venerdì 26 febbraio 2010
Oltre la Fatwa eterna di Rushdie
Rushdie si racconta....
Era il 1989 quando l'ayatollah Ruhollah Khomeini, leader della rivoluzione islamica in Iran condannava a morte Rushdie per i "Versetti satanici".
La Fatwa è una sentenza in base alla Sharia. La condanna a morte va intesa come estesa anche agli editori e traduttori.
Nel 1991 il traduttore giapponese di Rushdie, Hitoshi Igarashi, fu pugnalato a morte a Tokyo, quello italiano malmenato e pugnalato a Milano.
Nel 1993 William Nygaard, l'editore norvegese di Rushdie, è stato gravemente ferito a colpi di armi da fuoco nel corso di un attentato davanti la sua casa di Oslo.
Trentasette ospiti di un hotel di Sivas (Turchia) morirono carbonizzati a causa di un incendio appiccato da dimostranti che manifestavano contro Aziz Nesin, traduttore turco di Rushdie.
Rushdie è accusato in quanto nei Versi satanici verrebbe proposta una visione blasfema di Maometto.
L'opera è intrisa di quel realismo magico di cui l'autore è maestro. La vicenda magica in cui due viaggiatori, miracolosamente scampati a un disastro aereo, si vedono trasformati l'uno in una creatura angelica e l'altro in un essere diabolico. Ormai simboli del Bene e del Male i due si affronteranno nella più antica e inevitabile delle battaglie, una lotta senza esclusione di colpi destinata a protrarsi in eterno nel tempo e nello spazio, dai più sperduti villaggi indiani alla Londra contemporanea, fino alla divina improvvisa apparizione del profeta Mahound.
Nel 1998 il presidente riformista iraniano Mohammad Khatami ha in parte ridimensionato l'applicabilità della fatwa sullo scrittore anche se lo scorso anno l'ayatollah Khomeini ha dichiarato che "ogni buon musulmano deve impegnare ogni sforzo e ricchezza per mandarlo all'inferno.
La vita sotto scorta per quasi 10 anni (1989-1998)non è stata sicuramente facile per Rushdie. Nonostante tutto è riuscito a sviluppare un'incantevole e sagace autoironia sull'accaduto. Negli ultimi 10 anni vive a New York ma il sistema di sicurezza che lo circonda è ancora alto. Quando l'ho incontrato ricordo che era molto infastidito dalla presenza della digos o dei carabinieri. Più volte ha insistito affinchè non ci fosse nessuno in divisa mentre lui parlava.
Qualche giorno fa l'autore indiano ha dichiarato che sta scrivendo un nuovo libro: l'argomento è tutt'altro che magico. Si tratta della sua autobiografia legata indissolubilmente alla fatwa. Molto interessante. Speriamo sia ormai in porto anche il progetto di sceneggiatura dei Figli della mezzanotte per la realizzazione di un film con la regista Metha.
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2 commenti:
Secondo me qualcuno ha mandato una maledizione potente contro "I Figli della Mezzanotte" ed è per quello che non riescono a farne il film...
A parte gli scherzi, ho paura di rimanerne delusa, quindi... preferisco aspettare che esca il suo nuovo libro!
Anche io ci ho pensato. C'è una sicurezza nella regia però. Inoltre lui ha dichiarato di non volere le stelline bolliwoodiane che so sono fatte avanti. Chissà. Aspettiamo. Come libro comunque rimane il mio preferito
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