Visualizzazione post con etichetta Nerhu. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Nerhu. Mostra tutti i post

lunedì 3 dicembre 2012

Moderni Satyagraha. Gandhi e la letteratura

Il Satyagraha di Kudankulam
Il tempo dei Satyagraha gandhiani sembra essere ormai lontano. Eppure talvolta qualche eco sembra riaffiorare. Basti ricordare le recenti manifestazioni di dissenso della popolazione  in Tamil Nadu per la costruzione di una centrale nucleare  a Kudankulam. Ad Ottobre la popolazione locale ha inscenato momenti di disobbedienza civile i quali hanno richiesto l'intervento di 5000 guardie di sicurezza.Qui le immagini di un recente Satyagraha indiano. Qui gli aggiornamenti delle proteste.
Le proteste dal basso, l'organizzazione di semplici villaggi di contadini e pescatori riportano alla mente i tempi dell'Indipendenza e gli animi accesi dalle parole del Mahatma Gandhi.
In Kanthapura, romanzo di Raja Rao del 1938, si rintracciano gli stessi moti del cuore e dello spirito.
 Kanthapura è un villaggio del Karnataka  gestito da un patel ed intriso di una forte religiosità e da una forte  divisione castale. Qui la diffusione della protesta gandhiana assume sfumature religiose. I racconti del Mahabarata e del Ramayana  sembrano sovrapporsi a quelli di una lotta presente per la libertà e l'indipendenza. Le caste, inizialmente in opposizione tra di loro, si uniscono in un solo grido: Mahatma Gandhi ki jai!  E' una rivoluzione femminile quella del villaggio. I braccialetti di vetro, le sari e le loro labbra sono rotte nel tumulto di una protesta che si vuole pacifica e che il potere non riesce e vuole capire. La protesta pacifica è quella della marcia silenziosa, della iarda di cotone filato in casa con il charka, la ruota per filare, per determinare lo swadeshi, per boicottare i prodotti dei "visi rossi". La strada per la libertà è quella della non violenza, dell'ahimsa. Dopo la battaglia silenziosa appare una luce, quella dello swaraj, quella di un lontano Nerhu, "il sostenitore della distribuzione egualitaria".
La liberazione dll'India diventa la liberazione di Sita. Ram, libero, tornerà dall'esilio e Sita  sarà con lui, non più nelle grinfie del perfido Ravana. Ma in quel tempo l'India avrebbe dovuto attaversare una nuova bufera, uno scontro nel quale il nemico sarebbe stato il "fratello vicino".
Il primo romanzo indiano sull'indipennza è Murugan the tiller scritto nel 1927 da K.S. Venkataramani insieme a  Kandan the patriot. La figura di Gandhi e il suo impatto sulla storia dell'India comapare anche in Intoccabile di M.R. Anand, dove un giovane spazzino finisce inavvertitamente   tra la folla che attende l'arrivo del Mahatma  tornando poi verso casa con la coscienza della sua identità, una coscienza che  prima non sapeva neanche di possedere. Anche R.K. Narayan, in Aspettando il Mahatma mette in luce i difficili anni dell'Indipendenza e la figura gandhiana. La prospettiva è sempre quella di un giovane, un ventenne pigro e sognatore che si avvicina a Gandhi per un capriccio amoroso; la sua conversione ai principi di  verità e non violenza è dunque piuttosto superficiale. Non ci si sorprende infatti nel vederlo virare verso le idee e i principi più materialistici e violenti di Chandra Bose. Uno degli ultimi romanzi aventi Gandhi come protagonista, diretto o indiretto, è sicuramente Mira e il Mahatma di Sudhir Kakar . Si tratta della  vera storia di Madeline Slane, una giovane inglese che assunse il nome di Mira quando venne ammessa nell'ashram di Gandhi presso il  fiume Sabarmati. Il romanzo, magistralmente scritto, è in verità un collage di lettere, pagine di diario e testimonianze dirette dei più stretti collaboratori del Mahatma.

martedì 6 marzo 2012

Elezioni in India: il tramonto di una dinastia?

Grande flop per il Congress Party in India. Sembra proprio che Rahul, il rampollo della famiglia Gandhi, più che un delfino sia una trota o un salmone che tenta di risalire affannosamente la corrente. Ma la meta con la quale si confronta è quella di tre grandi natanti politici: il bisnonno Nerhu, la nonna Indira e la madre Sonia.
Questa mattina si è ufficializzato il risultato per il rinnovo della Camera bassa dei Parlamenti regionali in 5 stati: Goa, Manipur, Punjab, Uttar Pradesh e Uttarakhand.  In uno degli stati più popolosi dell’India, l’Uttar Pradesh, il Congress arriva fiaccamente solo in quarta posizione!  Davanti sfilano il Samajwady Party (socialisti), il Bahujan Samaj Party (centro –sinistra degli intoccabili) e BJB (centrodestra secondo partito in India). L’unico luogo dove il partito dei Gandhi sembra brillare è il lontano Manipur, uno stato remoto vicino il confine orientale con la Birmania.
Rahul ha preso solo qualche decina di seggi su 403 in Uttar Pradesh, lo stato dove ha fatto più campagna elettorale. Il partito è in difficoltà a causa dell’inflazione e della corruzione dilaganti.
Siamo forse al tramonto di una dinastia? In cosa ha sbagliato Rahul? Forse non ha il temperamento e la forza della nonna Indira. Forse è troppo vicino alla moderazione del padre Rajiv? Forse il “meticciato” italo-indiano piace poco al popolo hindustano, soprattutto dopo gli ultimi episodi con i marò indiani?
I risultati elettorali in Uttar Pradesh sono importanti perché anticipano le proiezioni per quelli federali nell’appuntamento ai seggi previsto per il 2014. Il governo Singh è debole e Sonia Gandhi malata.


Perché la dinastia Gandhi ha stancato gli indiani? Forse perché lo scintillante progresso fa credere alla popolazione di non aver più bisogno di un guru che li segua e protegga. Sono finiti i tempi in cui Indira veniva associata a Durga che cavalca una tigre. Dall’Indipendenza ad oggi questo non è certo il primo momento buio per la famiglia Gandhi, ma qualcosa sembra essere cambiato. In India si muore sempre di fame, c’è sempre l’analfabetismo e una povertà aberrante, ma negli animi si guarda avanti, si guarda al cambiamento.
I giornali indiani di partito attribuiscono la sconfitta a incomprensioni interne. Rahul viene definito non responsabile. La sua campagna elettorale è durata più di 3 anni. Ma forse si vuole troppo giustificare il rampollo Gandhi. In verità la famiglia avrebbe già pronto un sostituto, la sorella Priyanca. A quanto pare la giovane Gandhi sarebbe più apprezzata dall’elettorato indiano. Negli anni passati si è distinta per l’appoggio dato alla madre Sonia nelle ultime campagne elettorali. Ma i figli maschi, i primogeniti, hanno sempre la precedenza. Ma anche nelle famiglie importanti ci sono preferenze.E' il caso di Sanjay, fratello minore di Rajiv. Indira Gandhi era forse consapevole delle sue  dubbie doti politiche, basti ricordare lo sgombro di uno slum musulmano presso la moschea Jama Masjid o la politica di sterilizzazioni nel 1976. Dietro la dichiarazione dello Stato di Emergenza del 1975 molti vedono l'impronta del giovane figlio di Indira.


Forse anche  Rahul non ha la stoffa per fare il politico, così come non la aveva il padre assassinato dalle Tigri Tamil. Fino al 2004 il rampollo era un imprenditore che al massimo prestava la faccia e il nome per campagne di beneficienza o missioni diplomatiche. Anche a quel tempo le elezioni in Uttar Pradesh andarono maluccio: 10 seggi su 80!
La campagna elettorale di Rahul si basava sul favore alle classi meno privilegiate. Sembra di sentire l’eco della lotta alla povertà incoraggiata da Indira negli anni 70’. E’ di famiglia anche il vizio di essere arrestati: a maggio scorso Rahul è stato incarcerato per aver manifestato con dei contadini dell’Uttar Pradesh contro le multinazionali agricole. Il bisnonno Nerhu, in carcere per 9 anni, ne sarebbe stato fiero! Probabilmente le poche ore di carcere di Rahul non hanno avuto la stessa risonanza dei sacrifici di Nerhu. Il tema della povertà sembra inoltre superato. Le masse prestano forse più interesse al problema della corruzione sponsorizzato da Anna Hazare.


Forse la figura carismatica di Sonia è troppo difficile da eguagliare per Rahul. Troppo amata, quasi divinizzata. Quando sono in India il mio solo nome, l’unica cosa che ho in comune con la Maino oltre alla provenienza veneta, suscita ammirazione, adorazione.
Ma l’italianità di Sonia potrebbe essere uno dei fattori della disfatta elettorale del Congresso. 


L’episodio dei marò italiani è stato da molti collegato a questa tornata elettorale. Fare presa sulla negatività degli italiani “assassini di poveri marinai indiani” a molti è parsa una strategia politica. Molti ricorderanno le bandiere del BJP, il partito di destra nazionalista, sventolate davanti alla petroliera italiana. A sostegno di questa tesi ci sarebbe l’insistenza del governo locale affinchè il caso venga gestito da un tribunale indiano nonché la strana dinamica di tutto l’accaduto. E’ vero che il BJP ha attenuto un risultato migliore rispetto al Congress ma è anche vero che in Kerala si deve ancora votare.  Tutta la faccenda non è comunque una buona pubblicità per la dinastia italo-indiana Gandhi. In molti pensano ad un complotto politico ordito ad arte. Se ciò fosse avvalorabile dovremmo parlare di governi locali così corrotti da orchestrare omicidi e casi diplomatici internazionali per meri risultati elettorali. Ciò equivarrebbe inoltre a supporre che il governo locale del Kerala ha più influenza e potere di quello centrale. Ricordiamo che Delhi, nell’imminenza dell’accaduto, aveva minimizzato la portata dell’incidente. Dopo la presa di posizione del Kerala si è però cambiata opinione e le contrattazioni con il governo italiano sono diventate più difficili. E’ arrivata dunque a questa debolezza il potere di Delhi? Una cosa è vera: attualmente in Kerala la maggioranza del Congress è minima, irrisoria. Questi risultati, uniti alla questione dei marò, non preparano certo un buon campo elettorale e politico per la famiglia Gandhi. Il 18 Marzo il Kerala avrà comunque elezione suppletive per un seggio del Parlamento locale. Un’altra prova per il Congress, ma meno risonante rispetto a quella appena conclusasi in Uttar Pradesh.
Forse i Gandhi dovrebbero preoccuparsi di un altro pericolo per le prossime elezioni politiche. L’India va forse alla ricerca di una nuova aria politica, se di novità si può parlare, con il BJP. E’ infatti probabile che si determini una situazione  “Gandhi contro Gandhi”. Proprio così. Che sia Rhaul o che sia Priyanca a rappresentare il Congresso, all’opposizione potrebbe esserci il giovane cugino Varun, il figlio di Sanjay. Arriveremo a questo o la dinastia Gandhi si spegnerà prima (magari con meno spargimenti di sangue), come quella Kennedy?