Un paese: due volti. Secondo i dati emersi durante il Millennium Development Goal Award, l’incontro newyorkese dell’Onu sulla povertà, il Nepal sarebbe il primo, tra 49 paesi interessati al progetto, a distinguersi nella lotta contro la mortalità materna, scesa del 50 %. I successi si devono all’impegno del governo e delle Ong straniere, all’innalzamento dell’età per le gestazioni e ai piani di prevenzione e informazione igienica diffusi in tutto il paese.
Nello stesso paese i contadini muoiono di fame, sono costretti a lasciare le loro terre, a spostarsi verso la città. La mancanza di risorse idriche, paradossale in un territorio come quello nepalese, è causata dalla cattiva distribuzione dell’irrigazione, alla mancanza di fondi per attuare piani di rivisitazione morfologica e all’accanirsi di alluvioni e siccità. Questi fenomeni sono dovuti al cambiamento climatico che sta interessando le zone himalayane così come il resto del mondo. Dalla fine di quest’anno si renderà più attivo un progetto, già sponsorizzato dall’ Alliance of Mountain Countries, che vede il Nepal come paese guida. Si tratta del Saving the Himalayas (qui le immagini di quello che sta accadendo). Alla fine del 2009 c’è stata anche una manifestazione a Copenaghen (qui le immagini) per sensibilizzare l’opinione pubblica verso una minaccia imminente che riguarda i nepalesi e il mondo intero. Quello himalayano è un patrimonio naturale inestimabile che va preservato a qualsiasi costo.
Ma l’impegno dimostrato in campo sociale è naturalistico non è sicuramente quello applicato in campo politico.
Sono passati quasi 4 mesi dalle dimissioni di Madhav Kumar e ancora non si è riusciti ad eleggere un nuovo Premier.
Prachanda esce di scena mentre il candidato, Ram Chandra Poudel, del Congress Party, non riesce ad imporre la sua candidatura. I tempi stringono, i nepalesi sono stanchi. Nel clima di festa di Dashain non si pensa alla politica ma alcuni borbottano sottovoce che sarebbe meglio se si tornasse alla monarchia abbandonando lo stato laico.
Forse un’alternativa più moderata sarebbe quella di un governo di consenso eletto dal popolo, così da accentuare il carattere democratico che il paese si è dato da 2 anni a questa parte.
Ma i nostalgici della monarchia non sono riusciti ad impedire la non partecipazione dell’ex re Gyanendra alla benedizione della Kumari, la dea-bambina. Il fatto ha dell’incredibile se si considera che la Kumari è la dea protettrice della famiglia reale. Il rito si svolge ogni hanno e coincide con una festività hindu-buddista legata a Idra, al raccolto e alla fertilità.
Dopo l’ascesa dell’ Unified Communist Party of Nepal e del Unified Marxist–Leninist, i ventimila tibetani residenti nella valle di Kathmandu non hanno vita facile.
E’ ancora vivo il ricordo dei pestaggi in occasione delle Olimpiadi di Pechino del 2008. I monaci venivano malmenati a pochi kilometri dal centro pulsante di Kathmandu.
Questi episodi sono una negazione della strada democratica che il Nepal finge di star intraprendendo
4 commenti:
Il comportamento nei confronti dei tibetani fa davvero tristezza.
Ma scusami ho bisogno di un chiarimento da parte tua circa la questione dei rapporti fra il re, i suoi supporter monarchici e la Kumari.
Ho presente l'importanza religiosa della Kumari, ma non il suo ruolo nel campo simbolico-politico.
Puoi spiegarmi meglio?
grazie
Marco
Caro Marco.La Kumari viene scelta in rapporto all'allineamento astrologico con il re. La bimba/dea rappresenta la manifestazione divina/umana della protezione verso la famglia reale. Ogni anno ci sono celebrazioni e puja legate alla ferilita' che riguardano la popolazione ma che coinvolgono in prima persona il re e la sua famiglia.Il re viene benedetto perche' la sua integrita' rappresenta l'integrita' del popolo.Ricordiamo la tradizione monarchica francese! Non bisogna andare solo in Oriente per ricercare questetradizioni. La Kumari benedice cosi' direttamente solo il re perche' il contatto con altri troppo serrato la contaminerebbe. Ricordi cosa e' successo alla Kumari dopo il viaggio negli Stati Uniti qualche anno fa?
Estromettere la Kumari dal rito di Idra non ha senso. La laicita' dello stato e' una cosa ma l'insabbiamento di una tradizione ne e' un'altra. E il Nepal e' un popolo tradizionale, anchee se sta voltando pagina verso una nuova strada politica.
I monarchici sono sul piede di guerra ma dubito che riescano ad emergere.
Alcuni amici nepalesi mi dicono che, con il Congress indiano piu' presente, si riuscirebbe a muovere qualcosa. Mha'...non saprei
Grazie Sonia. Ho segnalato questo tuo bel post, per quanto riguarda la repressione dei tibetani in Nepal, sul blog Free Tibet di Piero Verni, dove si sta svolgendo un bel dibattito sui segnali di "apertura democratica" di una parte del potere cinese.
Teniamoci in contatto, ciao
Marco
grazie Marco, andrò a leggere
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