporto che è rintracciabile solo nei grandi artisti.
Ci lascia con un sorriso ed una promessa: La ragazza giusta, in Italia tra qualche anno. Il libro arriverà a deliziarci, questo è sicuro. Quello che non ci promette è lì'esiguo numero di pagine. A quanto ricorda, per il Ragazzo giusto, voleva scrivere una storia lineare di non più di 300 pagine ma poi, tra un bicchiere di vino e un viaggio di approfondimento, le pagine sono diventate 1600 e gli anni per scriverlo 10! A lui la scelta! A noi l'attesa e la futura, godibile lettura!

mercoledì 19 maggio 2010

Il ruolo delle donne tra India e Torino: oltre i romanzi..













Una piccola stanza aperta ad ogni tipo di interferenza da parte dei più di 300.000 visitatori di tutta la manifestazione. E'stato questo lo sfondo dedicato all'India, paese ospite del salone internazionale del libro di Torino. Molti i nomi importanti, i libri presentati e commentati, le conferenze e gli incontri.
L'India, paese spesso associato unicamente a Gandhi e alle spezie, sta entrando lentamente all'interno di un nuovo immaginario collettivo. Non ci stupisce dunque se Ambarish Satwik, autore di Il basso ventre dell'Impero, chiede direttamente al pubblico: "Cosa vi interessa tanto di noi indiani? del nostro modo di vivere, delle nostre religioni, della nostra sessualità?".
Forse le curiosità del giovane e malizioso Ambarish non sono state soddisfatte dal Salone di Torino.
Ma il pubblico era realmente interessato. Un pubblico selezionato e fedele, quello degli eventi legati all'India; un pubblico che rimaneva volentieri in piedi, pressato e infastidito dalle mille voci estranee dei visitatori di passaggio davanti al PUNTO INDIA.
Gli ospiti, con più o meno fama, sono stati pazienti anche nelle occasioni limite di spazio e organizzazione: microfoni non funzionanti, traduttori che reinterpretavano liberamente (a volte cambiando le trame dei romanzi)o che si addossavano fisicamente agli autori per parlare al microfono, moderatori delle conferenze che non avevano letto il libro da presentare o si dimostravano scortesi con il pubblico che interveniva. Anche questo è Torino....
Tra le tante conferenze sono emerse prospettive interessanti: quella del rapporto con il potere, delle grandi megalopoli indiane ricche di ricchezze, miseria e contraddizioni e, non meno importante, quella delle donne.
Le donne indiane di Torino sono autrici emergenti come Tishani Doshi (Il piacere non può aspettare )e
Anuradha Roy (autrice del suo primo romanzo per Bompiani, L'atlante del desiderio) o già note al pubblico italiano, come Namita Devidayal (La stanza della musica)o Anita Nair,Radhika Jha ( L'odore del mondo e Il dono della dea), Anita Nair e Shobhaa Dé.
Autrici sicure e determinate.
L'idea che ci si costruisce di alcuni personaggi di un libro viene spesso smentita dai loro stessi inventori. R.Jha e A.Roy non definiscono infatti i loro personaggi femminili, espressioni della moderna India in continua evoluzione. La figura energica delle donne del villaggio descritte nei loro romanzi non è metafora universale di una nuova donna indiana che, in qualsiasi contesto, riesce ad emanciparsi ed affermare se stessa. Nessuna eco metaforica della nuova legge che vedrà, nell'India dei prossimi anni, il 33% del seggi del Parlamento assegnato di diritto alle donne. Le donne di Jha e Roy sono dunque, a loro stesso dire, solo donne non istruite ma molto forti. Con un po' di amaro in bocca preferiamo immaginare la possibilità di un riscatto generico e vincente che forse può trovare più spazio nell'onda rosa di Sampat Pal. Nel nuovo testo pubblicato da Piemme, Il sari rosa, un gruppo di donne, la Pink gang, porta avanti un movimento che dalle campagne, difende energicamente i diritti femminili.
Per quanto più acerba e tragica, la prospettiva femminile indiana presentata da Carlo Buldrini con Nel segno di Kali, sconvolge lo spettatore e fa riflettere.
Le parole del premio Nobel per l'economia A.Sen sono più che mai attuali e veritiere: "Qualsiasi cosa dici dell'India... è anche il suo contrario". La donna indiana è quellaforte e poco istruita dei romanzi di R.Jha; è quella griffata e sfacciata di Shobhaa Dé, è quella determinata e combattiva di Sampat Pal, ma è anche quella di cui ci parla Boldrini. Una donna che manifesta tutte le contraddizioni dell'India, che arriva ai vertici del potere ma che, ancora oggi, nel 2010, viene discriminata.
La diseguaglianza femminile indiana è quella della "natalità" (con gli aborti selettivi) e della "sopravvivenza" (con la malnutrizione e la preclusione all'istruzione). Nella prospettiva sociale e antropologica di Baldrini la donna indiana non è "un personaggio" da costruire, più o meno rispendente alle metafore economico-sociali che ognuno di noi può creare. Kali, la dea contraddittoria come la stessa India, la dea che crea e distrugge, nutre e uccide, è espressione di una donna che, pur non essendo personaggio, è rinchiusa all'interno di ruoli precostituiti, quelli di figlia (della quale liberarsi, sulla quale non si può contare per l'avvenire; per la quale la famiglia dovrà spendere una fortuna per la dote), di moglie e di madre (preferibilmente di un figlio maschio).
Ma l'India di Torino non è solo femminile.
Ci piace ricordare la simpatia di Swarlup, la dolcezza di Indra Sinha, la determinazione e la coerenza di Tarun Tejpal,l'ironico e crudo sarcasmo di Kiran Nagarkar e in fine, perchè no, la profondità dello sguardo di Altaf Tyrewala.
Anche questa è India..........

lunedì 10 maggio 2010

L'india a Venezia: incroci di civilta'




Come ogni anno si avvicina l'appuntamento con il festival veneziano della letteratura. E' ormai risaputo e scontato il legame tra la citta' mercantile con il mondo orientale. Oggi sono scomparsi i mercanti mori e le spezie alla Dogana ma la citta' continua a manifestare interesse attraverso la presenza della Facolta' di lingue orientali e eventi come quello di queste settimane.
Il festival comincia la prossima settimana, potete leggere qui il programma

www.incrocidicivilta.org

Tra gi ospiti ci saranno:
Héctor Abad, André Aciman, Hoda Barakat, Tishani Doshi, Marcello Fois, Antonio Franchini, Jennifer Johnston, Randal Keynes, Alberto Manguel, Anthony Phelps, Yu Qun, Alka Saraogi, Tiziano Scarpa, Vikram Seth, Masahiko Shimada, Mikhail Shishkin, Ko Un, Fariba Vafi, Zhu Wen, Zoë Wicomb, Jeanette Winterson, Hong Ying

E' da segnalare

20 maggio ore 15:00
Auditorium Santa Margherita
Mosaico india
Tishani Doshi
Antonio Franchini
Alka Saraogi
conversano con
Anna Nadotti


20 maggio ore 18.00
Teatro Malibran
Il ragazzo giusto
Vikram Seth
conversa con
Gregory Dowling e Marino Sinibaldi

Per oggi invece segnalo l'evento preparatorio

L'India contemporanea nello specchio della narrativa contemporanea a cura di Marco Zolli presso la Biblioteca di servizio didattico Zattere, Dorsoduro 1392 ore 17.30, Ingresso Libero

Questi autori saranno presenti anche a Torino in occasione del della Fiera del Libro in programma per questa settimana........quest'anno l'India e' il paese ospite

www.salonelibro.it

domenica 9 maggio 2010

Notizie dal Nepal: Aggiornamenti dai bandha


Prachanda ha sospeso momentaneamente lo sciopero. Chiede pero' insistentemente la dimissione di Nepal e la fine dei lavori per la nuova Costituente. Nei giorni scorsi gli scontri sono stati duri tra maoisti e oppositori. Il rischio palese e' quello di una guerra civile. Due giorni fa Prachanda ha dichiarato che non e' sua intenzione arrivare a cio'.
Nel frattempo nella capitale il prezzo del riso e degli ortaggi e' quintuplicato. Fino a ieri si poteva uscire solo per due ore al giorno, dalle 6 alle 8 di sera. Molti negozi comunque hanno deciso di tenere comunque tutto chiuso cosi' i civili hanno avuto problemi per il semplice approvvigionamento essenziale. Solo questa mattina e' stato concesso il rifornimento di 200 tonnellate di verdure nella Valle di Kathmandu e il prezzi hanno cominciato a scendere.
La Farnesina sconsiglia le partenze e le ambasciate straniere (tra le quali anche quella italiana a Delhi) sono in allerta.In realta' l'aeroporto internazionale di Kathmandu funziona regolarmente.
Fortunatamente i turisti bloccati a Pokhara sono riusciti a spostarsi con mezzi alternativi e a breve e' possibile che l'aeroporto venga riaperto.
Questa tregua e' apparente perche' oggi ci sono stati scontri tra maoisti e polizia a Maitighar!