mercoledì 6 giugno 2012

Il Tibet chiuso e i sogni di Tenzin

Lasha, Agosto 2011
E il pensiero torna a quei giorni con Tenzin, quando si parlava a bassa voce e non ci si fidava di nessuno intorno a noi. Mentre il bicchiere d'acqua calda ci scaldava le mani sul tetto del mondo e tutto taceva sul tetto del mondo. Dopo quasi 40 tibetani immolati in poco più di un anno, "il padrone" decide di chiudere. Qualche settimana fa la novità era negli ingressi: solo gruppi di 5 persone e con il vincolo della stessa nazionalità. Ora è chiusura totale dopo gli arresti e le nuove immolazioni. Arriva allora un altro ricordo, quello degli occhi cinesi  a Kodari, sul confine tra Nepal e Tibet; occhi duri e irremovibili che non hanno capito quello che seccamente ho espresso nelle lingue che non vogliono essere comprese o tollerate. Un ricordo va a Tenzin e alla sua fiducia giovanile: "Il Mio paese sarà presto libero". Spero che i suoi sogni si avverino presto

2 commenti:

Clara ha detto...

Mi vengono i brividi a leggere questo post. Grazie, Sonia!

Unknown ha detto...

Cara, è una terra così pura..che non merita tutto questo