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lunedì 5 novembre 2012

Shining India, Alka Saraogi


Shining   in inglese significa lucente. Quello che brilla in questo nuovo libro di Alka Saraogi tradotto da Marco Zolli,  è il volto di un’India nuova, abbagliata dal progresso, dalla tecnologia, dalla sete di successo e dall’arrivismo sul mercato. Ma l’India nuova e scintillante avverte l’inadeguatezza all’interno di questa corsa senza vinti e vincitori.
Il lucente abbaglio è anche quello del ruolo che si riveste nella società. Quelli che sembrano facilmente collocati in una dinamica di  ruggente crescita si scoprono inadeguati, spogliati di ogni riconoscimento umano, sociale, sentimentale. Il top manager con la soluzione sempre pronta è anche l’uomo che si mette in discussione, che si scopre incapace ad amare o troppo coinvolto da un sentimento del quale non conosceva l’esistenza. Non c’è tempo per il cuore in un’India che avanza ruggente come “tigre sul mercato”.
Ma il lucente abbaglio è anche quello che offusca la nostra vista rispetto al conoscere  realmente chi abbiamo davanti. L’amico, la compagna di una vita, il confidente: chi conosciamo?Chi ci conosce? Cosa sveliamo di noi stessi? Qual è il vero volto delle persone che consideriamo importanti nella nostra vita? Quanto li conosciamo e quanto loro conoscono noi? In alcuni momenti la lucentezza delle nostre convinzioni viene meno e il bagliore fa spazio a scoperte inaspettate. Quella nuova luce ci acceca, ci stordisce fino a farci negare l’evidenza, perché le nuove scoperte, il crollo delle certezze, può essere doloroso e ferire il nostro ego.
Il volto naturalistico e sognante dell’India fa spazio a scenari industriali dove un bacino d’acqua coperto di vegetazione  si trasforma nel luogo che accoglie la spazzatura di Calcutta. Ma Saraogi fa scintillare tutti i volti dell’India e volge lo sguardo verso la montagna e i luoghi di fuga dell’uomo moderno. La fuga arriva fino al Nepal, fino alle strade di Kathmandu, al lago di Pokhara  e ai tramonti di Muganling. Il Nepal  rappresenta quell’esotismo e quella primordiale dimensione dove quell’uomo moderno sicuro di sé può perdere se stesso. In queste fughe nella natura si avverte la necessità di una ricerca. Il destino dell’uomo  sembra essere quello di “cercare di rimediare alla mancanza di qualcosa sostituendola con qualcos’altro. Ma non sempre funziona”.
Bangalore, Hyderabad, Chennai, Tirupur scintillano nel loro fulgente progresso. Anche l’ecologia diventa mercato e le multinazionali elaborano un modo per ottenere carbon credit da vendere all’Occidente riducendo le emissioni di monossido di carbonio. Idee scintillanti che guardano avanti. “L’India è una paese di un miliardo di persone che sogna all’unisono. Chi in piccolo e chi troppo in grande”. “L’elefante indiano si è rimesso in piedi da un bel po’”. “Sono lontani i giorni in cui, incatenato, lo si poteva tener buono con una banana ed altri espedienti del genere”.”Un giorno l’India sarà una gallina dalle uova d’oro”.
Come in molti romanzi di Saraogi la storia parte lentamente, i personaggi si delineano in fugaci pennellate e sembrano arrivare a compimento solo nelle ultime pagine. L’India scintillante è quella dei club, della crescita economica, delle multinazionali, ma è anche quella degli uomini, delle loro debolezze, del rispetto della tradizione e della religiosità.  Gli uomini della shining India cambiano lavoro, città  e certezze.  Il manager spregiudicato è al tempo stesso il brahmino tamil legato alle tradizioni. Il successo e la sicurezza si dissolvono davanti alla semplicità dei più elementari sentimenti umani,  quelle luci che non sono sul mercato e  che il denaro non può comprare.
La riflessione  sul senso dell’amore, che va oltre i canoni sociali imposti, si alterna all’aridità di una dinamica relazionale nella quale ogni rapporto è fugace, dove non ci si può fidare di nessuno perché colui che ti è accanto invidia il tuo successo e le tue capacità.  Il timore dell’attacco e del tradimento determina una chiusura alla libertà di amare e capire l’altro.
Dentro ogni uomo se ne cela una altro. L’eccesso di autocontrollo non fa che nascondere le fragilità; altri fuggono da loro stessi, dalle loro stesse capacità  o cercano conforto in punti di riferimenti esterni così che Guruchan diventa Guru, il maestro inconscio di una vita che si vuole vivere laicamente.
L’India scintilla nella sua nuova fiammante dimensione capitalistica. AL suo interno, tra quel bagliore, ogni anima cerca di trovare se stessa  e forse la troppa luce impedisce un percorso senza ostacoli.

Alka Saraogi, Shining India, Neri Pozza 2012
Traduzione dall’hindi di Marco Zolli

venerdì 21 maggio 2010

La letteratura indiana da Torino a Venezia


La letteratura indiana sbarca a Venezia dopo il nutrito interesse accordatogli a Torino. Ospiti di Incroci di civiltà, autori emergenti e accreditati dal pubblico italiano.
Alka Saraogi e Tishani Doshi hanno aperto il "mosaico" indiano presso l'Auditorium di Santa Margherita. Due autrici profondamente diverse, sotto vari punti di vista.
I romanzi di Saraogi sono tra i pochissimi in lingua madre tradotti in italia.
Tishani Doshi è una nuova scrittrice emergente che dopo il recente romanzo pubblicato da Feltrinelli, Il piacere non può aspettare, deve ancora maturare come intellettuale, se mai sarà questa la sua più adeguata attitudine nella vita.Vi consiglio di guardare il suo sito web perchè ne vale veramente la pena!!!!!!!!!!!!
Due scrittrici diverse dunque. Accomunate da un tema.Quello del viaggio. Il viaggio dei romanzi di Saraogi è quello di una nazione, del desiderio della classe media di emergere a guadagnare un'adeguata posizione all'interno di un'India che si sta formando. Ma il viaggio in Bypass al cuore di Calcutta è anche quello all'interno di una famiglia, all'interno della sua quotidianità e allo stravagante punto di vista di un personaggio che trova in una follia disincantata, la prospettiva adeguata per osservare la sua storia e quella del suo paese.
Le parole di Saraogi sono quelle di una scrittrice consapevole, che conosce il suo paese e sa identificarne i limiti.
Il viaggio di Doshi è quello tra India e Galles, tra Occidente e Oriente, tra il bisogno di ritrovare ciclicamente il legame con il proprio paese di origine e il desiderio di conoscere il diverso. Con un linguaggio delizioso e accattivante, Doshi ci fa entrare all'interno dei sentimenti più semplici ed essenziali, quelli familiari e amorosi. Il piacere a varie tonalità: è la ricerca di qualcosa che scalda, che consola, che appaga e rassicura.Il viaggio sembra non concludersi mai. Il ritorno è verso quel posto che chiamiamo "casa" perchè in esso ci troviamo a "casa".La fine sicura del viaggio è quella all'interno di un mondo interiore che ha in sè l'India e il Galles, luoghi vicini e lontani nello stesso istante.
Voci giovani e voci mature. Nuove esperienze e ricordi del passato: due autrici diverse alle quali si chiede, con voce unanime, di essere portatrici del loro paese!
La letteratura indiana è fiction ma può essere anche realtà! Le strade, i volti, le relazioni, gli intrecci, sono lo specchio di un popolo, lo specchio di civiltà che si incrociano (Incroci di civiltà!).E allora? Perchè no? Perchè meravigliarsi se un pubblico curioso vuole conoscere i legami tra scrittura e vita, tra pagine e strade, tra parole e società!

Di Vikram Seth, autore noto a tutti gli amanti della letteratura indiana, compagno di lunghe serate nel PurvaPradesh attraverso le 1600 pagine del suo Ragazzo giusto, non si può dire che una cosa: brillante!
Cosmopolita, poliglotta, artista eclettico e plurigenere, Seth ha conquistato il pubblico veneziano. Si, veneziano. Perchè Seth ama Venezia, la visita spesso e ne apprezza la decadenza, la confusione, gli odori, l'arte, i paesaggi, gli scorci.
In uno dei suoi romanzi più celebri, Una musica costante, si scorgono piazze a campielli della città lagunare. L'attenzione dell'autore arriva fino a Torcello, attraverso una squisita descrizione della Basilica di Santa Maria Assunta scritta tutta in monosillabi.
Seth sorprende il pubblico veneziano per la sua semplicità, per il rifiuto di quella dimensione intellettuale altisonante con la quale si vuole spesso vestire gli autori, per la sua ironia e la sua estrema intelligenza e sagacia. Seth sorprende i veneziani parlando in dialetto veneto, ripercorrendo gli itinerari della città che ama di più, gli stessi che amano i veneziani, quelli popolari, meno conosciuti, meno caotici e turistici.
L'indiano lontano dagli esotismi e dalle spezie sorprende anche gli italiani e la loro cultura letteraria: ama Leopardi e mostra di comprenderlo profondamente; ne apprezza la chiarezza poetica e il romanticismo melanconico, la forza e l'intensità ma, allo stesso tempo, mette in guardia dal facile binomio "melancomia=pessimismo".
Un artista non è solo un romanziere. Seth, romanziere e poeta, sorprende il pubblico sorseggiando vino e descrivendo il suo rapporto con l'arte, il suo amore per la poesia e e la scultura, il suo rapporto con la materia, con il fuoco, con la forma, con il movimento.
Ai veneziani piace anche il suo interesse verso il vetro soffiato e l'apparente "umiltà-umoristica-scanzonata".
Ma il Seth che più sorprende è il poeta, quello di poesie come Earth o Fire, lette in italiano e declamate in inglese con una passione e un trasporto che è rintracciabile solo nei grandi artisti.
Ci lascia con un sorriso ed una promessa: La ragazza giusta, in Italia tra qualche anno. Il libro arriverà a deliziarci, questo è sicuro. Quello che non ci promette è lì'esiguo numero di pagine. A quanto ricorda, per il Ragazzo giusto, voleva scrivere una storia lineare di non più di 300 pagine ma poi, tra un bicchiere di vino e un viaggio di approfondimento, le pagine sono diventate 1600 e gli anni per scriverlo 10! A lui la scelta! A noi l'attesa e la futura, godibile lettura!

lunedì 10 maggio 2010

L'india a Venezia: incroci di civilta'




Come ogni anno si avvicina l'appuntamento con il festival veneziano della letteratura. E' ormai risaputo e scontato il legame tra la citta' mercantile con il mondo orientale. Oggi sono scomparsi i mercanti mori e le spezie alla Dogana ma la citta' continua a manifestare interesse attraverso la presenza della Facolta' di lingue orientali e eventi come quello di queste settimane.
Il festival comincia la prossima settimana, potete leggere qui il programma

www.incrocidicivilta.org

Tra gi ospiti ci saranno:
Héctor Abad, André Aciman, Hoda Barakat, Tishani Doshi, Marcello Fois, Antonio Franchini, Jennifer Johnston, Randal Keynes, Alberto Manguel, Anthony Phelps, Yu Qun, Alka Saraogi, Tiziano Scarpa, Vikram Seth, Masahiko Shimada, Mikhail Shishkin, Ko Un, Fariba Vafi, Zhu Wen, Zoë Wicomb, Jeanette Winterson, Hong Ying

E' da segnalare

20 maggio ore 15:00
Auditorium Santa Margherita
Mosaico india
Tishani Doshi
Antonio Franchini
Alka Saraogi
conversano con
Anna Nadotti


20 maggio ore 18.00
Teatro Malibran
Il ragazzo giusto
Vikram Seth
conversa con
Gregory Dowling e Marino Sinibaldi

Per oggi invece segnalo l'evento preparatorio

L'India contemporanea nello specchio della narrativa contemporanea a cura di Marco Zolli presso la Biblioteca di servizio didattico Zattere, Dorsoduro 1392 ore 17.30, Ingresso Libero

Questi autori saranno presenti anche a Torino in occasione del della Fiera del Libro in programma per questa settimana........quest'anno l'India e' il paese ospite

www.salonelibro.it