venerdì 12 marzo 2010

Tibet: Olre 51 anni di oppressione



Anche in occasione dell’anniversario per i 51 anni dell’occupazione del Tibet la Cina tenta di offuscare un concetto basilare: il Dalai Lama non richiede l’indipendenza del Tibet ma la sua autonomia. Si continua a negare il fatto che il governo cinese sta progressivamente eliminando il buddhismo.
A detta del neopresidente della Regione autonoma cinese Padma Choling, ciò non corrisponde al vero. I buddisti sarebbero liberi di praticare la loro “religione”.
In realtà i monaci sono costretti in condizioni di semi-schiavitù…mentre il mondo resta a guardare.
Ieri a Kathmandu, in Nepal ci sono state pesanti manifestazioni anticinesi in occasione del 51 anniversario dell’oppressione tibetana. Il governo nepalese ha risposto con la violenza e ha arrestato 34 persone. Come si era comportato negli anni 70’, quando gruppi di resistenza armata formatisi in Mustang, avevano cominciato a portare avanti il loro piano di ribellione? Attaccando! Si, attaccando ma promettendo collaborazione. Quale è stata mai la collaborazione? Nel 2008 ho visto con i miei occhi le manifestazioni anti Pechino a Kathmandu, i giovani tibetani trascinati con violenza per strada.
Con la caduta della monarchia nepalese nel 2006 e la salita al potere dei partiti maoista (Unified Communist Party of Nepal) e leninista-marxista (Unified Marxist–Leninist) il Paese ha iniziato a stringere accordi economici con Pechino.
Quanta parte del mondo sa che, fino ad ora, questa ingiusta occupazione ha causato circa 1 milione di morti? Parliamo tanto dei genocidi del mondo, degli ebrei, degli armeni…e il Tibet? Dov’è? Chi manifesta interesse?
L’altro giorno un giovane mi ha chiesto: “Ma nessuno fa niente? E l’America? Possibile che l’Onu o la Nato non intervengano? Abbiamo fatto tutto quel casino per l’Iraq che è pure più piccolo!”
Cosa dovevo dirgli?

1 commento:

Sunil Deepak ha detto...

Grazie Sonia per il commento molto gradito e incoraggiante.