giovedì 20 giugno 2013

Grimus: il primo, alterato, Rushdie

Grimus:Simurg
Qual è il nesso tra l’insuccesso del primo e introvabile romanzo di S. Rushdie e il suo successo seguente? Leggendo Grimus, l’esordio degli anni ’70 del romanziere indiano, ci si pone tante domande, e non sempre è facile darsi una risposta. Alcuni lo hanno definito romanzo di fantascienza, altri romanzo visionario. Nulla di  tutto questo, perché Grimus è questo e molto altro altro ancora, ma anche niente di tutto questo.
Ok, calma, calma e sangue freddo. Quella che ci vuole  molte volte quando si leggono le prime 30 pagine di un romanzo di S. Rushdie.
Più che da Asimov o Delany, Grimus sembra più ispirarsi a Huxley e ai suoi paradisi artificiali. L’alterazione narrativa è quella dei piani della coscienza. Rushdie descrive un mondo realmente irreale dove vivono coloro che hanno scelto l’immortalità attraverso una boccetta dal liquido giallo che ricorda la pillola rossa o blu di Matrix.
Isola di Carf è l’isola degli immortali. Un isola fantastico-immaginifica dove il protagonista, Aquila Svolazzante, va in cerca della sorella-madre-amante Cane da Penna. Il viaggio è quello della coscienza, sul piano delle dimensioni interne, attraverso l’immaginazione. Sull’isola sono presenti interessanti personaggi. Ognuno di loro ha una storia da raccontare e un passato da dimenticare. Tra le bizzarre presenze c’è quella della coscienza parlante del Gorf, l’entità pietrificata dotata di poteri mentali che riescono ad alterare anagrammaticamente il loro ambiente e  le coscienze altrui. Carf è kaf, la lettera k araba, o almeno una delle sue pronunce.Nell’isola di Carf ognuno deve avere un interesse principale al quale dedicare tutta l’eternità. Il nano-filosofo Gribb, ad esempio, raccoglie massime del pensiero adatte ad ogni circostanza. Ma anche nella prospettiva dell’eterno di verificano  dei blink, intervalli di non essenza che provocano ulteriori alterazioni e un fortissimo senso di straniamento.
L’alterazione dell’immaginazione passa da Huxley attraverso  Bukowki così che il viaggio assume una forte connotazione erotico-ossessiva e Aquila svolazzante entra in vagine che diventano caverne, nuovi mondi interiori da esplorare. Un erotismo che caratterizzerà molti altri romanzi di Rushdie; una spinta, una pulsione verso donne la cui bellezza abbaglia e sconcerta. Un erotismo che affida alle donne un potere, un dominio capace di distruggere quello che le circonda e che il personaggio maschile cerca di arginare con azioni e atteggiamenti mentali fallocentrici.
Il vero protagonista del romanzo è forse la follia, la negazione del passato e la sua ossessiva rievocazione nell’eternità scelta. Al posto del Realismo magico, di cui questa storia è un pallido eufemismo, Rushdie dosa i piani mentali possibili e il timore costante di trovarsi in un sogno o sotto l’effetto di qualche sostanza stupefacente.
Quella di Carf è una comunità utopica dove tutto “apparentemente” funziona perché Grimus crea l’Effetto affinchè ciò avvenga: non esiste denaro, non esistono le classi sociali o la lotta tra classi. Cosa lo rende possibile? La presenza di una forza ostile potente che rende accettabile l’annullamento delle differenze pur nella comune ricerca di un mezzo per sopravvivere. Con l’arrivo dell’elemento nuovo ed esterno l’equilibrio si altera così la passione, la gelosia, il desiderio incontrollabile, la vendetta la violenza fanno il loro ingresso nella comunità di Carf così come nei successivi romanzi di Rushdie. Solo una cosa può salvare: rimanere nel “bozzolo “del  passato e nelle “minuzie “del presente. Vivere per le proprie ossessioni fa sentire distaccati, inebriati e completi. Distrarsi da ciò equivale a rendersi vulnerabili rispetto alle dimensioni della coscienza.  Grimus, a differenza degli altri uomini, sa che la “dimensione” in cui si sceglie di vivere è solo una di un’infinità possibile. Accettare la dimensione vuol dire cambiare il proprio essere.
L’azione, se non determinata da cristalli veggenti o rose di pietra dalla profondità dimensionale, diventa condizionata dai futuri possibili.
Grimus è il deus ex machina di una Febbre dimensionale difficile da controllare. Grimus è il Simurg, il signore degli uccelli, dei 30 uccelli. Un antico poema sufi racconta del viaggio di 30 uccelli per trovare il re di tutti i piumati. Il viaggio continua fino a quando i 30 uccelli non si accorgono di essere diventati loro stessi quello che stanno cercando. E così Aquila svolazzante diventa Grimus nel tentativo di cercarlo e distruggerlo.

Una trama esile per un romanzo corposo, denso  e concettuale che cade un po’ sulla banalità di certi luoghi comuni letterari. Una “prima opera” che presenta in potenza la ricchezza immaginifica del futuro Rushdie. Un romanzo non imperdibile che legge con gusto chi ha pazienza, attenzione  e il conforto dato dalla conoscenza delle opere successive di questo straordinario scrittore.

2 commenti:

Clara ha detto...

Grazie! La potenza immaginifica di Rushdie, ecco hai detto tutto.

Unknown ha detto...

immafinifica e un po' folle :)