La bianca luce delle sue pietre rievoca il luminoso splendore che l'Imperatore Shah Jahan vedeva nell'amata moglie Mumtaz Mahal.
I secoli hanno preservato questo amore donandocene il ricordo attraverso questa mirabile opera d'arte.
Molti ritengono che non si possa lasciare l'India senza aver visitato questo splendore di marmi e luce che accoglie le spoglie dell'Eletta del Palazzo, morta prematuramente dando alla luce il suo quattordicesimo figlio.
Nel progetto dell'Imperatore c'era quello di costruire un mausoleo identico al primo, speculare, se non per il colore: il nero. I due mausolei sarebbero dovuti essere collegati da un ponte d'oro sul fiume Yamuna in modo tale da unire i due sposi per l'eternità.
Ma il perfido Aurangzeb, quarto figlio dell'Imperatore, non rese ciò possibile e oggi ci è rimasta solo la candida casa del riposo eterno di sua madre.
Per ottenere il potere uccise inoltre i fratelli e cominciò a regnare discostandosi totalmente dal modello di suo padre.
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L'animale sacrificato deve essere integro, adulto e sano. Se non si riesce ad effettuare il sacrificio sarebbe opportuno inviare una somma di denaro ad un paese musulmano dove il sacrificio possa essere eseguito. Il povero animale deve poi essere diviso con un'altra famiglia o con famiglia bisognosa.
Le motivazioni che spingono questa festa sono comprensibili. Anche presso le comunità cristiane o hindu avvengono spesso sacrifici animali. E' difficile però accettare questa scelta: uccidere degli animali per ricordare un atto di obbedienza a Dio.
Sarebbe opportuno ricordare tale obbedienza ogni giorno, rispettando chi abbiamo davanti; di qualsiasi essere si tratti.
Il Taj Mahal oggi si è macchiato di rosso.
1 commento:
Sonia cara, ricordo ancora con orrore il mio primo Eid-Bakri. Vivevamo in un palazzo musulmano, per giorni avevo giocato con quelle capre... I sacrifici animali proprio no... in qualsiasi religione. Un abbraccio
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